Capitolo 44- non mi ama più

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12 Aprile

<< hai fatto molti progressi da quando sei qui lo sai vero?>> mi disse May sporgendosi in avanti e appoggiando la penna sul tavolo. Eravamo nel suo ufficio, era passato parecchio tempo ma sembrava così poco. Abbassai lo sguardo sulle mani in grembo << progressi?>> chiesi smettendo di torturarmi le mani fissandomi le dita.

<< a me non sembra molto.>> dissi, alla fine ci lavoravamo da quanto? Qualche giorno, la cura era iniziata da lì, avevamo ritrovato Jungkook qualche settimana fa, tutto era ripartito da lì non mi sembrava passato troppo tempo eppure forse era cosi.

<< bhe, te lo detto un passo alla volta.>> la fissai alzando solo lo sguardo.

<< per prima cosa stai parlando>> mi disse << questo è un grosso progresso.>> sorrisi timido.

<< e in più...>> fissò i fogli davanti a lei, la mia cartella a volte avevo così tanto voglia di leggerla. << sei riuscito a raccontarmi un po' di te.>>

<< ma non le cose importanti vero?>> chiesi distogliendo lo sguardo ancora.

<< niente e meno importante che altro Taehyung.>> alzai ancora lo sguardo. << però si...>> sorrise fissandomi << vorrei andare più a fondo.>> mi morsi il labbro mentre disse.

<< vorrei prima di tutto che mi parlassi dall' inizio.>> disse e al mio silenzio disse << fin ora alla domanda chi è Kim Taehyung mi hai risposto in bene. Mi hai raccontato chi sei e cosa vuoi. Di Jungkook e tutto il resto ed è un bene ma...>>

<< vuoi anche sapere le cose brutte.>> dissi piano.

Lei sospirò << per guarire bisogna che me ne parli Taehyung.>> io cominciai ancora a torturarmi le mani e poi annui.

<<ci possiamo fermare in qualsiasi momento tu vuoi e lo sai benissimo>> la fissai, mi fidavo e lei sorrise. Avevo fatto progressi fin ora si, avevo capito che Jungkook era reale, che era vivo, che non ero ancora in un incubo. Avevo ricordato cos'era successo quella notte, che la mia mente aveva programmato una morte falsa. Avevo capito che ero al sicuro, che Beom Seok era morto. Ma sebbene nel mio profondo lo sapevo avevo ancora il terrore che qualcosa di brutto poteva capitare, che lui, in un modo o nell' altro veniva ancora a riprendermi, cosi come succedeva nei miei incubi, cosi come li raccontavo a May. E poi avevo queste voci, le allucinazioni non passavano e a volte mi sentivo come se non ero davvero presente in tutto questo, a volte mi perdevo lì, all' interno nella mia mente e faticavo a uscire. Ero come imprigionato in un labirinto senza via di fuga.

Annui ancora. E sapevo che forse la via d'uscita era parlarne, parlare con lei, far uscire tutto. Sebbene quella piccola parte impaurita di me mi urlava di non farlo, piangeva disperata perché aveva paura.

<< a cosa pensi?>> chiese May e io la fissai. Forse parlare a lei di quel piccolo bambino che vedevo in fondo alla mia mente che urlava e piangeva e diceva di non raccontare nulla se no l'uomo cattivo veniva a riprendermi non era poi la cosa giusta da fare. Non ora. Ma sapevo anche che quel pensiero che stavo avendo non era poi solo mio.

<< e che ho paura.>> dissi alla fine. E il bambino dentro di me bussava forte, voleva uscire, piangeva.

<< hai paura di cosa Taehyung?>> chiese May.

Basta fermati. No!

E più urlava più il mio respiro aumentava.

Ti verrà a prendere. Poi Beom ti punirà.

The Only Hope For Me Is You - SPLIT MINDDove le storie prendono vita. Scoprilo ora