Capitolo 2

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VICTORIA

Non capisco perché il nonno mi abbia portata fino alla mensa.
Non ci mangia neanche!
Incrocio le braccia sul petto e sbuffo, guardandomi intorno.
Ho gl'occhi della maggior parte dei soldati puntati addosso. Immagino di essere diventata popolare solo perché sono la nipote del generale Burton.

Il nonno mi presenta un uomo piuttosto robusto di nome Charlie e poi mi prende in disparte per parlarmi.
-Tesoro-   Dice  -Tuo padre mi ha detto che da quando hai perso il lavoro, stai sempre in giro fino a tardi con quella... Faith, che non ha una nemmeno una buona reputazione-
Aggrotto la fronte e storco le labbra.
-Faith non ha una cattiva reputazione-
-In ogni caso, tuo padre è seriamente preoccupato per te. Dice che la situazione è diventata insostenibile. Non fai mai quello che ti dice di fare, e stai sempre in giro fino a tardi a spendere i tuoi soldi e a bighellonare con quella nullafacente-
Stringo le labbra e fisso mio nonno in silenzio per un'istante, colma di rabbia.
-Allora, è per questo che mi ha mandata qui da te. Odia Faith e vuole sbarazzarsi di me perché sono diventata un problema per lui!-
-No tesoro. Ti sbagli!-
Ribatte il nonno, prontamente.
-E tu, credevo desiderassi davvero vedermi e passare un pò di tempo con me. Invece! Era tutto un inganno-
-Vicky. Ascolta-  Mi interrompe il nonno  -Sei la mia unica nipote, e sai quanto ti voglio bene-
-Ma. Avanti! Cosa avete tu e tuo figlio in serbo per me-
-Solo aiutarti a riprendere la retta via-
Fa' una pausa e mi conduce di nuovo verso Charlie.
-Io e tuo padre, abbiamo deciso di comune accordo di farti lavorare qui, alla base. Charlie è il supervisore. Baderà lui a te-
Alzo gl'occhi al cielo e sbotto.
-E se mi rifiutassi di restare qui e lavorare?-
Il nonno posa la mano sulla mia spalla, mi guarda e dice:
-Allora dovrai dire addio alle carte di credito e cavartela da sola-
Spalanco le braccia in segno di rassegnazione.
-Bene. Sembra che non ho altra scelta-

Il nonno guarda l'orologio che tiene sul polso, poi guarda di nuovo me.
-Ho una cena importante con dei colleghi. Devo proprio andare. Ci vediamo domani-
Se ne va', e mi lascia nelle mani di questo... Charlie, che mi fa' un sorriso sornione.
-Allora. Cosa devo fare esattamente? Stare alla cassa o preparare i cibi ai clienti?-
Gli domando, mostrandomi amichevole e disponibile.
L'uomo ride di gusto e mi fa' cenno di segurlo all'interno della cucina.
-Oh no, mia cara! Il tuo compito qui, è di lavare i piatti-
Strizzo gl'occhi e non riesco a trattenere un'espressione incredula.
Una montagna di piatti da lavare che sembra non finire mai, sta proprio lì, davanti ai miei occhi.
-Loro sono Greig e Selma. I tuoi nuovi colleghi di lavoro-
Dice Charlie, prima di venir richiamato da un soldato e allontanarsi.
Quel Greig si avvicina a me, squadrandomi dalla testa ai piedi.
Afferra un grembiule e me lo lancia.
-Mettilo. O rischi di rovinare il tuo bel vestitino-
Alzo gl'occhi al cielo e sbuffo.
-È chiaro che non era nei mei piani venire qui a lavare i piatti-
-Non era neanche nei miei, se per quello! Ma a nessuno della base, compresi i parenti dei militari, è permesso soggiornare qui senza lavorare. Nemmeno a te, cara nipotina del generale!-
-Greig finiscila!-
Selma lo rimprovera, e lui sbotta, tornando al suo posto di lavoro.

Squilla il mio cellulare.
È mio padre.
Mi precipito fuori dalla mensa per rispondergli e sbatto contro un solido muro di muscoli.
-Domando scusa-
Dico, senza nemmeno guardare in faccia il soldato su cui sono andata a picchiare la testa. Poi, cerco un angolo silenzioso dove poter parlare tranquillamente al telefono con mio padre.

.

DAREN

Eccoli che arrivano.
Gordon Perkins, insieme alla sua inseparabile collega Sharon Wynne.

Vengono a sedersi proprio al tavolo dove siamo seduti io ed Elmer, con i loro bei vassoi colmi di cibo e il sorriso falso sulle labbra.

Perkins e Wynne sono entrambi secondo tenente, e non hanno una buona reputazione qui alla base.
Perkins ha la fama di donnaiolo, Wynne di concedersi a chiunque la desideri.
-Conoscete la ragazza col vestito azzurro? Mi è appena venuta addosso-
Domanda Gordon guardando prima me e poi Elmer.
Io bevo un sorso del mio caffè e poi gli rispondo.
-Mi sorprende, che proprio tu non ne sappia niente. È Victoria Burton, la nipote del generale-
Lui solleva un labbro, e poi lo incurva in un sorriso.
-Davvero un bel bocconcino-
-Vuoi farti anche lei, ora?-
Domanda Sharon.

Tutti sanno che Sharon è innamorata di Gordon. Anche lui lo sa', ma preferisce far finta di niente e continuare ad approfittare di lei e del suo corpo quando gli pare e piace, senza alcun impegno.
Di lei anche delle altre, naturalmente.
-Perché no!-
Esclama Gordon, sorridendo.
-Hey! Vacci piano-  Lo rimprovero. -Stiamo parlando della nipote del generale Burton-
-E con questo?-  Domanda Gordon. -Anche a lei piacerà scopare, come tutte le altre donne, no?-
-Sei disgustoso!-
Sharon afferra il vassoio con il suo pasto e si sposta ad un'altro tavolo.
-Ecco. L'hai fatta scappare via-
Dico, mentre anche Elmer si alza dal tavolo e ci saluta.
-Ci si vede. Vado in camerata-
Ricambio il suo saluto con un cenno della mano, e focalizzo nuovamente la mia attenzione su quel bastardo di Gordon, che riprende a mangiare.
-Perkins-
Lo chiamo e mi volge un'occhiata.
-Stanotte vado in piscina a fare due vasche-
Si limita a dire.
Ha preferito cambiare discorso, ma forse è meglio così.
Nemmeno a me piace continuare a parlare della nipote del generale con lui. Finirei per incazzarmi.
-Non so' se riuscirò a venire-
Replico, con tono severo e con lo sguardo ancor più severo della mio tono.
Gordon continua a mangiare senza preoccuparsene e fa' spallucce, mettendo una patatina in bocca.
-D'accordo. Nessun problema, andrò da solo-

Lascio la mensa dopo aver mangiato e cammino a passo lento sino alla mia stanza privata.
Un privilegio che solo i graduati hanno.
Guardo lungo il corridoio.
Poi mi guardo intorno.
Non vedo Victoria da nessuna parte.
Chissà che ci faceva alla mensa e se si trova ancora lì.
Mi piacerebbe essere suo amico.
Ma per farlo, devo trovare una scusa plausibile per avvicinarmi a lei senza spaventarla.

Raggiungo la mia stanza, faccio una doccia veloce e mi cambio i vestiti.
Ripensandoci, credo che invece andrò in piscina a fare qualche vasca insieme a Gordon.
Prendo il telo, il costume, tutto ciò che mi serve e raggiungo la piscina.

...








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