Capitolo 3

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VICTORIA

-Mi comporterò bene. Non farò fare brutte figure al nonno. Te lo prometto-
Rassicuro mio padre al telefono e poi chiudo la conversazione sbuffando.
Lui e il nonno pensano che da quando ho smesso di lavorare, sono diventata una specie di delinquente che va' in giro a ubriacarsi e a drogarsi, buttando soldi inutilmente.
Invece, non faccio nulla di tutto questo.
Ho solo ventitré anni e vado a svagarmi, a divertirmi, senza eccessi!

Torno verso la mensa.
Comincio subito a darmi da fare e a lavare quella montagna di piatti che mi aspetta.
La mensa chiude, ma i piatti vanno comunque lavati tutti, fino all'ultimo.

Quando finalmente finisco il mio turno di lavoro, mi dirigo verso gli alloggi. Attraverso il solito, lungo corridoio, e mi ritrovo davanti una porta.
Sopra c'è una targhetta con su scritto qualcosa che non avevo letto la prima volta che sono passata di qui: piscina.
Guardacaso, adoro nuotare.

Apro la porta il tanto giusto per sbirciarci dentro e noto da subito che si tratta di una piscina al coperto.
Controllo se c'è qualcuno.
Sembra vuoto.
Deduco che alle undici di notte non venga nessuno a farsi una nuotata.
Tanto meglio!
Entro.
La piscina è davvero grande, immensa.

Mi avvicino al bordo, dove c'è la scaletta, mi guardo ancora una volta intorno e sfilo via il vestito, rimanendo con l'intimo addosso.

Mi tuffo in acqua all'istante e faccio qualche vasca.
È davvero magnifico.
Una piscina tutta per me!

Raggiungo di nuovo il bordo della piscina accanto alla scaletta, e mi sembra di sentire entrare qualcuno dalla porta.

Panico totale.

Rimango ferma, in acqua, attaccata alla parete della piscina, e respiro a malapena per la paura.
Vedo qualcuno tuffarsi e nuotare dalla parte opposta alla mia, poi tornare indietro e venire verso di me.
Riemerge, e mi nota.

Trattengo il fiato.

Quel qualcuno, è un giovane uomo, sexy e carino.
Strizza gl'occhi e sbatte più volte le palpebre. Si strofina gl'occhi.
Mi fissa come se avesse appena avuto un miraggio. Ma poi sorride.
-Tu, sei Victoria Burton. Giusto?-
-Già!- Replico, riprendendo fiato -Sono io-
-Gordon Perkins. Secondo tenente-
-Mi spiace. Io, credevo che non venisse nessuno a nuotare a quest'ora, così, ne ho approfittato per fare qualche vasca-
-In intimo-
Replica lui, volgendo lo sguardo sul mio reggiseno in pizzo nero, chiaramente visibile attraverso l'acqua limpida della piscina.
Mi copro con una mano e lui volge lo sguardo altrove.
-Scusa. Non volevo metterti in imbarazzo-

Oggi dev'essere il mio giorno sfortunato, perché pochi istanti dopo, giunge qualcun'altro.
Un'altro giovane uomo in costume, tutto muscoli, che mi guarda meravigliato dal bordo della piscina.
-Che sta succedendo?-
Domanda, guardando poi verso Gordon.
-Niente- Replica lui -Stava già qui quando sono arrivato-

L'uomo avverte all'istante il mio disagio.

Afferra il mio telo con una mano e lo posa sulla scaletta della piscina.
-Voltati- Dice a Gordon -Così può uscire dall'acqua tranquillamente-
-Ti ringrazio-
Sorrido al gentiluomo di cui non so' il nome, e non appena lui e Gordon si voltano, afferro il telo e me lo avvolgono sotto le ascelle.
-Potete voltarvi ora-
Dico.

Mi avvicino al gentiluomo e lo guardo imbarazzata.
-Grazie ancora-
-Victoria Burton. Giusto? Io sono Daren Jacobs. Lieto di conoscerti-
Mi porge la sua mano e io gliela stringo con fermezza.
Questo Daren ha davvero un bel sorriso.

-Sembra che tutti qui mi conoscano-
Dico, sorpresa.
-Beh! In una base militare come questa, le voci girano in fretta. E poi, sei la nipote del generale Burton-
Daren guarda verso Gordon e lo intima ad uscite dall'acqua solo con lo sguardo.
Lui esce e quasi rimango senza fiato.
Gordon hai un fisico da vero sportivo. Asciutto e leggermente muscoloso.
-Scusa se non ho capito che volevi uscire dalla piscina-
Gordon sorride appena e si gratta il capo.
Ma non mi da' l'impressione di sentirsi davvero dispiaciuto. Anzi.
-Oh! Non preoccuparti. È tutto ok-
Ribatto all'istante.
-Qualcuno ti ha già mostrato la base?-
Quel Daren è davvero incredibile!
Era giusto quello che volevo vedere.
-A dire il vero, no. Nessuno-
-Potrei... mostrartela io. Chiederò il permesso al generale Burton domani stesso-
-Sarebbe meraviglioso. Grazie-
Raccolgo il vestito e le scarpe da terra e mi allontano dalla piscina lentamente mentre i due continuano a guardarmi.
-Allora, a presto-
Dice Gordon, salutandomi con il gesto delle mano.
-A presto-
Replico, raggiungendo lo spogliatoio per mettermi addosso scarpe e vestito.

.

GORDON

Incrocio le braccia sul petto e volgo lo sguardo divertito verso Daren, dandogli una leggera gomitata.
-Mostrartela io, eh!-
-La mia è solo gentilezza. Voglio aiutare Victoria ad ambientarsi e a farsi degli amici finché starà alla base-
Daren sembra piuttosto serio e deciso mentre mi parla.
Ho come l'impressione che Victoria gli piaccia.
Peccato che piaccia anche a me, e non intendo cedergliela.
-Può contare anche su di me e sulla mia amicizia-
Dico.
Lui mi guarda in modo alquanto scettico e mi da' una leggera spinta.
-Finiscila di dire sciocchezze! Non sei mai stato amico di una donna-
-Cosa te lo fa' credere?-
-Hai forse dimenticato che ti conosco da ben dieci anni ormai? E poi, lo hai ammesso tu stesso alla mensa di volertela soltanto portare a letto-
-Potrei essere un buon 'scopamico'
per lei-
Faccio una battuta, e ovviamente, Daren non la gradisce.
In effetti, il mio intento con le belle donne, è sempre stato quello di portarmele a letto, non di farmele amiche.
Ma sono certo che Victoria è attratta da me, e non mi rifiuterà.

Daren sbuffa.
Poi continua a parlarmi come un genitore premuroso farebbe con i propri figli.
-Se non vuoi finire nei guai, ti consiglio di stare alla larga da quella ragazza.
Soprattutto se hai cattive intenzioni con lei. Il generale Burton non te la farebbe passare liscia-
-Non finirò nei guai. Non ho cattive intenzioni e non starò lontano da lei-
Replico, tutto d'un fiato.
Daren stringe forte la mascella e mi guarda fisso negli occhi.
-Vuoi metter fine alla tua carriera nell'esercito solo per portartela a letto?- Fa' una breve pausa. -Stiamo parlando della nipote del generale Burton. Non di una donna qualsiasi-
Io sbotto e mi faccio serio, tanto
quanto lui.
-Beh!Tu non conosci le donne tanto quanto me.
Sono certo di piacere a Victoria.
L'ho capito da come mi guardava.
Per cui, le chiederò di uscire con me.
Il resto, verrà da sé-
-Aveva ragione Wynne quando diceva che sei disgustoso-
Replica Daren, con aria schifata.
Poi se ne va'.
Faccio un sospiro e riprendo i miei vestiti.
Victoria non sembra una ragazza facile, ma nemmeno una santarellina.
E poi, sono certo che non mi metterà nei guai con suo nonno.
Faremo sesso, e tutto finirà lì.

Mi incammino verso la mia stanza e subito noto Sharon, poggiata accanto alla porta della mia stanza con le braccia conserte.
-È da un pò che ti aspetto-
Dice.
-Credevo fossi arrabbiata con me-
Replico, cercando la chiave della stanza nel pantalone della mimetica.
-Non più. Dove sei stato?-
Mi domanda.
-Ormai dovresti conoscermi. A quest'ora vado spesso a fare una nuotata in piscina-
Lei mi butta le braccia al collo e mi bacia sulla bocca.
-La prossima volta, potremmo fare sesso lì, nell'acqua-
-Non sarebbe male come idea-
Replico, mettendo le mani sulle sue natiche sode.
-Ho voglia-
Mormora al mio orecchio.
-Ho voglia anch'io, tesoro-
Mi stacco un'istante da Sharon, apro la porta e da vero gentiluomo, la lascio entrare per prima.

Lei mi guarda, mi sorride maliziosa e mi accarezza la maglietta col dito indice.
Sorrido e chiudo la porta.
Sarà una notte lunga...

...

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