Capitolo 5

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VICTORIA

Manca ancora mezz'ora alla fine del mio turno alla mensa e non faccio altro che guardare l'ora sull'orologio a parete davanti a me.
-Hai un appuntamento, cenerentola?-
Greig mi guarda e mi provoca con il suo solito sorrisetto strafottente.
-Non ti riguarda-
Contiuo a lavare la mia parte di piatti e ed asciugare le posate, quando giunge Gordon.
La cosa mi coglie di sorpresa.
-Sei in anticipo-
Gli dico.
Gordon va' verso Charlie e gli parla.
-La signorina Burton viene via con me-
-Come desidera, tenente-
Charlie non può obiettare.
Lui e Greig mi guardano colmi di indignazione.

Gordon mi prende per mano e mi conduce con lui fuori dalla mensa.
-Che succede? Perché tutta questa fretta?-
Gli domando.
-Te lo spiego dopo-
Continua a tenermi per mano e mi porta in una zona della base che non conosco.
Una zona che sembra abbandonata.

Entriamo in un edificio che ha tutta l'aria di essere stato un locale e poi richiude la porta alle sue spalle.
Mi guardo intorno.
C'è un bancone, qualche tavolo e un divano rotondo rosso senza spalliera con qualche cuscino sopra.
-Era un pub, prima che chiudesse-
Gordon si diede sul divano e mette via i cuscini per farmi posto.
Mi siedo al suo fianco.
Mi piace l'idea di stare sola con lui.
-Allora. Che succede?-
Gli domando sorridendo.
-Ho una cosa da dirti. Una cosa che non ti farà piacere-
-Di cosa si tratta?-
-Tuo nonno. Ha ordinato a Tucker e Jacobs di tenerti d'occhio-
Aggrotto la fronte e storco le labbra in una smorfia.
-Come sarebbe, tenermi d'occhio?-
-Beh! Sorvegliarti giorno e notte, immagino-
Mi alzo in piedi di scatto e batto forte un piede sul pavimento colma di rabbia.
-Dio! Non posso crederci! Mio nonno non può farmi questo! Quando mi chiama mi sente!-

Gordon si alza in piedi e si pianta davanti a me.
Poggia le mani sui miei fianchi, mi accarezza dolcemente i capelli e sussurra:
-Tuo nonno ti tratta come se fossi ancora una bambina-
-Non solo lui, anche mio padre-
Replico, con tono irritato.
Gordon mi sfiora una guancia con le nocche e all'improvviso, sento sprigionarsi un calore in tutto il corpo.
-Ai miei occhi invece, sei una donna, bella e desiderabile-
Mi afferra il mento, mi solleva il viso verso il suo e mi accarezza il labbro inferiore con il pollice.
Mi bacia.
Le sue labbra sono calde, morbide e così piacevoli che mi sento sciogliere.
Socchiudo le labbra e la sua lingua si insinua nella mia bocca all'istante.

Il suo corpo aderisce al mio e il suo calore, il suo odore di maschio, mi attrae fino a farmi perdere la lucidità.
La passione cresce, il desiderio ci pervade, mentre con estrema naturalezza, si sfila via la maglietta mettendo in bella mostra i suoi muscoli asciutti.
Mi bacia il collo e allo stesso tempo mi sbottona la camicetta.
La sua bocca vogliosa si infila nell'incavo dei miei seni, facendomi trasalire.
Mi libera della gonna, lasciandola scivolare lungo le gambe.
Subito dopo si libera dei pantaloni e si siede su divano.
Mi siedo a cavalcioni sopra di lui, e sento la sua erezione sotto di me, premere fra le cosce.
Mi sgancia il reggiseno e mette le mani a coppa sui seni, sollevandoli e massaggiandoli con gentilezza.
-Hai un seno favoloso-
Mormora, guardandomi negl'occhi.
Afferra e stringe con forza il capezzolo destro con le labbra e lo succhia vigorosamente, mentre, al tempo stesso, con un gesto rapido mi rovescia, facendomi sdraiare sul divano.

Si sfila via i boxer e il suo pene salta sull'attenti. Sbarro gli occhi estasiata.
Devo ammettere che uno così grosso non lo avevo mai visto.
Lui sorride dopo la mia reazione e sfila via le mie mutandine, lentamente.
-Ti voglio. Non posso più aspettare-
Mormora, facendomi allargare le gambe e insinuandosi fra le mie cosce.
Mi penetra, lentamente, senza fretta, fino nel profondo.
Sento la grossezza del suo pene  riempirmi e dilatarmi completamente.
Mi sfugge un gemito di piacere.
-È troppo grosso? Ti fa' male?-
Mi domanda quasi divertito.
-No. Continua...-
Replico, con un sospiro.

Gordon comincia a muoversi dentro e fuori, sollevandosi leggermente da me a ogni spinta. I nostri respiri seguono il ritmo dei nostri corpi e riecheggiano nel silenzio della stanza.
Si ferma un'istante e mi guarda.
-Sei fottutamante stretta e bagnata-
Geme, piegandosi in avanti e baciandomi sul collo mentre mi scopa ancora più forte.
Le sue spinte diventano potenti e frenetiche tanto da farmi raggiungere l'orgasmo.
Continua a far scorrere il suo cazzo su e giù dentro di me, finché non viene anche lui.
Il suo seme si riversa sopra il mio ventre e mi guarda mentre gode e si svuota estasiato.

Mi bacia sulle labbra.
Ricambio il suo bacio, cingendogli il viso tra le mani.
Gli infilo le dita nei capelli, umidi di sudore, e il bacio si fa più profondo.
Ma solo per pochi istanti.

Gordon si stacca da me, all'improvviso. Si alza dal divano e raccoglie la sua roba da terra per rivestiti, lasciandomi perplessa.
-Ho fatto qualcosa che non va?-
Gli domando, confusa.
Mi alzo anch'io dal divano e recupero i miei indumenti.
-Meglio che torni all'alloggio. Non vorrei che passassi dei guai a causa mia-
Dice, mentre contiua a vestirsi.
-Potresti passarli tu. Non io-
-Io me la caverò. Ora vado-
Lui esce dall'edificio, senza preoccuparsi minimamente di me.
Finisco di allacciare le scarpe e mi rattristo.

Gordon è diventato improvvisamente freddo e distaccato. Come se avesse voluto divertirsi e basta.
Vorrei raggiungerlo e chiedergli spiegazioni.
Sono certa che c'è dell'altro.
La scusa di prima non regge.

Lo cerco fuori dall'edificio ma è come se si fosse volatilizzato.
Torno gli alloggi familiari.
Raggiungo il mio e chiudo la porta.
Mi preparo per fare la doccia, quando sento bussare alla porta.

Vado ad aprire con il telo legato sotto le ascelle, sicura che sia Gordon.
Magari, vuole scusarsi con me.
Invece, mi trovo davanti Elmer e Daren.
I due volgono lo sguardo altrove non appena mi vedono semi nuda davanti ai loro occhi.
-Posso fare qualcosa per voi?-
Domando, inarcando le sopracciglia.
-Volevamo solo essere certi che fosse tutto apposto-
Replica Elmer, guardandomi negl'occhi.
-E come? Standomi sempre col fiato sul collo?-
Sbotto, indignata.
Elmer mi guarda accigliato e alza il tono della voce:
-Pensi che sia uno spasso per noi?Eh!-
-Non preoccuparti-  Replico  -Non appena parlerò con mio nonno, gli dirò che non ho affatto bisogno della vostra 'protezione'. Chi volete che mi faccia del male qui dentro?-
Elmer e Daren si guardano tra loro e poi Elmer fa un nome.
-Per il momento, sta lontana da Perckins-
Rido leggermente e rispondo:
-Per quale motivo? Sentiamo-
-Ha la fama del donnaiolo. E poi, nessun posto al mondo è sicuro. Nemmeno questa base-

Ora riesco a dare un senso al comportamento di Gordon di prima.
Ma ormai è tardi.
Quel che è stato è stato.
Con lui, non posso più tornare indietro.
E poi, se ci ho fatto sesso, è perché lo volevo anch'io.
Non lo vedrò più, ma non voglio essere privata della mia privacy e della mia libertà.
-A proposito- Aggiunge Elmer. -Per ordine del generale, tuo nonno, metteremo un soldato di guardia davanti all'ingresso del tuo alloggio. Ogni notte-
-È assurdo!-
Sbraito, stringendo gli occhi per l'ira.
-Durante il giorno invece, starai con me o Tucker-
Conclude Daren.
-Domani stesso parlerò con mio nonno e metterò fine a tutto questo!-
Sbatto la porta davanti alle facce di Daren ed Elmer e mi metto a sedere sul letto, colma di rabbia.
Domani mio nonno mi sente!

...

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