L'incidente

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A casa di Jim avevano appena finito di cenare e fuori la notte stava calando sulla città, dove i grattacieli splendevano di luci variopinte che sembravano stelle cadute sulla terra.
Karen e suo marito, che avrebbero dovuto alzarsi alle sei, si erano coricati presto.
Lui ogni mattina si recava di buon'ora alla fabbrica di navicelle spaziali in cui lavorava, mentre Karen era mattiniera per natura.
Le piaceva alzarsi presto e uscire in giardino per ammirare l'alba, in uno dai pochi spazi naturali rimasti in quella metropoli ultra moderna dove l'umanità sembrava perdersi un giorno dopo l'altro.
Chiuso in camera sua, davanti al PC, Jim rifletteva sugli eventi della giornata: per la prima volta era rimasto solo con Sybil.
Aveva avuto modo di scambiare confidenze con lei e di ascoltare i racconti della sua vecchia vita nell'oceano.
Laggiù c'erano animali e forme di vita che né Jim né gli scienziati avrebbero potuto immaginare. I fondali erano un mondo fantastico, conosciuto solo dalle creature marine e dalla loro Regina.
Jim davanti alla sirena non si era mai sentito imbarazzato e le aveva parlato senza difficoltà della sua indole solitaria e dei suoi problemi a uscire con le ragazze.
Sybil aveva ascoltato tutto attentamente, senza giudicare, e gli aveva offerto la sua amicizia incondizionata in modo del tutto spontaneo. Era qualcosa di raro.
Aveva un sorriso sincero e un'indole generosa.
Non assomigliava per niente agli abitanti di quella città che la vita moderna aveva reso introversi e carichi di acrimonia.

Era proprio vero quello che gli avevano insegnato a scuola, pensò Jim: le sirene erano gli angeli del mare, possedevano una saggezza immensa.
Sotto lo sguardo comprensivo di Sybil, si era sentito di nuovo se stesso dopo tanti anni passati a fingere per farsi accettare dagli altri.
Adesso sperava che la sirena sarebbe rimasta per sempre a vivere da lui.
Dopotutto la casa era grande e i suoi sembravano accettare la sua presenza di buon grado.
Certo suo padre aveva un carattere difficile e a tratti appariva ancora titubante, ma Jim era sicuro che presto si sarebbe abituato alla loro ospite.
Nel frattempo Sybil era tornata in camera sua seguita da Rocky, il cane robot che in pochi giorni si era affezionato a lei e adesso la seguiva dappertutto.
Era felice di trovarsi lì: Jim e i suoi genitori l'avevano accolta bene e amava la compagnia di quello strano animale che, a modo suo, sembrava provare dei sentimenti.
Sybil pensò che forse Rocky la capiva: entrambi erano diversi dagli altri terrestri.
Lei aveva la coda di un pesce, lui era una macchina: per quanti sforzi facessero, nessuno dei due sarebbe mai entrato a far parte della razza umana.
Inizialmente questo pensiero aveva intristito Sybil, ma guardando l'affetto che stava ricevendo in quei giorni, si era detta che essere diversa dagli uomini non era importante.
Aveva un cuore come loro e stava imparando velocemente le loro abitudini e i loro gusti.
Quella sera aveva cenato con loro e assaggiato un sacco di nuovi cibi: pasta, verdura, frutta; tutto aveva un sapore meraviglioso per le sue papille gustative abituate soltanto alle alghe.
Adesso si era sdraiata sul letto e stava guardando il televisore acceso sulla parete di fronte a lei, quando improvvisamente ebbe fame.
Karen le aveva detto che poteva prendere tutto quello che desiderava dal frigo senza chiederle il permesso, quindi dopo una breve esitazione, si alzò, uscì in fretta dalla stanza ed entrò in cucina saltellando.
La stanza era grande, con un pavimento bianco e lucido, arredata con mobili argentati che splendevano sotto una luce azzurra che si era accesa automaticamente all'ingresso della sirena.

Sybil si avvicinò al frigorifero col cuore che le batteva: era la prima volta che si accingeva ad aprire quello strano marchingegno e provava una forte emozione.
Prendere confidenza con la casa la faceva sentire più umana, il sogno che coltivava da quando era piccolissima.
Con una mano tremante aprì lo sportello che rifletteva la sua immagine e subito vide gli scaffali illuminati: dentro c'erano formaggi, uova, vasetti di yogurt e alcune confezioni di budino artigianale che la famiglia di Jim aveva acquistato dal vecchio mondo.

Erano confezioni da sei vasetti l'una, raffiguranti l'immagine di un'abbondante budino al cioccolato

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Erano confezioni da sei vasetti l'una, raffiguranti l'immagine di un'abbondante budino al cioccolato.
Sybil aveva assaggiato un pezzo di cioccolata dopo la cena ed era difficile dimenticare quel sapore straordinario che l'aveva rapita! Durante i pochi giorni trascorsi sulla terra non aveva mai mangiato niente del genere e ora si sentiva emozionata nel vedere quei vasetti davanti a sé.
Ne tirò fuori uno, poi richiuse il frigo.
Aprì il coperchio blu e, afferrato un cucchiaio dal contenitore giallo lì accanto, iniziò a mangiare quel budino che aveva una consistenza morbida e un gusto sublime.
In poco tempo divorò l'intero vasetto senza neanche rendersene conto. Il cuore le galoppava nel petto ed era estasiata da quel cibo per gli umani che aveva sempre sognato di assaggiare.
Senza pensarci, aprì di nuovo lo sportello del frigo e ne estrasse un altro vasetto che finì in una manciata di minuti.
Il suo stomaco fece un rumore strano e improvvisamente ricordò la raccomandazione che le aveva fatto la Regina di tutti i mari: mangia un poco per volta e prenditi del tempo per abituarti al cibo umano.
Guardò per un istante la perla appesa alla sua catenina e provo una fitta di nostalgia per la madre. Chissà se in fondo al mare le sirene si ricordavano di lei...
Stava per tornare in camera a lavarsi i denti, ma il suo sguardo si posò nuovamente sul frigo chiuso.
Lì dentro c'erano quei budini squisiti e lei desiderava solo mangiarne ancora un po'.
Titubante, lo riaprì ed estrasse le altre confezioni, poi prese il cucchiaio e iniziò a ingoiarne il contenuto. Un quarto d'ora dopo le aveva finite tutte e aveva gettato le scatole in un buco sotto il lavandino che raccoglieva la differenziata e la smistava automaticamente tramite un complicato congegno elettronico .
Ora il suo stomaco produceva un rumore gorgogliante e la sirena a iniziò ad avvertire un forte mal di pancia.
Si piegò leggermente premendo le mani pallide sull'addome, poi, smarrita, si sedette su una sedia accanto al tavolo.
Adesso la testa le girava e non riusciva più a pensare in modo lucido.
In camera sua Karen dormiva già, mentre il marito era ancora sveglio e stava leggendo un libro dal tablet che aveva appoggiato sulle ginocchia.
A un tratto lui sollevò lo sguardo e osservò il monitor sulla parete davanti a sé: era collegato alle telecamere della casa e ora trasmetteva l'immagine di Sybil in cucina, seduta sulla sedia, mentre si teneva la pancia con un'espressione di dolore sul volto.
Subito si alzò e varcata la porta elettronica, si diresse in cucina.
"Hey, cosa succede?", chiese alla sirena che lo guardava, spaventata da quel dolore improvviso che adesso le stava attraversando tutto il corpo.

Sybil aprì la bocca per chiedergli aiuto, quando un sapore amaro le salì per la gola

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Sybil aprì la bocca per chiedergli aiuto, quando un sapore amaro le salì per la gola.
Il suo volto si contrasse in una smorfia e lei iniziò a rigettare davanti al padre di Jim che la fissava stupefatto, mentre sul pavimento si allargavano delle chiazze di vomito verdi e marroni.
Di nuovo Sybil fece per parlare, di nuovo non ci riuscì.
Continuò a vomitare tenendosi la pancia, mentre il padre di Jim sfiorava un touch screen sulla parete per richiamare l'attenzione della moglie che dormiva.
"Hey Karen!", esclamò. "Corri qui, per favore...guarda che macello!"

E voi siete golosi come me e Sybil? Avete mai fatto indigestione di cioccolata? Raccontatemi le vostre esperienze.
Saluti dal profondo del mare 🧜🏻‍♀️💙✨

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