Un vero amico

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Paul era andato a letto da circa un'ora. Era digiuno. Durante il pomeriggio non aveva pescato nemmeno un misero pesce per colpa del mare inquinato che li stava uccidendo giorno per giorno, così aveva bevuto un bicchiere di latte e si era preparato per dormire.

La serata era tranquilla, silenziosa e la luna splendeva sul campo che circondava la sua casa, dove anni prima qualcuno aveva gettato delle sostanze tossiche che avevano reso sterile il terreno. Paul aveva combattuto strenuamente contro i modernizzatori che volevano invadere il vecchio mondo, così un gruppo di questi ultimi si era vendicato, condannando il poveretto ad acquistare le verdure dai vicini o a scambiarle con i pesci che pescava. Aveva molti amici, gente sincera che gli voleva bene, ma non poteva accettare che si privassero di qualcosa per aiutarlo. Così aveva continuato ad arrangiarsi, in attesa di tempi migliori.

Nella dispensa aveva un grosso pezzo di pane e un barattolo di miele quasi terminato. Sarebbe stata la sua colazione del mattino seguente.

Ora, nella quiete della sua stanza, ripensava a quando il mondo era ancora sereno, i campi fertili e lui felice accanto alla moglie e alla figlia Teresa. Teresa! La sua bambina, che era stata uccisa crudelmente prima che potesse salutarla! L'adolescente con i capelli lunghissimi e due splendidi occhi verdi come il mare; occhi che ricordavano quelli della sirena che aveva aiutato a raggiungere la terraferma qualche giorno prima.

L'ultima volta che l'aveva vista, Teresa si trovava in salotto accanto allo specchio e si stava preparando per uscire.
Una spazzolata, due gocce di profumo, un velo sottile di rossetto perché sua madre non voleva...
Avrebbe incontrato Micheal, il ragazzo timido che frequentava da un paio di mesi, e non stava più nella pelle all'idea di uscire con lui.
In quel mentre Paul aveva fatto entrare i due sconosciuti: un uomo e una donna ben vestiti, che avevano bussato alla sua porta con la scusa di consegnare degli opuscoli su alcune tecniche di agricoltura innovative.

Paul gli aveva aperto e loro avevano estratto delle pistole laser dalle tasche dei pantaloni, poi avevano iniziato a sparare contro sua moglie Giorgina e contro sua figlia, mentre entrambe si accasciavano al suolo in preda alle convulsioni.

Il fucile era lì, appeso alla parete. Lo teneva per autodifesa, ben sapendo che gli esponenti del mondo moderno avrebbero potuto attaccarlo da un momento all'altro.

Paul lo aveva afferrato e aveva sparato contro di loro, con tutta la rabbia che aveva in corpo. Adesso erano riversi sul pavimento, accanto a sua figlia: un'accozzaglia di bulloni, gomma, fili elettrici.
Quelle persone dall'apparenza gentile altro non erano che due androidi programmati per uccidere!
Ma come aveva potuto essere così stupido? Come aveva potuto essere tanto ingenuo da aprirgli la porta e lasciarli entrare con un sorriso?
"È colpa mia!", mormorò, pensando allo sguardo terrorizzato di Teresa, agonizzante sul pavimento, con i lunghi capelli sparsi sulle spalle.

Da quel giorno Paul non si era più dato pace e quando qualcuno gli aveva avvelenato il terreno, lui aveva pensato che fosse la giusta punizione per non aver protetto la sua famiglia.
Micheal era stato un'altra vittima dei modernizzatori: un mese dopo la scomparsa della ragazza, si era gettato giù dalla scogliera lasciando una lettera di addio rivolta ai genitori, con su scritto: "Vado da Teresa. Scusatemi".
Quel giovane così timido e introverso non poteva vivere senza sua figlia. Sugli scogli la polizia aveva rinvenuto tracce di sangue, mentre il corpo non era stato più ritrovato. Qualcuno era convinto che le sirene avessero tentato di salvarlo, per poi seppellirlo in una delle loro grotte quando si erano accorte che per Micheal non c'era più niente da fare.
Tre vite distrutte, quattro con la sua e solo perché aveva aperto quella maledetta porta! Ah se solo fosse uscito col fucile in mano, se avesse iniziato a sparare subito...

Tormentato da questi pensieri, Paul si stava rigirando nel letto quando udì suonare al campanello di casa.

Sobbalzò. "Chi mai sarà a quest'ora?". Non aveva più paura del mondo moderno, dopo che i suoi leader avevano firmato un trattato di pace col mondo in cui viveva, ma quando si alzò, prese ugualmente il fucile che teneva accanto al letto, prima di avviarsi alla massiccia porta di legno che chiudeva l'ingresso.

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