Una ricerca disperata

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Jim aveva passato la notte sveglio ad attendere il rientro di Sybil, guardando dalla finestra della cucina nella speranza che il cancello elettronico si aprisse per lasciarla entrare.

Aveva appena finito di litigare con i suoi genitori quando si era accorto della scomparsa della sirena. Troppo tardi! Allora giovane era già uscita giardino e si era avventurata nell'oscurità senza una parola, probabilmente ferita da ciò che il padre di Jim aveva detto sul suo conto.

Jim avrebbe voluto uscire immediatamente a cercarla, ma era stata indetta la notte del risparmio energetico e le strade erano completamente buie, fatta eccezione per la luce della luna che sembrava guardare tutto con quella calma silenziosa così diversa dal tumulto del mondo moderno.

Ormai era quasi l'alba. Il padre di Jim era tornato a dormire e la madre era rimasta sveglia a bere caffè seduta al tavolo di cucina.

Quella bevanda era proibita, ma la famiglia di Jim, che era composta da programmatori, faceva parte di un élite alla quale veniva concesso il consumo di cibi e bevande messe al bando per il resto della popolazione.

"Dove sarà andata?", Domandò preoccupata Karen al figlio che era in piedi vicino al tavolo e teneva in braccio Spot, il cane robot.

"Non ne ho idea, mamma", rispose sconfortato il ragazzo. "Ma forse lui sì...", aggiunse dopo un attimo di esitazione, indicando il cane che muoveva la coda d'acciaio. "Ma certo! Lui è sempre stato accanto a Sybil! Il suo olfatto può portarmi da lei!". Esclamò, ricordando all'improvviso che una delle tante funzionalità dell'androide era quella di riconoscere gli odori e seguirne le tracce a distanza di diversi chilometri.

E prima che sua madre potesse replicare, Jim uscì correndo di casa con il robot tra le mani.

Adesso il sole stava sorgendo lentamente e proiettava una luce rosa sulla metropoli che dormiva ancora.

Jim percorse il giardino diretto alla Flying Car, parcheggiata in un angolo accanto alla staccionata.

Saltò sul veicolo e depose Rocky su sedile passeggeri, poi sfiorò il touch screen e la macchina parti a tutta velocità, sfrecciando al di sopra del cancello elettronico.
Il cuore gli batteva forte ed era determinato a trovare la sua amica a ogni costo. Sybil era stata la prima ragazza per la quale Jim aveva provato qualcosa e non le avrebbe permesso di perdersi per quella città dove i robot avevano sostituito gli esseri umani e i leader erano pazzi.

La giovane sirena era troppo diversa da tutti loro: dolce, naturale, ingenua. Non sarebbe mai sopravvissuta a quella giungla.

Jim fermò la macchina che atterrò qualche centinaia di metri più in là, dove la pista per auto volanti era affiancata da un passaggio pedonale che conduceva al mare.

Scese dal veicolo seguito da Rocky il quale saltò giù e gli corse dietro con il corpo metallico che scintillava nei primi raggi di sole.

Jim si voltò verso di lui e gli fece una carezza: "Ascoltami bene", gli disse. "Devi portarmi da Sybil, la tua migliore amica. Potrebbe essere in pericolo e noi dobbiamo trovarla assolutamente. Mi aiuti?".

Il cane esitò per un istante, cercando l'odore di Sybil nella memoria dei suoi microchip.

Poi parti di gran carriera, seguito da Jim che correva a perdifiato.

Percorse circa 1 km, svoltò a sinistra e si fermò di fronte al rifugio per sirene e abitanti della Terra Calda.

"Giusto!", esclamò Jim di fronte al grande edificio blu decorato da disegni di stelline dorate. "Potrebbe essere qui! Ma come ho fatto a non pensarci prima?".
Ora Rocky si era seduto sulle zampe posteriori e guardava l'edificio abbaiando.

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