“Ti sono mancato in questi mesi?”“E me lo chiedi? Incontrarsi per videochat non mi basta più. E poi lo sai. Quella strega di Orsola me lo permette solo una volta al mese sotto stretta sorveglianza…”
“Ma stasera siamo liberi. Non ci sente nessuno. Perché non organizziamo una fuga?”
“E per dove? Non abbiamo il microchip, per noi non c’è lavoro fuori di qua. Dobbiamo completare il percorso. Poi saremo due programmatori specializzati…”
Le luci della palestra illuminavano i due giovani stretti l’uno all’altra. Januaria e David ballavano lentamente, impegnati in una conversazione intima che assumeva tinte sempre più romantiche.

La mente di Januaria vagava, sospesa tra i sentimenti che provava per il giovane e il progetto irrealizzabile di una fuga accanto a lui. Una fuga da favola, loro due su un cavallo bianco, erranti per foreste magiche, tra castelli e grotte di fate.
Quella giovane dal temperamento duro conservava un’indole sognatrice che mostrava soltanto alle persone di cui riusciva a fidarsi. David era una di queste.
Era una serata speciale. Le ragazze volteggiavano tra le braccia dei loro cavalieri senza pensare a niente, se non alla dolcezza della musica, stregate da quell’abbraccio del quale erano digiune da troppo tempo.
Un abbraccio che avevano a lungo agognato, scosse dai turbamenti tipici della loro giovanissima età…
Tutte erano rapite da quel momento magico, ma ahimè, non abbastanza da dimenticare le tre sfortunate sirene che galleggiavano in piscina, spettatrici di un incanto che la natura gli aveva precluso fin dalla nascita.
“Ma cosa avete da guardare voi altre? Sotto i mari non si balla? Non avete un ragazzo?”
Rise Amalia rivolta alle sirene. Stava ballando con Freddie, uno studente timidissimo che per tutta la serata non aveva spiccicato parola.
Ora fissava Amalia mortificato. Non amava le liti, avrebbe voluto dirle di smetterla ma non ne aveva il coraggio.
“Oh, non ti preoccupare, loro sotto i mari se la spassano tutte le sere, non è vero Sybil? Chissà cosa combinano con i tritoni”, esclamò Januaria sghignazzando.
Una a una le altre ragazze si unirono a loro nel lanciare illazioni e frasi a doppio senso. Presto la musica fu sovrastata dal brusio delle loro voci, sempre più forti, sempre più insolenti…
I cavalieri, segretamente attratti dalla bellezza delle sirene, cercarono di smorzare i toni.
“Ma no, cosa dici? Lasciale stare, dai…”, protestavano.
Il volto di Sybil era paonazzo. Per lei l’amore dei sensi non esisteva. Quelle allusioni erano imbarazzanti, la mettevano a disagio. Nella sua diversità si sentiva uno scherzo di natura, un fenomeno da baraccone arrivato lì solo per divertire le persone normali, come avveniva anticamente nei circhi.

Ma poi ricordò. Essere diversa le aveva conferito un potere. Un potere che le ragazze non avevano.
Continuando a tenersi a galla con un aggraziato movimento delle braccia, Sybil prese fiato, aprì la bocca. E cantò. Era un bellissimo canto antico, una melodia imparata sotto i mari dalle note morbide e soavi.
Nella notte buia e scura
Tra sirene e marinai
Si alza un canto misterioso
E anche tu lo ascolteraiLa canzone degli oceani ogni sera dai pontili, ha stregato i capitani delle navi mercantili
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Il Canto Del Pianeta Avatar
FantasyAvvertenze: questo libro sembra ispirato alla Sirenetta tradizionale. In realtà evolve in modo molto diverso. Siamo nel 2580 .Una sirena si avventura sulla Terra, dove vivrà esperienze traumatiche che la cambieranno profondamente. La crudeltà degli...