Acquaeternum, l'isola immortale

75 21 49
                                    

Il sole stava calando lentamente all'orizzonte, mentre il canto delle sirene si diffondeva nell'aria.

"Mesiku na nebi hlubokem
Svetlo tve daleko vidi,
Po svete bloudis sirokem,
Divas se v pribytky lidi.
Mesicku, postuj chvili..."

"Luna nel cielo profondo
La tua luce si vede lontano,
Per il mondo intero tu vaghi,
Tu osservi le case della gente.
Luna, aspetta un po'
Dimmi, dov'è il mio amato?"...

Era un meraviglioso inno alla luna, tratto da un'opera scritta molti secoli prima; le sirene lo cantavano, accompagnando le note con delle piccole cetre che durante il giorno nascondevano dietro gli scogli.
Tutte erano sedute su una scogliera di pietre rosa che brillava agli ultimi raggi del sole.
Aria, la più grande di loro, intonava la melodia seduta al centro e le altre intorno univano la loro voce alla sua.
Infine Aria posò la cetra e guardò soddisfatta le sue sorelle: "Anche stasera la nostra canzone ha raggiunto il cielo e a trasportato le nostre parole alla luna per farla sorgere".
"Ora non ci resta che aspettarla", fece Ola, la più piccola di tutte .
Le piaceva aspettare la luna ogni sera insieme alle sorelle; quella luna che andava a dormire e si risvegliava al suono delle loro voci.

Dietro di lei le luci nella grande villa si accesero una per una, mentre palme che contornavano l'isola dondolavano dolcemente alla brezza della Sera

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.


Dietro di lei le luci nella grande villa si accesero una per una, mentre palme che contornavano l'isola dondolavano dolcemente alla brezza della Sera.
Ai loro piedi, una distesa di sabbia dorata si mescolava a perle brillanti e pietre preziose.
Jania, una sirena di 18 anni si chinò a raccogliere un diamante che brillava accanto alla scogliera. Poi lanciò un'occhiata alla villa dietro di sé.
"Chissà chi sarà l'umano che ne varcherà le soglie..." sospirò.
"Una persona pura e di buoni sentimenti" disse Aria. "Così ci ha spiegato la Regina ".
Ola intervenne: "Ma non è giusto che ci entri un uomo! È patriarcale!".
"Ola!", esclamò un'altra sirena seduta sulla scogliera. "La Regina ha parlato di umano, non per forza di uomo! Ma poi cos'è questo linguaggio? Hai ascoltato di nuovo la gente sulle navi, dì la verità..."
Ola arrossì.
Nei giorni precedenti aveva raggiunto di nascosto una nave che si era fermata al confine con l'isola Acquaeternum, il ritrovo delle sirene il cui ingresso era severamente proibito agli umani. Poi, senza farsi notare, si era arrampicata su una scaletta che era stata lasciata distrattamente aperta ed era rimasta lì, sull'orlo del parapetto, ascoltando le voci dei turisti che chiacchieravano accanto al pontile.
Avrebbe tanto voluto essere una di loro! Le persone ballavano e bevevano champagne, in uno scintillio di abiti da crociera coperti di lustrini.
Sembravano divertiti e nessuno si stava accorgendo della sua presenza.
Poi una signora elegante si era voltata verso di lei: "Hey, c'è qualcosa lì", aveva esclamato indicando il bordo del parapetto dal quale Ola faceva capolino.
Così lei si era gettata in acqua e aveva raggiunto le sue sorelle sugli scogli.
"Beh, non sono affari tuoi", rispose infine alla sorella sirena. "Comunque non è corretto che solo Sybil frequenti gli umani...io voglio pari opportunità!".
Continuò, cercando di ricordare tutte le parole che aveva sentito provenire dalla nave. Questi discorsi impegnativi le piacevano, la facevano sentire una terrestre importante, come la gente che aveva visto sull'imbarcazione.
Ma Aria la rimproverò:
"L'invidia e le contestazioni fanno parte dell'animo umano, ma non si addicono a delle sirene come noi. Siamo gli angeli del mare! Qui non esistono le liti né le competizioni e ciascuno di noi vive in armonia con gli altri.
Se vuoi il permesso di visitare la terra, devi liberarti di certi sentimenti negativi...gli umani ne possiedono già a sufficienza!"
Ma Ola non la ascoltava più. Aveva già dimenticato la leggera invidia che provava fino a pochi secondi prima.
Nonostante fosse molto giovane, nel suo animo di sirena non c'era posto per il male.
Poco distante in acqua, un gruppo di tritoni aveva improvvisato una danza.
Nuotavano veloci, muovendo le braccia muscolose e sbattendo le code, mentre i capelli verdi dondolavano poco al di sopra delle spalle.
Uno di loro si appartò e Ola lo raggiunse a nuoto.
Si guardarono intensamente negli occhi, poi loro mani si sfiorarono. Ma rimasero lì...
Le sirene non conoscevano l'amore come lo conoscono un uomo e una donna.
Loro si riproducevano deponendo le uova sul fondale; poi un tritone che la sirena madre aveva scelto tra gli altri, versava su di esse una goccia di sangue dopo essersi bucato un dito con uno spillone d'oro e insieme alla compagna, attendeva con pazienza che le uova si schiudessero, generando dei piccoli destinati a vivere con la tribù di appartenenza.
Intanto la giovane Ola era tornata indietro e si era seduta nuovamente sugli scogli, fissando l'orizzonte.
A un tratto le sirene levarono in coro un'esclamazione di gioia:
"La luna! La luna! È tornata a trovarci anche stasera!"

Adesso in cielo splendeva una magnifica luna d'argento che illuminava la sabbia e tutte le pietre preziose sparse per l'isola Acquaeternum.
Pochi secondi dopo, nel mare cristallino, i pesci e i cavallucci marini iniziarono a saltellare.
I tritoni si disposero in cerchio danzando e le acque cominciarono a ribollire, formando una schiuma rarefatta che si rompeva a contatto con la superficie.
Dai flutti emerse Coralia, la Regina di tutti i mari.

Per quanto fossero belle le sirene, non ne esisteva una più bella di lei

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

Per quanto fossero belle le sirene, non ne esisteva una più bella di lei. I suoi occhi verdi sfolgoravano sotto la luce della luna, i capelli che galleggiavano nell'acqua, sembravano fatti di seta pura.
"Regina!", esclamarono in coro le sirene.
Insieme intonarono un canto di festa in onore della loro madre che le guardava sorridente.
Poi tutto tacque e la Regina parlò:
"Io sono lo spirito delle acque disceso nel mondo. Prima che la terra nascesse e tutti i pianeti fossero creati, la mia essenza fluttuava nell'aria. Sono stata la luce delle stelle, l'alito dei venti, l'acqua delle nubi. Le tenebre più cupe non possono vincermi né intimorirmi.
La mia anima ha volato nelle profondità del cielo, soffiato tra alberi e fiori, nuotato con i pesci. Ha attraversato tutte le dimensioni e conosciuto pianeti lontani, per poi entrare in un ramo di corallo e nascere vostra eterna regina.
Ecco perché il mio nome è Coralia e il mio regno si chiama Acquaeternum".
"Regina!" esclamò Ola estasiata, mentre le sue sorelle sfioravano le cetre e le arpe per accompagnare il discorso della madre.
"Ma chi sarà l'umano che varcherà i cancelli di questa isola benedetta? Chi potrà entrare nella grande villa per restarvi in eterno?".
"Puro come le acque incontaminate, saggio come i tritoni e le sirene, questo umano non conoscerà l'invidia né la gelosia. Sarà impavido, sfiderà i mari impetuosi e lo spazio in nome delle creature del mare come noi. Avrà tante virtù. Ma ancora non posso svelarvi il suo nome..."
Disse la Regina.
Alla fine del discorso solenne, le sirene, come ogni sera entrarono in mare e si unirono ai tritoni in una danza celebrativa intorno alla loro sovrana.
Le loro voci riecheggiarono nell'aria mescolandosi al suono calmo del mare.


Il Canto Del Pianeta Avatar Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora