I seguaci del dio Moloch

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Apocalisse 13,16-18

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Apocalisse 13,16-18

16 Inoltre obbligò tutti, piccoli e grandi, ricchi e poveri, liberi e schiavi, a farsi mettere un marchio sulla mano destra o sulla fronte. 17 Nessuno poteva comprare o vendere se non portava il marchio, cioè il nome della bestia o il numero che corrisponde al suo nome.
18 Qui sta la sapienza. Chi ha intelligenza, calcoli il numero della bestia, perché è un numero d'uomo; e il suo numero è seicentosessantasei.

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Quella notte era stato indetto il risparmio energetico, come succedeva ogni settimana. Le luci delle strade erano spente, i locali avevano obbligo di chiusura e ai cittadini veniva sconsigliato di uscire per l'alto tasso di criminalità che proliferava quando le strade erano particolarmente buie.


D'improvviso una fiammata illuminò la piazza principale: alcune persone vestite di tuniche bianche avevano acceso un enorme falò. Adesso un battito di tamburi risuonava nell'aria sempre più intensamente.

Subito un gruppo di ballerine in abiti di tulle chiaro iniziò a scatenarsi in una danza tribale: si muovevano avanti e indietro sulla piazza, agitando le braccia in sincronia, poi correvano in cerchio, facendo svolazzare le gonne sulle gambe snelle e affusolate.

A un tratto il gruppo si fermò e le persone vestite di bianco rivolsero gli sguardi a un punto oltre la fiamma, dove presto comparve la sagoma di una statua enorme illuminata dal fuoco.

A un tratto il gruppo si fermò e le persone vestite di bianco rivolsero gli sguardi a un punto oltre la fiamma, dove presto comparve la sagoma di una statua enorme illuminata dal fuoco

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Rappresentava una strana creatura che sedeva su un trono e aveva il viso e le corna di un toro. Le possenti zampe erano poggiate sui braccioli del singolare sedile e sul ventre aveva uno sportello chiuso .

Alla base c'erano delle piccole ruote e alcuni androidi del tutto simili agli esseri umani la stavano spingendo in mezzo alla piazza.

Un uomo in tunica bianca, con un cappello a punta e una lunga barba sul viso, uscì dalla folla e si avvicinò al monumento.
Tra le braccia reggeva un bambolotto a forma di neonato.
Salì una scala a pioli che gli androidi avevano sistemato davanti alla scultura, poi aprì lo sportello che si trovava sul ventre e gettò la bambola nella pancia della statua, che emise un terribile ruggito, mentre gli occhi da toro si illuminavano per qualche secondo nel buio.

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