Paul non aveva più sua figlia, ma conservava ancora quella preziosa cassapanca che racchiudeva la breve vita della ragazza. Si trovava nella cameretta di Teresa, ai piedi del suo letto, chiusa da una serratura di metallo intagliato che spiccava sul legno scuro.
Paul entrò nella stanza e la aprì come aveva fatto altre volte. Dal mobile scaturì subito quel profumo delicato che sua figlia si spruzzava sempre prima di uscire. Davanti a sé vide una pila di abiti leggeri a fiorami che riposava su un lato del contenitore. Erano quelli che la sua Teresa aveva comprato pochi mesi prima di andarsene: ecco il vestito bianco della domenica e sotto quello più scuro che metteva di sera, quando si recava a passeggiare sul fiume con Michael.Durante la guerra di modernizzazione, il ragazzo portava con sé la pistola, ma Teresa si rifiutava di farlo. Ne aveva un autentico terrore. Gli attacchi terroristici erano cessati da circa un mese quando Michael aveva gettato l'arma nel fiume: alla ragazza non piaceva l'idea che lui possedesse un oggetto tanto pericoloso, perciò aveva deciso di accontentarla. Si era liberato della pistola sotto i suoi occhi, esclamando: "È finita. Adesso possiamo dedicarci ai nostri progetti!".
Dopotutto, l'atmosfera era tranquilla e il governo del Nuovo Mondo aveva firmato un trattato di pace con quello Vecchio.
Certo, la zona di confine era ancora soggetta alle incursioni di qualche invasato, ma Michael si sentiva ottimista, così come lo erano Paul e sua moglie Giorgina. Dove vivevano loro, nessuna cellula del movimento modernizzatore entrava più da tempo, pertanto le famiglie avevano allentato le misure di sicurezza e adesso finalmente respiravano di sollievo.Paul era sereno.
Non sapeva che la morte aspettava solo di entrare in casa sua a rapire la sua famiglia per mano di due androidi. Aveva sottovalutato i pericoli che venivano dal Nuovo Mondo almeno quanto aveva sopravvalutato la possibilità che sua moglie potesse avere un malore o contrarre malattie durante la gravidanza. In quei mesi Paul era diventato addirittura ipocondriaco!Accarezzò gli abiti di Teresa, mentre ripensava a quando lui e Giorgina si recavano al santuario ogni giorno per raccomandare a Dio la salute della piccola.
Lei aveva ormai una pancia enorme e lui non voleva che facesse sforzi.
Al ritorno dal lavoro stancante di agricoltore, Paul cucinava e puliva con cura la casa.
Poi entrambi i coniugi uscivano per attraversare il breve campo che li divideva dalla chiesetta.
Lì, varcato il portale pesante, si inginocchiavano davanti alla statua di Santa Teresa.
Lei li guardava sorridente da una nicchia, dove il rosso delle rose si alternava al candore dei gigli e al verde scuro dei rami di edera fresca, che ogni giorno i braccianti di quella zona depositavano nei vasi ai suoi piedi.Un profumo persistente giungeva da quell'angolo della chiesa, mentre Paul e Giorgina assaporavano quel silenzio quasi surreale, preparandosi all'arrivo della piccola creatura che li aveva colti di sorpresa poco dopo le nozze.
Nessuno dei due se lo aspettava, non erano nemmeno preparati; eppure quanta gioia per Paul quando, nel sapere che Giorgina era incinta nonostante i medici le avessero diagnosticato la sterilità!Allora lui aveva iniziato a costruire i mobili per la cameretta della bambina e ogni pomeriggio aveva accompagnato la moglie in quel breve pellegrinaggio.
Durante il tragitto entrambi non facevano che ridere e a pianificare il futuro, allegri come quando erano ancora due goffi ventenni all'inizio del fidanzamento.
Tutte le domeniche e durante la settimana, avevano onorato la chiesa con una visita, così la tradizione era andata serenamente avanti per anni. Poi un giorno l'incubo si era introdotto in casa loro per distruggere tutto quello che avevano costruito insieme.Una settimana dopo la tragedia, Paul, affacciandosi alla soglia di casa, aveva visto del fumo provenire dalla direzione del santuario.
In lontananza, fiamme rosse stavano macchiando il nero uniforme della notte come enormi farfalle di sangue. Così aveva attraversato i campi correndo con il cuore in gola ed era entrato nella chiesa ormai avvolta dal fuoco, tentando inutilmente di domare l'incendio con i lembi della giacca.
Ed eccola lì, il monumento della santa che lui e Giorgina avevano celebrato chiamando la figlia con lo stesso nome.
Stava bruciando, ma Paul riuscì a scorgere ancora quell'espressione sorridente.Allora cadde in ginocchio: le fiamme si strinsero sempre più attorno a lui, ma l'uomo non staccò gli occhi dal volto della statua.
Poi parlò: "Santa Teresa! Mia figlia si chiama come te! Ti prego, falla tornare! Ti supplico! Ridammi Giorgina e mia figlia! Non posso vivere senza di loro!".In quel momento gli parve che la santa muovesse la bocca e le pupille come per comunicare con lui.
Paul spalancò gli occhi giungendo le mani, ma poi il fumo iniziò a soffocarlo, mentre il fuoco avvinceva tutto proiettando bagliori rossastri sulla statua.
Con uno sforzo si sollevò e si precipitò fuori nell'aria fresca della notte.
La gola gli bruciava.
L'uomo respirò una lunga boccata d'aria, mentre si guardava intorno sperando nell'arrivo del furgone antincendio. Poco dopo udì le sirene dei vigili del fuoco che sfrecciavano sulla strada principale a tutta velocità.
Così si avviò verso casa tossendo, con le lacrime che gli solcavano il volto sporco di fuliggine.Il giorno dopo seppe che l'incendio era stato rivendicato come atto terroristico da parte dei modernizzatori.
Forse si trattava delle stesse cellule impazzite che avevano programmato gli androidi per uccidere sua moglie e sua figlia.
Paul ripensò ancora a Teresa che cadeva riversa a terra sotto le onde della pistola laser e, come faceva spesso, iniziò a spostare i libri nella cassapanca.
Li prese in mano uno a uno per leggere quei titoli e le pagine che la ragazza aveva amato tanto.
Davanti ai suoi occhi un libro di racconti, uno di letteratura del secolo precedente, poi diversi volumi illustrati che parlavano delle sirene.
Erano i libri preferiti di Teresa e, nel guardarli, Paul non poté fare a meno di pensare a Sybil, sperando in cuor suo che stesse bene.Avrebbe tanto voluto farle visita al centro di accoglienza, ma sapeva che l'accesso era interdetto agli estranei, soprattutto se questi ultimi provenivano dal Vecchio Mondo. In quel momento sentì la mancanza del santuario in cui si era recato tanto spesso, prima che fosse distrutto dal fuoco.
Nessuno lo aveva mai ricostruito.
Visto che non poteva fare niente per Sybil, decise che l'avrebbe almeno raccomandata alle preghiere della santa che si chiamava come la sua bambina.
E poi c'era la Regina dei Mari che lo aveva salvato dalla miseria per premiarlo della generosità nei confronti della sirena.
Di certo la Regina non avrebbe abbandonato Sybil, Paul ne era convinto.
Lei era onnipresente e anche se non l'aveva più rivista dal giorno miracolo che aveva ricevuto, l'uomo riusciva a percepirne vicinanza.
I suoi campi avevano continuato a germogliare e ogni mattina trovava cibo delizioso nella dispensa.
L'essenza della Regina era qualcosa che si avvertiva nell'aria, una sensazione impalpabile ma forte, rassicurante.
Paul continuò a frugare tra i volumi, scavando nella cassapanca e spostando i ricordi di Teresa finché le sue mani non si imbatterono nella copertina rigida di un diario chiuso da un lucchetto.
Era celato dietro uno spesso libro che parlava di oceani e lui non lo aveva mai visto prima di allora.
Lo aprì e iniziò a leggere, felice che sua figlia potesse rivivere in quelle righe vergate a penna.
Gli sembrò di tornare indietro nel tempo.
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Il Canto Del Pianeta Avatar
FantasyAvvertenze: questo libro sembra ispirato alla Sirenetta tradizionale. In realtà evolve in modo molto diverso. Siamo nel 2580 .Una sirena si avventura sulla Terra, dove vivrà esperienze traumatiche che la cambieranno profondamente. La crudeltà degli...