Orsola Von Der Mayden

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Era mattina presto e Orsola Von Der Mayden sedeva alla scrivania bianco perla del suo ufficio.

Era una piccola stanza priva di finestre che aveva un complicato impianto di areazione. Le pareti e i pavimenti erano blu e alle spalle di Orsola c'erano alcuni monitor affiancati dalle superfici di vetro infrangibile dei touch screen, le cui icone luminose brillavano sotto la luce artificiale.

Orsola si girò e tocco uno dei tanti display dietro di sé: subito su uno schermo elettronico comparve il suo riflesso. Aveva più di settant'anni, ma era ancora una bella donna molto giovanile, con dei folti capelli biondi e due vividi occhi color celeste chiaro.

"Guarda qui ...molto meglio di quelle quattro galline!", mormorò, pensando alle ragazze del centro di accoglienza che dirigeva.

Poi sfiorò un display lì accanto, premette l'icona con l'immagine che rappresentava una cioccolata calda sintetica e subito una tazzina blu di caffè caldo fu deposta sul fondo del macchinario.

Orsola Von Der Mayrden lo prese e iniziò a berlo lentamente. Durante i suoi primi anni di governo in quella città aveva proibito il caffè perché faceva male ai cittadini. Lei era dell'idea che tutti dovessero mantenersi in salute per il bene del prossimo e per risparmiare denaro pubblico. I caffè e cibi grassi erano consentiti solo nei ristoranti e durante le occasioni speciali, ma prima occorreva un suo permesso, era chiaro!

Per sé stessa Orsola Von Der Mayrden faceva un'eccezione: come si poteva negare una tazza di caffè a una persona importante come lei, che per anni aveva lottato per il bene della città...e dell'universo?

Così aveva inserito una buona dose di caffè nel distributore automatico, dopo averlo comprato dagli abitanti del vecchio mondo, dove il caffè veniva ancora prodotto. Anche lei aveva ceduto alla tentazione del contrabbando con quei trogloditi che per lo più facevano i contadini e i pescatori. Dopotutto le aveva ricompensati profumatamente pagandoli con scatole di integratori e medicine, quindi non avevano niente da recriminarle.

Un monitor sulla parete di fronte a lei si illuminò all'improvviso, mostrando l'immagine di una ragazza che si avviava verso il suo ufficio. Poco dopo la porta elettronica si aprì e la giovane ospite del centro di accoglienza entrò.

"Miss Orsola" disse rivolta alla direttrice. "Abbiamo finito la carta igienica...".

La ragazza sorrideva. Aveva due splendidi occhi neri, la carnagione olivastra e indossava dei vestiti variopinti. I lunghissimi capelli scuri erano coperti da un velo.

"Cosa ci fai qui?" disse subito Orsola Van Der Mayden, stizzita

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"Cosa ci fai qui?" disse subito Orsola Van Der Mayden, stizzita. "Ho detto mille volte che voi ragazze non potete entrare. Siete sorde, per caso?".

"Ma Miss Orsola", replicò la ragazza. "La carta igienica è finita e non sappiamo più come pulirci il..."

"Usate le doccette dei wc, no? Dove avete lasciato il cervello? Al vostro paese?"

La ragazza sbuffò. "Le doccette non funzionano più..."

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