Luci blu illuminavano i chilometri di strade che attraversavano la città, avvolta ormai nel silenzio notturno. La luna era alta e rivolgeva il suo viso argentato ai tetti delle case e al lungo marciapiede dove Jim camminava sconsolato.
A bordo della Flying Car, aveva passato la giornata a cercare Sybil in ogni angolo di Iside666, per poi parcheggiare la macchina in una via del centro e continuare la sua perlustrazione a fianco di Rocky, il quale procedeva lento, seguendo i passi ormai stanchi del ragazzo. Dopo la rivelazione di sua madre, Jim aveva provato un forte senso di sconforto. Sapere di essere nato da un esperimento lo aveva fatto sentire un business, un animale creato per soddisfare la curiosità altrui. Si era chiesto se i suoi avessero aderito allo studio col solo scopo di arricchirsi, ma poi aveva ripensato ai racconti della gioventù di sua madre. La vita con lei era stata dura: nessun divertimento, poco tempo libero, una serie di lavori umilianti e sottopagati. Sua madre aveva il terrore che lui potesse avere la stessa sorte e infine Jim si era convinto che la scelta dei suoi genitori fosse stata determinata da un autentico desiderio di garantirgli un futuro.
Non ne aveva più parlato. Le telecamere erano dappertutto e lui voleva evitare che Karen finisse nei guai per avergli rivelato un segreto governativo. Continuò a camminare lento sul marciapiede dipinto di blu.
Pochi metri più avanti, di fronte all'ingresso di un palazzo, vide alcune persone coinvolte in una rissa. Dal mucchietto di gente si levavano grida e voci concitate. Subito due poliziotti, probabilmente androidi, intervennero. Estrassero dei taser e colpirono uno a uno i litiganti che sciolsero immediatamente il mucchio, ritraendosi con un fremito. Il voltaggio doveva essere basso, perché nessuno svenne né fu colto dalle convulsioni.- Questo spetta a chi non fa parte dell'élite - pensò Jim. - Una vita di stenti, stipati in appartamenti pubblici tra lavoro precario e povertà -
"Tutti nelle vostre case! Ho detto, tornate nelle vostre case!", gridò uno degli androidi poliziotto mentre i litiganti iniziavano a camminare ognuno per la propria direzione imprecando. L'impotenza e la frustrazione, pensò ancora Jim, provocavano casi di violenza incontenibile che insanguinavano quella città, conosciuta come uno dei luoghi più pericolosi al mondo.E poi c'era quella strana polvere che ogni tanto si depositava sulle strade e sulle case. Durante quei fenomeni, Jim aveva alzato gli occhi giusto in tempo per vedere degli oggetti romboidali che volavano a grande velocità e sparivano all'orizzonte.
Quella polvere rendeva le persone irrequiete, a volte feroci.
Jim sembrava esserne immune, forse tutelato dalla sua genetica anomala e Karen dopo quegli eventi lamentava sempre un forte mal di testa. Ma Nathan, il padre di Jim, si sfogava in lunghi accessi d'ira, mentre per strada imperversavano aggressioni e scazzottate destinate a placarsi solo con l'intervento delle forze dell'ordine.Jim proseguì il suo tragitto. Tutto intorno a lui era tornato silenzioso. Ora voleva solo passeggiare e godersi la vista della luna. Al suo fianco, Rocky avanzava instancabile, facendo brillare gli occhi elettronici nell'oscurità della notte estiva. Nonostante fosse programmato per restare vicino al padrone, Jim lo conduceva sempre al guinzaglio. Gli infondeva una sensazione di sicurezza, quasi lo tenesse per mano. Oppresso dalla solitudine, il ragazzo aveva trovato conforto nella compagnia del robot.
Sybil era stata un sogno di pochi giorni, forse un'illusione, eppure lui non si rassegnava. Anche quella notte era in procinto di tornare a casa per riposare e ricominciare la sua incessante ricerca il giorno successivo. Ancora un po' di strada, si disse, dirigendosi dalla parte opposta. Camminare gli piaceva. Si stava inoltrando per una serie di vicoli dove i grattacieli cessavano e le case erano sempre più piccole. Tra un'abitazione e l'altra la vegetazione si infittiva e iniziava a crescere incontrollata, preannunciando la vicinanza con il vecchio mondo.
A un tratto Jim si bloccò. Ricordò Paul, l'uomo che aveva incontrato quella sera da XFood. Paul, il signore gentile che aveva aiutato Sybil a uscire dal mare e poi si era reso disponibile ad aiutarla qualora la sirena ne avesse avuto bisogno. Il numero del suo smartphone era stato salvato sulla smartband di Jim la stessa sera in cui si erano incontrati. Il giovane sollevò il polso, la sfiorò e compose un messaggio: "Sono Jim. Ti disturbo? So che è molto tardi, ma se sei sveglio, avrei bisogno di parlarti un attimo, meglio se dal vivo".
Il cuore gli batteva forte. Forse Sybil si trovava proprio da lui! D'altronde era un amico, un ottimo amico!
La risposta arrivò dopo qualche minuto. "Vieni pure, io abito qui". Nello stesso messaggio, Jim vide una piccola mappa con la geolocalizzazione della casa di Paul."Hey Rocky!", disse allegro. "Ora andiamo a fare un giro in campagna! Forse avremo qualche notizia della nostra Sybil..." Al nome della sirena, Rocky scodinzolò. "Lo so", continuò il ragazzo. "È una rubacuori. Ha stregato anche me, è come se avessi passato la vita ad aspettarla. Non posso perderla, Rocky. E non posso nemmeno lasciare che si metta in pericolo. Lei non conosce questo posto". Il cane uggiolò con un tono di approvazione.
Ora la luna splendeva proprio su di loro, immergendoli entrambi in un alone dorato dalla parvenza quasi ultraterrena. E Jim non era più lì. In quel momento il suo cuore batteva accanto a Sybil. Ancora non sapeva dove si trovasse, ma qualcosa gli diceva che era ormai prossimo a rivederla. Adesso le mura di cinta che segnavano il confine della città si stagliavano davanti a lui, rivestite della tipica vernice blu che ricopriva Iside666.
Il cancello elettronico intercettò la sua presenza e si aprì senza bisogno che scansionasse i documenti. Il suo microchip era una garanzia, gli consentiva di entrare e uscire da dove voleva, libero dagli ulteriori controlli di sicurezza.E fu come varcare le soglie di un'altra dimensione. Davanti a sé vide i campi, i giardini, udì il frinire dei grilli e il canto delle cicale. La metropoli era finalmente alle sue spalle.
Impegnato a cercare la casa di Paul, Jim non si rese conto che stava sorridendo.
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Il Canto Del Pianeta Avatar
FantasyAvvertenze: questo libro sembra ispirato alla Sirenetta tradizionale. In realtà evolve in modo molto diverso. Siamo nel 2580 .Una sirena si avventura sulla Terra, dove vivrà esperienze traumatiche che la cambieranno profondamente. La crudeltà degli...