Preparando la festa

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"Allora? Dimmi la soluzione! Forza... non è difficile!" Sulla classe era calato un pesante silenzio, rotto soltanto da qualche risatina nervosa. Januaria fissava Sybil che sedeva al banco con gli occhi bassi. Aveva un'espressione divertita.

"Coraggio! Ti ho spiegato ieri come funzionano le equazioni! Le abbiamo ripassate apposta per te! Queste quattro galline le conoscono già, manchi solo tu!"

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"Coraggio! Ti ho spiegato ieri come funzionano le equazioni! Le abbiamo ripassate apposta per te! Queste quattro galline le conoscono già, manchi solo tu!"

Il silenzio che aleggiava sulla classe venne di nuovo spezzato da una risata sonora. Da tempo le ragazze non si offendevano più per le provocazioni di Orsola, che spesso riusciva involontariamente a farle divertire. Ma questo la irritava oltremodo.

"State zitte", urlò inviperita. "E tu, invece di passare il tempo a sognare, concentrati sulle lezioni! Nel nostro mondo questo programma si svolge alla prima elementare! Devi metterti in pari se vuoi essere all'altezza di questa classe, è chiaro?"

Sybil aveva gli occhi fissi sulle formule che brillavano dietro al monitor integrato del banco, una fila astrusa di numeri e parentesi che le trasmettevano solo un gran senso di smarrimento. Lineari e pieni di spigoli, quei numeri erano così diversi dalle forme sinuose del paesaggio sottomarino...

"Sì, Miss Orsola", balbettò con un filo di voce

Per tutta la settimana trascorsa al rifugio, Sybil aveva provato a concentrarsi, ma i complicati concetti matematici continuavano a mescolarsi al ricordo di Jim e alle immagini delle onde che scorrevano nella sua mente. L'oceano e le pupille del suo amico avevano lo stesso colore intenso...

Ai rimproveri di Orsola, la sirena manteneva sempre lo sguardo basso, vergognandosi profondamente della sua mancanza di preparazione.
Anche quel giorno sperava che la campanella di fine lezione suonasse presto per concederle un po' di sollievo.

"Sei una causa persa, Sybil! Non sarai mai in grado di programmare gli androidi! Sei inutile!", continuò la direttrice in tono severo. Poi proseguì: "Bene. Oggi le lezioni dureranno solo 8 ore. Tra poco potrete lasciare l'aula e ritirarvi nelle vostre stanze a riposare. La festa andrà avanti fino a mezzanotte, non un minuto di più!"

 La festa andrà avanti fino a mezzanotte, non un minuto di più!"

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"Come il ballo di Cenerentola?", esclamò Januaria sghignazzando.

"Non fare la spiritosa, signorina, o passerai la serata lavorando al computer!", rispose Orsola. In realtà, le faceva piacere che le ragazze partecipassero al ballo. Distrarsi le rendeva più trattabili, anche se il suo regolamento prevedeva pochi diversivi e una mole esorbitante di lavoro abbinato allo studio quotidiano dell'informatica. Ma tant'è, pensò, la cultura è alla base di tutto.

In quel momento, la campanella suonò annunciando la fine delle lezioni e subito le alunne esplosero in un grido di gioia. Poi, in fretta, si alzarono e si accalcarono, dirigendosi verso l'uscita della classe, mentre Orsola le seguiva urlando: "Silenzio! Mettetevi in fila composte! Ordine!"

Ma le giovani non la ascoltavano. Tutte si diressero correndo alle loro stanze per riposare e prepararsi per la serata. Sconfortata, Sybil iniziò a saltellare verso camera sua, senza dire una parola. A causa del clima ostile, l'idea del ballo la terrorizzava. Aveva solo voglia di sdraiarsi sul suo lettino e non pensare a niente.

Orsola raggiunse la mensa riservata ai docenti, dove si era fatta preparare falafel con salsa allo yogurt, pane arabo, verdure in agrodolce e, per finire, un grosso pezzo di torta di mele sormontata da una pallina di gelato. Tutti gli abitanti del nuovo mondo assumevano medicine innovative che consentivano di mantenere il peso forma, ma lei no. Poteva mangiare di tutto senza ingrassare e aveva da sempre un fisico invidiabile.

Al termine del pasto luculliano, uscì dalla mensa, scese le scale ed entrò nell'ala dell'istituto dedicata allo sport. Subito fu salutata da Marilù che stava sistemando alcuni festoni nell'area circostante la piscina.

"Mi dispiace che tu debba fare questo lavoro noioso, ma come sai, l'androide addetto alla preparazione delle feste è stato distrutto dalle ragazze l'anno scorso

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"Mi dispiace che tu debba fare questo lavoro noioso, ma come sai, l'androide addetto alla preparazione delle feste è stato distrutto dalle ragazze l'anno scorso..."

"Oh, ma non ci pensi nemmeno", rispose Marilù, mentre applicava alcune stelle argentate intorno al tavolo dei rinfreschi. "Lo faccio volentieri, mi riporta ai tempi del liceo! Le ragazze avranno una serata intensa, è meglio che ora si riposino."

"Quando avevo la loro età passavo le serate a studiare. Non ricordo di aver partecipato a nessun ballo, tranne che per la festa della birra. Al mio paese era sacra. Che tempi!", sospirò ripensando agli stand che distribuivano patate arrosto, piatti di crauti coperti di senape, mentre nell'aria settembrina risuonavano le note di una musica folk.

"Ci vuole qualche distrazione ogni tanto", fece Marilù che, a causa del suo peso, non era mai stata invitata a ballare durante le feste e aveva trascorso le serate al tavolo del rinfresco divorando tramezzini.

"Con le distrazioni, oggi non sarei una leader. Ho passato la vita sui libri per diventare istruita, saggia, temuta. La mia carriera è iniziata quando ero ancora giovanissima. Avevo già le idee chiare. Pensa che una volta..."

Marilù continuò ad annuire. Ma non la ascoltava. I suoi pensieri vagavano tra i ricordi della vita da liceale passata subendo prese in giro e umiliazioni. Aveva provato con ogni mezzo a dimagrire ma non c'era stato verso. Il suo peso l'aveva ridotta presto a essere considerata lo zimbello della scuola. Guardò i festoni luccicanti augurandosi che le ragazze avrebbero potuto divertirsi come lei non era mai riuscita a fare.

La direttrice era troppo severa. Stava rovinando l'adolescenza di quelle giovani così piene di vita, pensò disponendo sul tavolo dei simpatici sottobicchieri a forma di fiore che aveva ricavato da un vecchio involucro in carta riciclata. Poi, sfiorando la smart band, iniziò a programmare i monitor perché trasmettessero la scritta "Benvenuti al ballo del rifugio".

Nella sua stanza al piano superiore, adagiata sul lettino, Sybil era sprofondata in un sonno cupo e agitato, dove i sogni dei fondali oceanici si alternavano agli incubi.
Poche camere più avanti, il viso sorridente di Januaria si specchiava nel monitor. La ragazza stava pescando alcuni rossetti da una pochette blu e li provava uno a uno, eccitatissima all'idea di rivedere David quella sera stessa. Insieme agli efficaci sistemi di sicurezza, la partecipazione di David ai balli scolastici era una delle cose che la tratteneva dal fuggire via. Continuò a provare il make-up interrompendosi di tanto in tanto per spazzolare la folta capigliatura che esplodeva in una chioma di riccioli ribelli.

Fuori, sul rifugio, iniziarono a calare le luci soffuse della sera. Il cielo era coperto da un tripudio di striature arancioni che si riflettevano sulla calma distesa del mare.
Sotto la superficie dell'acqua, un gruppo di sirene stava giocando allegramente, ma Sybil, addormentata nella sua stanza, non poteva vederle né partecipare ai loro giochi...

Il sole sprigionò un ultimo fascio di luce intensa, poi si nascose dietro l'orizzonte lasciando il posto a un'aurea fredda e grigia.

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