Il Canto Del Pianeta Avatar

Paul

Oltre le mura della città, c'erano gruppi di piccole case disseminati tra chilometri di campi bagnati dalla luce della luna.
Era il vecchio mondo, dove si respirava un'atmosfera di pace e tutto era rimasto identico a molti anni prima.

Paul stava camminando nel viottolo diretto a casa sua, mentre ascoltava pensieroso i suoni della natura che nelle notti estive pulsava in quelle strade, riempiendole di vita.

Il pescatore era stanco: da anni ormai non dormiva bene ed era tempo che non passava la serata in un locale, limitandosi a trascorrere i pomeriggi giocando a carte in barca con gli amici, dopo aver pescato. Ma quella era stata una'occasione speciale.
Ormai era raro che una sirena capitasse da quelle parti e aiutarla lo aveva messo di buon umore.
Da quando sua moglie e sua figlia erano morte, raramente dava confidenza agli estranei.
L'ultima volta che lo aveva fatto, i modernizzatori erano entrati in casa sua con la scusa di regalargli un opuscolo; poi avevano colpito a morte sua moglie e la sua adorata figlioletta con le pistole laser, per scappare quando lui aveva preso il fucile dalla rastrelliera, iniziando a sparare all'impazzata contro quelle persone che pochi minuti prima, avevano bussato alla sua porta sorridendo.

Adesso aveva varcato l'uscio e sedeva pensieroso sulla sedia di cucina. Più tardi avrebbe riempito la vasca d'acqua calda e si sarebbe concesso un bagno rilassante per ritemprarsi dopo le emozioni e le fatiche di quella lunghissima giornata. Era stata una sera allegra. A contatto con quel gruppo di giovani, così entusiasti e generosi aveva pensato che forse l'umanità poteva ancora salvarsi.
Nessuno dei ragazzi conosceva la sirena, eppure avevano preso le sue difese e uno di loro le aveva persino offerto ospitalità!

In un'altra occasione avrebbe sospettato che questa generosità nascondesse un secondo fine, ma al tavolo del locale, scrutando gli occhi azzurri del ragazzo, aveva visto un'espressione sincera.
Così gli aveva pagato la cena e prima di congedarsi da lui, gli aveva lasciato il suo indirizzo con la raccomandazione di venirlo a trovare per portargli notizie della giovanissima sirena che sembrava emozionata di fare il suo ingresso nel mondo degli umani.

Purtroppo quel mondo era sempre più corrotto e pericoloso, Paul questo lo sapeva bene. Lui si sentiva felice di vivere fuori dalle insidie della civiltà moderna.

Con un gesto stanco, estrasse un Rosario di legno dalla tasca degli stinti jeans che indossava e iniziò a pregare a bassa voce, rivolgendosi a un piccolo quadro raffigurante la Madonna che molti anni prima, sua moglie aveva appeso a una parete lì accanto. Nella cornice di legno, la Vergine indossava un manto celeste.
Aveva un'espressione grave e assorta.
L'ultima volta che Paul aveva visto la moglie, era riversa sotto quel quadro e lo fissava agonizzante, ma lui non aveva mai perso la fede in Dio.

Fuori la notte era silenziosa, a eccezione del verso di cicale che risuonava nei campi.

Adesso Paul aveva sonno e dopo aver pregato per una decina di minuti, si alzò per andare a riempire la vasca.
Mentre attraversava la stanza, scoccò un'ultima occhiata alla Vergine del quadro. Per un breve attimo, gli parve che sorridesse.

Passando davanti all'umile camera in cui dormiva, Paul pensò con sollievo che finalmente avrebbe riposato bene.