Capitolo 15

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POV di Eleanor

La luce del mattino si infiltra delicatamente attraverso le tende di seta, accarezzando il soffitto della mia stanza con tonalità dorate. Apro gli occhi lentamente, e per un attimo, mi lascio cullare dal silenzio che avvolge la casa. È quel tipo di silenzio che sembra più pesante di qualsiasi rumore. Scosto le lenzuola e scivolo fuori dal letto, i piedi che toccano il freddo pavimento di marmo mi fanno rabbrividire per un attimo.

La mia camera è immensa, con soffitti alti e arredi che sembrano presi da una rivista di design. Il letto a baldacchino con le tende leggere di seta grigia, il grande specchio con cornice dorata e il lampadario di cristallo che pende al centro. Tutto qui sembra perfetto, curato nei minimi dettagli, ma oggi, come spesso accade, non riesco a percepire la bellezza di tutto questo.

Esco dalla stanza e attraverso il corridoio illuminato dalla luce naturale. Le mie dita sfiorano distrattamente i quadri appesi alle pareti, opere d'arte moderne che ho scelto personalmente, ma che ora sembrano solo pezzi senza vita. Scendo le scale, il rumore dei miei passi che rimbalza contro i muri alti. La casa è troppo grande per me sola, ma non lo ammetterei mai ad alta voce.

Arrivata in cucina, mi preparo una tazza di caffè. Il suono del liquido che scorre nella tazza è l'unico rumore in una casa che altrimenti rimarrebbe muta. Mi siedo al tavolo, osservando fuori dalla finestra il giardino perfettamente curato. Le siepi sono tagliate alla perfezione, i fiori appena sbocciati. Tutto sembra così in ordine, così... privo di vita. Tutto sembra così perfetto… come se il caos e la confusione non potessero mai toccare questo posto.

Eppure, dentro di me, so che non è così.

*Sono sempre via*, penso amaramente. *I miei genitori, le persone che mi dovrebbero amare, non sono mai qui.* Sono costantemente occupati con il lavoro, viaggiano per affari, saltando da una città all’altra, mentre io rimango qui, in questa villa che sembra più una gabbia dorata. Mi manca la loro presenza, mi manca avere una vera famiglia, ma ormai mi sono abituata. O almeno, così mi ripeto ogni giorno.

Bevo il caffè in silenzio, cercando di non pensare troppo. Oggi Nicole verrà a trovarmi, e non voglio rovinare la giornata con pensieri tristi. Nicole è una delle poche persone che riesce a farmi dimenticare, anche solo per qualche ora, la solitudine che mi circonda. Con lei, le risate sembrano riempire ogni angolo di qualsiasi luogo.

L'ho conosciuta poco tempo fa, ma subito mi ha colpito per la sua personalità solare. Nicole è quel tipo di persona che, quando entra in una stanza, sembra portare con sé un raggio di luce.

È impossibile non notarla, e non solo per il suo aspetto, che è decisamente affascinante, ma per come riesce a parlare con chiunque, sempre con un sorriso sincero. Mi è stata simpatica dal primo momento, perché con lei è tutto così semplice, naturale. Non cerca mai di essere qualcun altro, è sempre se stessa, e questa sua autenticità è come una boccata d’aria fresca in un mondo pieno di maschere.

Ma quello che davvero mi ha colpito di Nicole è il modo in cui riesce a tenere testa a Bryan Anderson. Lui è uno di quei ragazzi che si è sempre abituato a ottenere tutto ciò che vuole, soprattutto quando si tratta di ragazze.

Basta uno schiocco di dita, un sorriso affascinante, e la maggior parte delle ragazze cede senza neanche pensarci. Ma Nicole... lei non si lascia impressionare dai suoi modi. Anzi, lo sfida apertamente, senza mai lasciarsi piegare dalle sue battute o dai suoi tentativi di provocarla. Non ci sono molte ragazze che riescono a rispondergli per le rime, ma Nicole sì.

Si odiano, si punzecchiano in continuazione, ma c'è qualcosa in quei loro battibecchi che mi fa pensare che, sotto sotto, ci sia qualcosa di più. Mai dire mai.

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