Hearts And Secrets

Capitolo 22

IG: sweet_dream_writer18 🌟

Eccoci arrivati a un nuovo capitolo! 📚  Preparatevi a un capitolo ricco di azione! 🌪️  Spero vi piaccia!

Prima di iniziare a leggere, vi chiedo un piccolo favore: lasciate una stellina ✨ e un commento per sostenermi. La vostra opinione è preziosa per me! 🫶

Grazie a tutti coloro che lo faranno. ❤️

Nicole's pov

Abbasso ulteriormente il tono della mia voce.

"Sono tutto orecchi," dice lui con uno sguardo pieno di curiosità.

"C'è una scala di ferro, quasi totalmente arrugginita, nascosta tra le siepi del giardino," dico, cercando di non ridere all'espressione buffa di Anderson. "Vai a prenderla e usala per salire qui."

"Avrei un paio di domande prima," replica lui alzando un sopracciglio. "Perché avete una scala arrugginita in giardino, quando potreste averne di più belle e lussuose? E poi, perché è nascosta tra le siepi?"

"Anderson, vuoi salire o vuoi restare lì in basso a chiacchierare?" rispondo, con un sorriso.

"Arrivo, arrivo," dice dopo avermi rivolto un sorrisetto. "Un attimo... perché è nascosta? Questa cosa della scala e del doverti raggiungere, mentre tu sei lì in alto, suona quasi romantico e molto simile a quella di Rapunzel."

"Anderson, credo che dovresti rileggere tutte le fiabe, hai qualche vuoto di memoria," replico divertita dalle sue parole. "E poi non vorrai finire legato a una sedia mentre io ho in mano una padella, no?"

"Va bene, va bene, vado a prenderla," dice lui, dirigendosi verso le siepi.

Lo guardo sparire nell'oscurità, aspetto qualche minuto sentendo i suoi passi e i suoni leggeri della notte, finché non vedo la scala appoggiarsi alla mia finestra. Anderson comincia a salire, dopo aver piantato bene a terra la scala.

Con cautela, sale un gradino alla volta, la vecchia scala di ferro che cigola sotto il suo peso. Quando è a metà, si ferma per tirarsi su le maniche della giacca. Per un attimo, i muscoli delle sue braccia, ben definiti, si intravedono alla luce dei lampioni. Mi soffermo a guardarli, notando i segni del basket. Ogni movimento mette in risalto la forza e la definizione delle sue braccia, catturando il mio sguardo più a lungo di quanto vorrei ammettere.

Finalmente raggiunge la mia finestra, si appoggia sul davanzale e con un'agilità sorprendente, si issa all'interno della stanza. Mi sposto rapidamente per fargli spazio e lui entra, il suo corpo sfiora leggermente il mio mentre si stabilizza sul pavimento.

Per un attimo, rimango immobile, osservandolo mentre si raddrizza e si sistema i vestiti. I suoi muscoli sono ancora in evidenza sotto la luce soffusa della stanza. Non posso fare a meno di gettare un'altra occhiata ai suoi bicipiti, notando ogni dettaglio.

Anderson si accorge del mio sguardo insistente e mi sorprende, il suo ghigno divertito lo tradisce, ma non dice nulla. Arrossisco leggermente, sentendo il calore salire alle guance e distolgo lo sguardo rapidamente, cercando di mantenere la compostezza.

"Certo che non pensavo che mi avresti mai invitato nella tua stanza," commenta lui, guardandosi intorno con interesse. "Devo dire che non mi aspettavo una stanza così..."

"Così cosa?" chiedo, incrociando le braccia e cercando di sembrare indifferente.

"Ordinata," ripete, alzando un sopracciglio. "Pensavo che la tua stanza fosse un po' più... caotica, visto il tuo carattere."

"Smettila," ribatto, cercando di cambiare argomento. "Sei qui per parlare, non per giudicare la mia stanza."

Lui ride piano, osservando il mio pigiama. "Devo dire che il tuo pigiama con quei gattini è adorabile."