Capitolo 25

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IG: sweet_dream_writer18 🌟

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Nicole's pov

Il sole del pomeriggio scalda appena le strade di Los Angeles mentre osservo la città dalla finestra di casa mia dopo essermi fatta un bagno caldo.

È una giornata normale, forse fin troppo.

La scuola è stata noiosa, le solite lezioni, i soliti volti. Tranne uno. Anderson. Sono passati sette giorni. Sette lunghi giorni in cui ha fatto di tutto per evitarmi. Non mi guarda, non mi parla, non mi incrocia nemmeno nei corridoi.

Sbuffo, infastidita, mentre osservo un signore aprire il cancello di casa.

Non riesco a capire cosa gli sia preso, e questa cosa mi sta lentamente logorando.

Dannato Anderson.

Mentre mi perdo nei miei pensieri e mentre sto cerco un vestito indossare, il suono del campanello mi riporta alla realtà.

Nonostante sia ancora in accappatoio, scendo le scale in fretta e vado ad aprirle la porta.

Apro la porta, ed eccola lì: Eleonor. Occhiaie marcate, sguardo perso. Ha un’aria fragile, spezzata, come un fiore sotto la pioggia.

“Ehi,” dico con un sorriso gentile.

“Ciao,” risponde piano, la voce stanca.

È il nostro rituale da una settimana. Ogni pomeriggio, lei viene qui. E ogni pomeriggio io faccio del mio meglio per essere il suo rifugio, anche se sento che non è abbastanza.

Sono passati sette giorni anche per lei.

Una settimana da quando Dylan l’ha lasciata. Ogni pomeriggio, finisce qui da me.

E io non so se sono più arrabbiata con Dylan per come si è comportato, o con me stessa perché non riesco a trovare il modo di aiutarla davvero.

Mentre la faccio entrare, i miei pensieri tornano a quella sera.

Flashback



"Dylan mi ha lasciata," dice tra singhiozzi. "Mi ha detto che non mi riconosce più, che sono cambiata troppo. E tutto questo è peggiorato dopo quella serata... quella volta che eravamo sole a casa mia, dice che è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Ti ricordi, abbiamo bevuto e fumato. Io perché pensavo che Dylan mi stesse tradendo, e ora mi sento come se avessi rovinato tutto."

La immagino seduta sul letto della sua stanza, i capelli raccolti in un mollettone, gli occhi arrossati dalle lacrime. "Mi dispiace tanto, Eleanor. Non è colpa tua.

La sua voce era spezzata, quasi irriconoscibile. Mi raccontò di un messaggio freddo e distaccato, di come lui l’avesse semplicemente... chiusa fuori dalla sua vita. Cercai di calmarla, di dirle che sarebbe andato tutto bene, ma sapevo che non era vero. E lei lo sapeva ancora meglio.

"Mi sento così stupida," dice tra i singhiozzi. "Ho solo peggiorato tutto. Non capisco cosa ho sbagliato."

"Non hai sbagliato niente," rispondo con voce dolce. "Da quanto stavate insieme?"

"Un anno," dice, la voce tremante. "Un anno e il 16 novembre sarebbe stato il nostro anniversario. È un colpo duro, davvero."

Fine flashback

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