In pochi minuti arrivammo alla nuova villetta di Lucrezia, si, aveva cambiato abitazione poiché la residenza comprata da papà quando io e lui ci trasferimmo a Verona dopo la sua morte volli farla chiudere fin quando il testamento non fosse stato aperto.
"Mi prometti che rimarrai il più calmo possibile?" Mi chiese Alex prima di scendere dalla macchina
"Dipende da cosa oserà dirmi quella troia." Risposi seccato
"Certo che se la chiami in questo modo, di certo non potrà offrirti the e pasticcini." Replicò ironizzando la situazione
"Ma che si affoghi con i pasticcini." Aggiunsi aprendo la portiera
<<bussai al campanello>>
"Chi è?" Chiese
"Sai benissimo chi è, apri."
"Partiamo bene." Alex sussurò nel mio orecchio
Subito dopo ci aprì la porta, dandoci visione della sua villetta di lusso,
"Da quanto tempo, come mai qui?" Pensava che io fossi cretino
"Perché ti è morto il cane. Secondo te perché sono qui? Non fare la scema della situazione e andiamo al dunque, non amo girare intorno alle cose, ma parlare molto chiaro." Incrociai le braccia
"Va bene, allora calmiamoci prima di tutto, sediamoci e parliamo davanti ad una tazza di caffè."
"Grazie ma non voglio nulla, allora?" Pretesi
"Cosa vuoi sapere?"
"Continuiamo a nasconderci, va bene... allora se non parlo io, non la finiamo neanche per il prossimo natale. Perché solo oggi e soprattutto dal notaio della MIA famiglia scopro che molto prima di morire mio padre ha adottato per vie legali quell'imbecille di tuo figlio?" La mia voce sprezzante, piena di rancore, rompeva quell'aria fintamente calma che Lucrezia si era imposta
"Possiamo parlare civilmente con il giusto garbo?"
"La civiltà l'abbiamo persa molto tempo fa Lucrezia, adesso rispondi alla mia domanda."
"Non ho nulla da dirti in realtà, è stata una scelta di tuo padre, si è sentito legato a Christian e ha voluto suggellare il tutto per renderci ancora di più una famiglia."
"Noi non saremo mai una famiglia, e se pensi che Anita è colei che ci lega ti sbagli di grosso, io non ho nulla da spartire, ne con te, ne con tuo figlio. Il mio cognome non costruisce proprio nulla. Mio padre in lotta con il tumore, ridotto in quello stato, non credo proprio che da solo aveva la capacità di fare tutto in così poco tempo. Ci scommetto la mano, che sei stata tu, sapevi che a mio padre mancasse poco e ovviamente per dare una sicurezza economica in più a tuo figlio, gli hai fatto firmare quei fogli. Tu sei solo una pezzente, e tale rimarrai. Il mio cognome non ti rende una signora e mai lo sarai."
Lucrezia non era la persona che avevo conosciuto tanti anni fa, e se sapevo quello che sarebbe successo dopo quelle nozze, non avrei mai scortato mio padre all'altare.
"Mi ferisci molto Mattia, davvero, nonostante tutto rimani il fratello di Anita, il figlio di mio marito."
"Per quanto io possa ferirti, non eguaglierà mai il dolore che hai inferto a mio padre, per me potrai anche piangere tutti i giorni, ma non proverò mai compassione nei tuoi confronti. E un'altra cosa, la villetta, il rolex al polso, la macchina fuori, con quali soldi stai pagando tutto questo?"
"Con quello che mi ha lasciato tuo padre, con il mio stipendio da primario, i miei risparmi. Ma cosa c'entra questo? Perché vuoi intrometterti nelle mie finanze?
"Si certo, e per quanto tu sei taccagna, ci credo tantissimo che stai prendendo i soldi dai tuoi risparmi. Ci credo sapendo che Anita ha un fondo fiduciario abbastanza consistente da permettere una rendita. Fondo che mia sorella ne può usufruire dal compimento della maggior età, salvo prelievi dal tutore legale. Credevi che io questo non lo sapessi? E ho la netta sensazione che tu stai usando i soldi di mia sorella, e ovviamente provvederò a scoprire anche questo, e ti avviso, qualora fosse così, ti porto in tribunale. E vediamo quanto ti durerà quel rolex quando ti toglierò la custodia di Anita, o magari vincessi la causa facendo bloccare il fondo, togliendo la clausola dei prelievi."
"Mattia ti prego, tu non puoi togliermi mia figlia, ti stai creando delle ipotesi assurde, non sfrutterei mai un qualcosa che serva a mia figlia nel suo futuro." Disse prendendomi il braccio, ma scacciai subito la presa
"Dammi l'indirizzo di tuo figlio, devo parlarci."
"E perché mai? Possiamo concludere questa parentesi qui senza intromettere Christian in questa faccenda? Chiese prendendosi un bicchiere d'acqua
"La faccenda è anche sua da quando si è azzeccato il mio cognome sui documenti, quindi tirarsi indietro non è più possibile. Me lo dai allora?" Replicai con forza
Lucrezia prese la penna e scrisse l'indirizzo su un piccolo foglietto per poi porgermelo, e quello che lessi, non mi lasciò sorpreso, anzi ma mi fece tanta ilarità
"Ma guarda un po, abita a Firenze nell'appartamento di mio padre, fate pena." Dissi alzandomi di scatto
"Stai fraintendendo tutto Mattia, te lo posso assicurare."
"Si certo, quindi anche quando mio padre ha saputo che ti scopavi Carlo il tuo collega, mentre era malato di cancro, aveva frainteso vero?"
Tradirlo quando aveva più bisogno di lei, quando più si sentiva perso, quando più si sentiva mancare la terra sotto ai piedi. Non dimenticherò mai il giorno in cui mio padre, venne in lacrime fino in Scozia, sconvolto, in prenda ad una crisi, deluso, rammaricato. Non mi disse tutta la verità, se sapevo che stesse anche male fisicamente, avrei preso il primo volo per casa, e lo sapeva anche lui. La faccia di Lucrezia non mi lasciò dedurre molte risposte, era evidente, lei non sapeva che io sapessi del tradimento
"Che c'è? Non sapevi che io fossi a conoscenza di quanto tu sia solo una puttana? Beh sai, quando mio padre è venuto in lacrime fino in Scozia, non potevo non capire perché fosse ridotto in quello stato, e so che non mi ha detto neanche lì quale fosse la sua reale situazione fisica perche sapeva che avrei preso il primo volo per casa. Lo sapeva, e ha lasciato che io finissi di realizzare il mio sogno, ha sacrificato i suoi ultimi anni della sua vita con me pur di vedermi felice, e se pensi che io potrò mai perdonarti per aver inferto tale dolore a mio padre, quando era il momento in cui tu dovevi stargli più vicino, piuttosto che farti scopare da un altro, ti sbagli di grosso. Noi non saremo mai una famiglia, mai."
Andai via da quella casa con un enorme soddisfazione nel cuore, erano mesi che volevo sputarle tutto in faccia, erano mesi che volevo rendere giustizia al dolore di mio padre.
"Perché non me lo hai detto?" Mi chiese Alex salendo in macchina
"Perché erano i tuoi primi live, i primi concerti, ti stavi realizzando e non volevo farti sentire questo peso, non volevo distruggere quella felicità che ti stava entrando nel cuore." Risposi appoggiando la testa sulla sua spalla
"Posso comprendere questo, ma sai quanto io ci tenga al fatto che non voglia che tu sopporti tutto sulle tue spalle, ci siamo promessi che avremmo risolto sempre tutto insieme, voglio che tu sia libero di sentirti in dovere di dirmi tutto." Disse accarezzandomi come suo solito la mia testa
"Lo so perdonami."
"Adesso cosa vuoi fare? Andiamo da lui?"
"Certo che no. Subirmi madre e figlio nella stessa giornata anche no, andiamo a casa ti prego."
//spazio autore
Buon pomeriggio a tutti. Benvenuti in questo breve ma intenso capitolo. Non volevo che fosse così lungo, quindi spero apprezziate ugualmente. Spero vi piaccia, come sempre vi ricordo di lasciare il vostro feedback attraverso i commenti e di lasciare una stellina.
Grazie sempre per il supporto
Vi voglio bene
- Biagio <3
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Quel Filo che ci Unisce
RomanceVerona. Un ragazzo. Scelte difficili. Mattia è un ragazzo solitario, testardo e sensibile. Si trasferisce a Verona portandosi dietro un bagaglio di vissuto non semplice. Cambia scuola. Cambia casa. Cambia lui. Cambia tutto. Avvenimenti accaduti non...