24. Chelsea

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Chelsea pov

"Mmh" mi lamento sotto il suono fastidioso della sveglia.

Fra il viaggio di ritorno e il discorso di ieri notte, non ho praticamente dormito nulla.

"Almeno oggi ho solo mezza giornata di lavoro" sbuffo stiracchiandomi sul lettone vuoto, vista la tarda ora.

Sapendo che oggi sarei dovuta tornare per le dodici, avevo già avvisato il capo che avrei preso la mattinata libera.

"Dai su" mi auto incoraggio ad alzarmi dal materasso incredibilmente comodo.

Afferro il cellulare sul comodino alla mia sinistra e controllo eventuali notifiche.

"Hey Chels, ti invio dei documenti che poi dovresti portare alla Miller Enterprise" leggo ad alta voce il messaggio da parte di Greg.

"Okay facciamolo" mi alzo definitivamente dal letto e vado al bagno per rinfrescarmi.

Finito con le mie cose, entro nell'ufficio e stampo i documenti che poi dispongo in una cartellina trasparente.

Percorro le scale fino ad arrivare in salotto.

"Ahh" urlo terrorizzata quando varco la soglia della cucina.

"E tu chi saresti?" mi domanda lo sconosciuto una volta giratosi verso di me.

"Io chi sono? Tu chi sei?" lo guardo scioccata per la domanda appena fattami.

Aggrotta le sopracciglia scure e mi studia con i suoi occhi grigio freddo.

Ora che lo guardo meglio ha un che di famigliare, oggi chiari, capelli scuri e mandibola ben definita nonostante la sua giovane età.

"Sono Chelsea" mi presento ma non mi avvicino ancora allarmata dalla presenza di uno sconosciuto nella casa in cui dormivo fino a dieci minuti fa.

"Ashton" dice solo per poi ritornare tranquillamente ad assemblare il suo panino.

"Dimmi" vengo estratta dai miei pensieri confusi sul ragazzo quando lo sento nuovamente parlare.

"Ash ma io dico ti sembra normale?" urla la voce roca di Alex attraverso le casse del dispositivo elettrico posato sull'isola della cucina.

Alex? Quindi si conoscono.

"Cosa vuoi che ti dica?" chiede scazzato al moro per poi addentare un morso del suo panino, indifferente dalla mia presenza immobile in mezzo alla stanza come una stupida.

"Non lo so, forse una spiegazione del perché la tua preside mi ha chiamato nel bel mezzo di un meeting dicendomi che sei stato sospeso per la terza volta di quest'anno?" domanda sarcasticamente con voce infastidita dal suo comportamento menefreghista.

Aspetto simile, comportamento pure e sospensione... oddio è il fratello di Alex.

Vengo a conclusione della faccenda spalancando gli occhi sorpresa.

Che imbarazzo, il fratello di Alex mi ha conosciuto per la prima volta con solo indosso una camicia da uomo.

Che figura di merda, verri solo sotterrarmi.

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