30. Alex

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Alex pov

"Ho sentito che sei stato da papà ieri" mio fratello spezza il silenzio rilassante che si era creato in cucina.

"Sono le cinque e mezza di mattina, cosa ci fai sveglio a quest'ora?" gli domando posando la mia tazza fumante di caffè sul marmo nero dell'isola.

Alza le spalle indifferente e si avvia verso il frigorifero, da dove estrae il cartone del latte di nocciole di Chelsea.

Se lo versa in una tazza, lo riscalda nel microonde e nel mentre si volta verso di me con le braccia incrociate al petto e volto serio.

"Cosa?" aggrotto le sopracciglia confuso dal suo comportamento ostinato nei miei confronti.

"Hai intenzione di dirmi cosa voleva o no?" sbuffa infastidito ed io esalo un sospiro esasperato.

È già irritato e non sa ancora che più tardi dobbiamo andarci assieme da lui.

"Allora parli al posto di sospirare" afferra la tazza e ci versa dentro un cucchiaino di zucchero ed uno di cacao amaro.

"Si può sapere cosa stai combinando?" esamino i suoi movimenti curioso.

"Latte al cacao" ribatte ovvio bevendone un sorso.

"E da quando lo bevi? Non lo bevevi nemmeno quando eri piccolo" cerco di distrarlo con discorsi leggeri non volendo andarci giù diretto.

Aspetto che mi raggiunga sulla sedia al mio fianco prima di iniziare a parlare di cose serie.

"Me lo ha fatto assaggiare Chels" spiega continuando a bere la sua bevanda calda.

Mi si scalda il cuore ogni volta che li vedo insieme, che lo vedo felice e spensierato come dovrebbe esse qualsiasi essere umano della sua età.

"Papà ci vuole da lui per le dieci" sgancio la bomba conoscendo già la sua imminente reazione negativa.

"Col cazzo" sbotta sbattendo fortemente il fondo della tazza sul tavolo.

Appunto.

"Ieri non mi ha detto niente, solo di essere con te da lui per le dieci" gli racconto il breve discorso avvenuto l'altra sera.

"Non ci penso minimamente" posa la tazza nel lavello e mi sorpassa con una spallata quando sto per compiere il suo stesso gesto.

"Ash ti prego non ce la faccio più a dovermi dividere in due per voi, per una volta in vita tua si superiore a lui" lo supplico stufo di tutta questa merda.

"Lo faccio solo perché me lo stai chiedendo tu, sappilo" mi punta il dito contro per poi correre su per le scale verso la camera degli ospiti o meglio dire la sua.

Esausto mentalmente e fisicamente percorro il tragitto dal salone fino alla mia camera da letto molto lentamente, quasi trascinando i piedi a terra.

"Alex?" richiama la mia attenzione Chelsea appena esce dalla porta del mio ufficio.

La guardo interrogativo.

"Ti ho cercato in bagno e poi nell'ufficio e stavo anche per venire al piano di sotto" spiega velocemente correndomi incontro.

"Cosa c'è?" la vedo davvero turbata.

"Ho fatto un brutto sogno e quando mi sono svegliata tu non c'eri più" spiega tutto d'un fiato stritolandomi gli avambracci.

"Shh, è tutto finito" l'abbraccio a me accarezzandole i capelli per calmarla.

"Torniamo a letto" la prendo in braccio ed apro la porta con la mano sinistra.

"Non te ne vai vero?" mi domanda quando siamo entrambi sdraiati sul materasso.

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