Prologo

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Il vento soffia forte contro di me mentre avanzo a grandi passi, sferza implacabile sulla
mia faccia, sento la pelle seccarsi e cedere contro il gelo che mi sta accompagnando
lungo tutto il viaggio. La traversata in mare non è stata affatto semplice, ho ancora la
nausea al solo pensiero. Vedo in lontananza la mia destinazione, finalmente. Mi avvio
di corsa, ho necessità di un po’ di calore, devo assolutamente ripararmi da questo
freddo, ignoro il verso di un gabbiano che passa proprio sopra di me. Alzo il pugno per
bussare alla porta e rivelare la mia presenza ma questa si apre non appena le mie nocche
sfiorano il legno ormai consumato. La mia presenza viene annunciata dal cigolio
sinistro dei cardini, dopo uno sguardo veloce alla stanza la vedo seduta su una poltrona
accanto al camino. Un sospiro di piacere fugge dalle mie labbra alla vista del fuoco
scoppiettante, sento le membra sciogliersi al tepore del focolare. Nella penombra la
vedo scattare all’in piedi e venirmi in contro, prende le mie mani tra le sue, sono
piacevolmente calde contro le mie gelide <sei qui finalmente> mi dice, noto una certa
agitazione nel tono della sua voce <non è facile raggiungerti> le ricordo in mia difesa
ma lei ignora la mia risposta e corre alle finestre a controllare l’esterno dell’abitazione
<aspetti qualcuno?> le chiedo affacciandomi a mia volta <no> mi risponde secca
passando ad un’altra finestra <e cosa stai cercando allora?> dopo aver controllato da
ogni lato della casa torna da me con aria soddisfatta <controllo che nessuno ti abbia
seguito fin qui> istintivamente anche io getto un’occhiata sospettosa fuori dalla finestra
<si può sapere qual è questa urgenza? Ho dovuto lasciare tutto e correre qui da te> le
chiedo senza perdere altro tempo, lei in risposta prende la mia mano con la sua mentre
nell’altra vedo che tiene stretto in pugno qualcosa che non riesco a vedere bene ma
prima che possa intravedere una forma mi stringe l’oggetto misterioso in mano e mi
chiude le dita a pugno sopra stringendo forte <non c’è più tempo> la fisso con aria
interrogativa <tempo per cosa?> <ho avuto una visione> mi dice lasciando in sospeso
la frase, un brivido mi corre lungo la schiena <è giunta la mia ora, l’ho visto, mi hanno
trovata e presto verranno da me> scuoto la testa, non capisco <chi ti ha trovata? Cosa
vogliono da te?> in risposta il suo sguardo corre alla mia mano che ancora tiene stretta
in pugno nella sua, sento l’oggetto misterioso nel palmo della mano, fermo e rigido,
così piccolo da poter stare in una mano eppure, non so spiegarmelo, anche così pesante
<che sta succedendo? Ti prego spiegati meglio non riesco a capire> <mi stanno
cercando, mi troveranno e mi uccideranno> sintetizza lei in poche parole concise, resto
senza fiato dalla potenza della sua affermazione, provo a dire qualcosa, ci sarà pur
qualcosa che possiamo fare per impedirlo ma lei mi blocca <per me ormai non c’è più
nulla da fare, questo è il mio destino scritto ancor prima che io venissi al mondo, ma
adesso tocca a te> la vedo che continua a gettare sguardi allarmati alla finestra
<proteggila a qualsiasi costo, anche a costo della vita, mi sono spiegata?> annuisco
incapace di distogliere il mio sguardo dal suo <si ma…cos’è?> chiedo <un oggetto molto potente, in pochi conoscono il suo potere ma in mani sbagliate potrebbe causare
la fine del mondo>.

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