Capitolo 10

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Oggi è il giorno della partenza, non sono in me dall’emozione, non vedo l’ora che
questa grande avventura prenda il via. Ho appuntamento con Oscar tra un’ora nei pressi
della stazione, proprio dove abbiamo assistito all’attacco del gargoyle, lì dove tutto è
iniziato. Per ingannare l’attesa sto facendo un giro per i negozi, non cerco nulla in
particolare ma mi piace ogni tanto perdermi in cose spensierate come queste, anche
perché chissà quando mi ricapiterà di nuovo. Mi fermo davanti a una piccola bottega
di una strega, nella vetrina ci sono le cose più assurde che io abbia mia visto: una testa
di serpente, uno scheletro di un topo, un mantello galleggiante e scarpe ballerine, ma il
mio sguardo viene catturato da un oggetto piccolino messo lì in un angolo, a prima
vista non lo avevo neanche notato ma adesso non riesco a guardare nient’altro. Senza
pensarci troppo su entro nella bottega, una campana posta sulla porta annuncia la mia
presenza, è un negozietto molto piccolo e poco illuminato, c’è solo un debole raggio di
sole che filtra da una finestrella in alto, all’interno del suo fascio di luce si intravede
una miriade di granelli di polvere galleggiare nell’aria, ad accogliermi c’è un piccolo
sentore di muffa, una vecchietta dai capelli grigi e spalle ricurve mi viene incontro con
un dolce sorriso <ciao tesoro come posso aiutarti> mi dice con voce rauca
<buongiorno, ho visto quell’anello in vetrina> senza attendere altro la strega si avvia
verso la vetrina che si apre magicamente, si china per cercare ciò che le ho chiesto,
scompare alla mia vista per ricomparire un attimo dopo con in mano esattamente
l’anello che avevo visto <intendevi questo?> mi chiede porgendomi il piccolo oggetto
che quasi si perde nella sua mano, da vicino è ancora più bello, è una fascetta semplice
dorata ma al centro porta una piccola sfera trasparente al cui interno si vede una
nebbiolina azzurra vorticare, resto affascinata dal suo movimento, è quasi ipnotico <si
è proprio lui> le dico prendendolo tra le dita, appena lo tocco sento un brivido
percorrermi, alzo lo sguardo preoccupata, la vecchietta mi sorride, pare essersene
accorta <questo è un anello magico> mi spiega <come?> indica con il dito la sfera
trasparente <quello che vedi qui dentro è un incantesimo> lo guardo meglio da vicino
<e a cosa serve?> <nessuno sa esattamente come agisce ma quello che posso dirti è che
ha sempre aiutato il suo possessore> <aiutato?> la vecchietta annuisce sorridendo
<esatto, l’anello è in grado di aiutarti in modi che nemmeno immagini, i suoi metodi
sono spesso misteriosi e criptici ma ti assicuro che funzionano e quando un giorno il
suo disegno sarà completo allora capirai> la guardo confusa, è incredibile come io sia
stata attratta da un oggetto come questo proprio il giorno della partenza per la mia
missione, forse è un segno del destino, sorrido soddisfatta alla strega <lo prendo>.
Sono esattamente nel posto in cui qualche giorno fa si ergeva il palco su cui
quell’arcaico teneva il suo discorso, ora però la piccola piazzetta è vuota, c’è solo
qualcuno che passa di corsa per andare a prendere il treno, mi guardo in giro in cerca
di Oscar, lo scorgo da lontano correre verso di me <ehy Elly eccomi> sventola una
mano, ricambio il saluto, quando mi arriva vicino ci scambiamo uno sguardo d’intesa, eccoci qui, il momento è arrivato, nessuno dei due pare avere la forza di aprire il
discorso, ho tanto atteso questo momento ma adesso che è arrivato l’ansia si sta facendo
sentire. Oscar sta per dire qualcosa quando una voce lo interrompe <siete qui
finalmente, andiamo> mi giro a guardare il padrone di quella voce, quando lo vedo la
mia bocca si spalanca quasi a cadere a terra <e tu che diavolo ci fai qua?> Ian mi rivolge
uno sguardo scocciato <cosa credi stia facendo? Vi sto aspettando e sto per perdere la
pazienza> scuoto la testa incredula, giro la testa verso Oscar ma dalla sua espressione
capisco che è sorpreso quanto me <ci stai aspettando per cosa esattamente?> davvero
non capisco, Ian sbuffa sempre più annoiato <dobbiamo partire o no per questa
missione?> spalanco gli occhi e alzo un dito ad indicarlo <e tu vieni con noi?> Ian
scaccia via la mia mano <si miss intelligentona, come hai fatto a capirlo?> scuoto la
testa energicamente <non se ne parla proprio!> e come a voler rimarcare la mia
posizione sbatto a terra il piede decisa <non dureresti un giorno senza di me> sbotta lui
seccato, io invece penso proprio che tra poco mi uscirà del fumo dalle orecchie
<stammi bene a sentire brutto pallone gonfiato che non sei altro> Ian mi sorride <brutto
proprio no> spalanco la bocca ancora di più se possibile <io non ho bisogno di te mi
hai capito?> <ne riparliamo tra qualche giorno, ora andiamo forza> si gira e si
incammina ma si blocca quando vede che nessuno lo sta seguendo, sbuffa e ritorna da
me <avete già in mente un piano? Già sapete dove andare?> mi giro a guardare Oscar
che alza le spalle, mi vergogno ad ammettere che non ho proprio idea da dove iniziare,
speravo in un’idea di Oscar, ma non lo dirò mai davanti ad Ian <bene come
immaginavo> Ian sorride soddisfatto <tu!> punto un dito verso di lui e gli tocco il
petto, una, due, tre volte prima che lui inarca un sopracciglio e mi spinge via la mano
<e sentiamo tu invece già sai dove andare?> chiedo scettica <certo che si, quindi, se
hai finito con le domande stupide, direi che è arrivato il momento di andare> <io non
faccio domande stupide> sto per riprendere ad attaccare quando Oscar mi interrompe
<dove andiamo?> gli chiede, lo guardo incredula, non posso crederci che voglia
davvero che lui venga con noi. Oscar mi rivolge un sorriso di scuse, scuoto la testa
sconfitta, siamo due contro uno penso che la decisione sia stata presa, mi volto verso
Ian per sentire la sua grande idea <andiamo a trovare un saggio>.

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