Trattengo a stento uno sbadiglio, mentre avanziamo lentamente nella foresta, qualcosa intorno a noi è cambiato, riesco a percepirlo, è piccolo, quasi impercettibile, ma dopo tutto questo tempo ormai penso di conoscere bene questo posto, e posso dire con certezza che qualcosa è cambiato. Il terreno sotto ai miei piedi sembra più duro rispetto al morbido tappeto che abbiamo calpestato fino a qualche ora fa, ed anche l’aria stessa sembra più leggera, e non vorrei sbagliarmi ma credo che le tenebre che ci hanno accompagnato fino ad ora si stiano attenuando. Che sia un buon segno? Forse ci stiamo avvicinando alla fine della foresta, Jessica a inizio viaggio ha detto che il saggio si trova all’estremità opposta, quindi penso che ci siamo quasi. Un barlume di speranza si accende dentro di me ma ho paura a dare voce ai miei pensieri, non voglio alimentare false illusioni. Continuiamo così per un po’ fino a quando a un certo punto Jessica si blocca e fissa un punto sul terreno, mi avvicino a lei per capire che cosa le abbia provocato questa reazione <li vedi anche tu?> seguo il suo sguardo <quelle primule viola?> chiedo titubante, Jessica fa cenno di si con la testa ma non dice altro <si le vedo, c’è qualche problema?> la fisso preoccupata, non vorrei che la permanenza eccessiva all’interno della foresta generi qualche effetto negativo su un arcaico, Jessica si volta verso di me con un sorriso a trentadue denti <proprio no> mi dice raggiante, incerta ricambio il suo sorriso <mi fa piacere> le dico con accondiscendenza, mi guardo in giro in cerca di aiuto, Jessica ora scoppia a ridere <no cosa hai capito, queste primule indicano che siamo arrivati> mi volto di nuovo a guardare lei e poi le primule di cui parla, questa volta con occhi diversi, non riesco a trattenermi e rido anche io <davvero?> Jessica non riesce a smettere di ridere, ed io la seguo, adesso ridiamo tutte e due a crepapelle saltellando, sento Oscar tossire dietro di noi <ehm ragazze? Che vi prende?> vedo Ian scuotere la testa <le vedete queste primule?> spiega Jessica anche a loro prima che ci prendano entrambe per pazze <ci basterà seguirle e ci porteranno direttamente alla dimora del saggio, non dovrà mancare molto ormai> Ian ci supera e si accovaccia accanto alle primule per guardarle meglio da vicino <laggiù ce ne sono altre> afferma poi alzandosi e avvicinandosi vicino alle altre, non possiamo fare a meno di seguirlo, rieccolo di nuovo, lui in testa e noi che lo seguiamo, molto probabilmente stava soffrendo fino ad ora a dover seguire Jessica, ora finalmente può riprendere le sue abitudini. Camminiamo a passo svelto, seguendo una primula dopo l’altra, non ci soffermiamo nemmeno a scrutare il posto intorno a noi alla ricerca di eventuali pericoli, siamo così bramosi di arrivare alla fine di questo percorso che siamo diventati incauti. Primula dopo primula, l’aria intorno a noi diventa sempre più leggera, addirittura riesce a filtrare qualche raggio di sole tra i rami degli alberi, ora sembra quasi una foresta normale, l’ansia mi sta divorando, affretto il passo ancora di più, non vedo l’ora di incontrare il saggio, sono così curiosa di vederne uno, non ho idea di come possa essere fatto e poi lui sicuramente saprà dove si trova la gemma e potrò finalmente tornare a casa trionfante. Ian si blocca all’improvviso davanti a me e per poco non vado a sbattergli contro, con lo sguardo lo supero per vedere cosa lo abbia bloccato e resto anche io paralizzata, in lontananza si vede la…luce! Non una luce magica o artificiale, ma pura e semplice luce solare. Non resistiamo più, tutti e quattro ci precipitiamo avanti verso la luce, stiamo letteralmente correndo, quando arriviamo però l’impatto tra il buio e la luce è così forte che il sole ci abbaglia, siamo costretti a ripararci con le mani per proteggerci dai raggi, credo che il sole non mia stato così bello come in questo momento. Ci metto qualche secondo a mettere a fuoco il paesaggio intorno a me, i miei occhi si erano così abituati al buio che fanno fatica ad aprirsi di fronte alla luce del giorno. Pian piano mi costringo a riaprirli, ci troviamo in una piccola radura completamente priva di alberi, la luce del sole la investe in pieno, e proprio al centro c’è un vecchio rudere diroccato che si potrebbe pensare sia abbandonato se non fosse per il comignolo fumante. Restiamo tutti e quattro fermi impalati a fissarlo <siamo davvero arrivati> afferma incredula Jessica, come se non si fidasse davvero di se stessa, forse questo viaggio è stata una prova per lei, e ora l’ha superata. Sono a corto di parole tanta l’emozione che sto provando in questo momento, ero arrivata al punto di credere che non saremmo mai arrivati o peggio che saremmo morti nella foresta oscura e invece eccoci qua <ora che siamo arrivati tu puoi tornare a casa, da questo momento in poi proseguiremo da soli> dice Ian a Jessica spezzando il silenzio, mi volto a guardarli, Jessica è a bocca aperta, sposta uno sguardo implorante su di me <come?> intervengo in sua difesa <cosa stai dicendo? Non può tornare a casa da sola, sarebbe troppo pericoloso> Ian mi guarda incredulo <vuoi davvero che prenda parte alla missione? Sai bene che si tratta di una missione segreta e nessuno, per non parlare di un’arcaica, deve sapere niente di questa storia> <beh, mi sembra che ormai sia troppo tardi!> esclamo allargando le braccia <l’abbiamo coinvolta già abbastanza, adesso basta, non deve sapere oltre, deve tornare a casa!> <non può attraversare la foresta oscura da sola! Hai visto anche tu che orrori si celano lì dentro> <allora vorrà dire che aspetterà fuori> detto questo si volta per avviarsi verso la casa <non se ne parla!> lo blocco <lei ormai è già coinvolta, ed io non la lascio qui fuori da sola esposta a chissà quali pericoli, lei entra con noi> Jessica mi rivolge uno sguardo di gratitudine, ormai la sento parte del gruppo non potrei mai lasciarla indietro, mi fido di lei, so che non dirà niente a nessuno di quello che sentirà, e poi non posso fare a meno di pensare che è solo merito suo se siamo arrivati fino a qui, non posso farle questo <quando crescerai? Non capisci che così la metti solo in pericolo?> resto un attimo senza parole, non ci avevo pensato a questo, in testa mi balena l’immagine del lupo gigantesco che l’attacca facendole fare un volo di un metro, forse Ian ha ragione, l’ho già messa in pericolo una volta portandola con noi nella foresta. Jessica legge l’incertezza sul mio volto e interviene <ti ripeto che so badare a me stessa, a qualunque pericolo io possa essere esposta è una mia scelta, e io scelgo di entrare con voi> Jessica mi guarda piena di fiducia, aspetta un mio cenno, fisso i suoi occhi pieni di speranza, pieni di determinazione, quasi mi rivedo in lei, ripenso al suo discorso sul voler entrare a far parte dei dipartimenti, gli arcaici sono sempre stati tenuti ai margini della società, ora lo vedo chiaramente e non commetterò anche io lo stesso errore, annuisco verso di lei e mi giro a guardare Ian con aria di sfida, non la lascerò indietro, e se devo lottare per ottenere ciò che voglio, lotterò. Ian deve aver capito le mie intenzioni dall’espressione del mio viso perché registro un cambio di atteggiamento, leggo l’arresa sul suo volto ma anche qualcosa molto simile a “non finisce qui” apro la bocca per parlare ma lui mi blocca anticipandomi <bene, entriamo> dice e poi si volta senza aggiungere altro, si dirige a passo spedito verso la porta di ingresso della casa del saggio <ehy aspetta!> lo seguo <cosa dovrei aspettare ancora?> risponde infastidito <è un saggio! Non ci dobbiamo annunciare in qualche modo? Mica possiamo precipitarci così dentro casa sua> Ian si ferma a guardarmi <non volevo precipitarmi come un burbero dentro casa di un saggio o qualunque altra persona essa sia, avevo semplicemente intenzione di bussare ed attendere che mi invitasse ad entrare, per chi mi hai preso?> detto questo riprende ad avvicinarsi alla porta, lo fisso per qualche istante senza parole, reprimo la vergogna che provo in questo momento e lo seguo, Jessica ed Oscar sono appena dietro di noi. Ian non tentenna minimante, appena vicino alla casa dà due colpi decisi alla porta che si apre immediatamente con un cigolio sinistro. Incerta mi affaccio per vedere l’interno della casa, un fascio di luce investe la stanza da qualche crepa sul soffitto illuminandola, disegna un cerchio perfetto sul pavimento di legno. Il camino acceso nell’angolo riscalda la casa gettando un meraviglioso tepore su di noi, il rilassante suono del crepitio del fuoco ci accompagna mentre avanziamo <c’è nessuno?> chiedo con voce stridula, sono così nervosa, il pavimento scricchiola sotto al nostro passo, mi giro a guardarmi intorno in cerca del saggio ma non vedo nessuno. Ci troviamo nel bel mezzo della cucina, al centro c’è un enorme tavolo di legno con una sola sedia e sulla destra proprio sotto al muro c’è un divano con una vecchia stoffa consumata con ricami beige e rosa, subito accanto c’è una poltrona vuota. Sono indecisa sul da farsi, di fronte a noi c’è una porta aperta che dà su un’altra stanza, è troppo buio per riuscire a vedere qualcosa. Noto con la coda dell’occhio un ombra in movimento accanto ai miei piedi, abbasso gli occhi per individuarne l’origine e mi ritrovo a fissare due familiari occhietti rossi, è il coniglietto con tre orecchie che ho incontrato nella foresta, arriccia il musino come ha fatto l’ultima volta e corre verso la porta buia di fronte a noi solo che questa volta non è più vuota, ma al centro c’è una persona. La prima cosa che noto è che il saggio non è affatto un uomo come mi aspettavo ma è una donna. Ha dei lunghi capelli grigi che le coprono le spalle, il volto ha un numero indefinito di anni, è come se fosse giovane e vecchio allo stesso tempo, gli occhi sono di un azzurro chiarissimo ed è vestita con una lunga tunica bianca che nasconde l’intera figura del suo corpo. Da sotto alla tunica fuoriescono i suoi piedi scalzi. Il coniglietto le salta in braccio con un unico balzo, lei lo afferra al volo e inizia ad accarezzarlo lentamente, la piccola palla di pelo appoggia la sua testolina sul braccio della saggia e chiude gli occhi rilassandosi. Riporto lo sguardo sulla saggia, i suoi occhi sono attenti su di noi ci scruta tutti uno alla volta <bene siete arrivati> ci dice con un tono di voce profondo <vi stavo aspettando>

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La prescelta
FantasíaElly non è un'umana qualsiasi, lei è una prescelta, ovvero un' essere umano dotato di abilità speciali, peccato però che le sue sembrano tardino a mostrarsi, motivo per cui è sempre vittima di pregiudizi, è sottoposta ogni giorno ad una forte pressi...