E’ incredibile la potenza del ricordo che si nasconde dietro ad un profumo, è capace di
riportati indietro nel tempo, se chiudi gli occhi riesci a rivivere un momento esatto della
tua memoria così chiaramente che ti sembra quasi ti poterlo toccare se solo alzassi la
mano. Seduta sulla sedia della tavola da pranzo provo a farlo, alzo il braccio di fronte
all’immagine che vedo bene stampata nella mente, mio padre che porta un mazzo di
lavande a mia madre, i suoi fiori preferiti, lei che li annusa chiudendo gli occhi ed io
che li guardo a distanza sognando anche io di trovare un giorno un amore così. Riapro
gli occhi e torno alla realtà, fisso il mazzo di lavanda che ho preso dal fioraio prima di
tornare a casa, annuso il suo profumo proprio come faceva la mia mamma, spero di
farla sorridere anche io come faceva papà, mi manca tantissimo. Mi alzo e mi avvicino
al mobile sul quale si trova la sua foto, è fiero nella sua divisa di prescelto della guardia
reale, spalle larghe e un cipiglio severo tipico di lui sempre stampato sul volto ma
quello che gli altri non sanno è che a me sapeva regalare i sorrisi più belli che io abbia
mai visto, erano speciali, ed erano solo miei. Dicono che gli somiglio, abbiamo gli
stessi capelli scuri e l’espressione decisa anche se gli occhi dicono sono quelli di mia
mamma, sono color nocciola proprio come i suoi. Accarezzo delicatamente la sua
immagine con un dito, se seguo i contorni mentre ripenso ai nostri momenti insieme, è
stato un grande uomo, un grande padre e soprattutto un grande prescelto. Anche lui era
un mentalista proprio come me, in particolare lui era in grado di manipolare la mente
del nemico al punto tale da rendere le sue abilità inefficaci, era in pratica uno scudo
umano, era molto potente ed è per questo che è entrato a fare parte della guardia reale
fino a diventare la guardia personale del re, è stato il traguardo più importante della sua
vita ma anche il motivo della sua morte. Mio padre è quello che viene definito come
un eroe di guerra, era in servizio quando un gruppo di ribelli ha tentato di assassinare
il re, lui non ha esitato un momento a rischiare la sua vita, ha praticamente fatto da
scudo umano tra il re e la lama che lo avrebbe trapassato se lui non fosse stato lì. Ha
salvato la vita del re perdendo però la sua. Il colpevole purtroppo non è mai stato
trovato, i prescelti in arrivo hanno messo in fuga i ribelli e con loro anche l’assassino
di mio padre, di lui si è persa ogni traccia, nonostante la testimonianza del re non sono
più riusciti a trovarlo. E adesso abbiamo una medaglia esposta sulla parete di casa ed
un grande vuoto nel cuore. Sento dei passi e mi giro immediatamente, non voglio
perdermi la scena, guardo mia madre fermarsi davanti al mazzo di lavanda, li prende,
chiude gli occhi e li annusa, esattamente come faceva con mio padre, però questa volta
quando li riapre non sorride ma un velo di tristezza le ricopre il volto anche se solo per
un attimo, richiude subito gli occhi per scacciare via le lacrime e poi mi rivolge un
sorriso dolce <tesoro grazie, sono bellissimi!> mi viene vicino e mi abbraccia, ed io mi
perdo in quel calore. Mia madre è anche lei una prescelta, anche lei è una mentalista
molto forte, la sua abilità è quella di riuscire a piegare la volontà delle persone fino ad
ammaliarle completamente, ha un grande potere seduttivo per questo lei spesso veniva usata come arma nelle trattative con i nemici, ma da quando papà non c’è più lei ha
abbandonato il lavoro per dedicarsi completamente a me. Ho attraversato un periodo
in cui avevo una paura tremenda di perdere anche lei, passavo le notti in bianco, ogni
volta che usciva per andare a lavoro attendevo con ansia alla porta il suo ritorno, è stato
un periodo di forte stress per me e per rassicurarmi mi ha promesso che non avrebbe
più corso alcun pericolo così ha dismesso per sempre gli abiti neri della divisa e da
allora veste solo con abiti da mille colori, camicette colorate e gonnelloni larghi a
fantasia, come se non bastasse indossa bracciali e lunghe collane di perle colorate.
Quando la vedo mi è impossibile non sorridere, spicca in maniera esagerata in mezzo
ai tanti prescelti in divisa. Mi studia per un po’prima di lanciare uno sguardo sulla foto
di papà che stavo fissando un attimo prima che entrasse <tesoro tutto bene?> mi chiede
accarezzandomi la guancia, riesce a leggermi dentro come nessun altro. Mi tira per
mano e prende posto sul divano indicando il posto vuoto accanto al suo, non posso fare
a meno che sedermi vicino a lei <giornata difficile?> mi chiede premurosa, non perdo
tempo a fingere che vada tutto bene, non servirebbe a niente, anzi mi getto in un
racconto dettagliato di tutto quello che è successo in questi giorni <oh piccola mia, tu
sei speciale quante volte devo dirtelo?> alzo gli occhi al cielo e sbuffo <lo so mamma
che sono speciale per te, sono tua figlia, ma ciò non toglie che sono un disonore per i
prescelti> a malincuore do voce ai miei pensieri <perché non so come te e papà? Cosa
c’è che non va in me?> mia madre mi abbraccia <non c’è nulla che non va in te, sei
fortissima, sono certa che nessuno di quei prescelti che hai incontrato oggi avrebbe
avuto la meglio su di te anche se Ian non fosse intervenuto. Sei una persona leale, giusta
e queste sono tutte qualità essenziali per essere un bravo prescelto> le sorrido grata di
questa bella dose di complimenti ma dura un attimo <ma le mie abilità…> <devi ancora
trovare la tua strada, che male c’è? Ognuno ha i suoi tempi. Per di più tu vivi in maniera
negativa le gesta di tuo padre, senti sulle tue spalle il peso della sua eredità, ti senti in
dovere di eguagliarlo, vivi una forte pressione e questo blocca le tue potenzialità> fa
una pausa mentre io rifletto sulle sue parole <ma sono certa che prima o poi ti
sbloccherai e la tua immensa forza verrà fuori> riacquisto un po’ di fiducia, forse ha
ragione, tutti continuano a paragonarmi a mio padre, io stessa non faccio che
paragonarmi a lui, sento tutto il peso sulle mie spalle, questo è vero, ma è anche vero
che sento una gran voglia di renderlo fiero di me ovunque sia, voglio essere la degna
figlia del grande Edward Davis. Sento il bisogno di dimostrare il mio valore come
prescelta e di fare un ottimo lavoro per il dipartimento <e poi c’è questa storia dei
gargoyle> al solo pensiero mi sale di nuovo la rabbia, mia mamma annuisce pensierosa,
giocherella distrattamente con le perle colorate che ha al collo <è vero, è una brutta
storia> <vorrei solo fare la cosa giusta> mia mamma mi sorride <non sempre è facile
fare la cosa giusta, la difficoltà più grande sta proprio nel capire quale sia> <eh già>
mormoro e prendo il medaglione tra le mani, lo fisso, è una lunga catenina dorata alla
cui estremità c’è un medaglione rotondo, non so se contenga qualcosa al suo interno,
non sono mai riuscita ad aprirlo, non so nemmeno se sia fatto per aprirsi ma porta una scritta sul retro: la verità ci rende liberi. Papà. E’ stato un regalo che mi ha fatto durante
una vacanza poco prima che morisse, ormai sono passati cinque anni da allora,
all’epoca mi ero appena diplomata ed ero in ansia al pensiero di iniziare a lavorare per
il dipartimento <a volte mi chiedo cosa farebbe lui> la mano di mia mamma si chiude
sulla mia <a volte lo faccio anche io lo sai?> mi confida, ci scambiamo uno sguardo
d’intesa di quelli che può esserci solo tra persone che hanno condiviso lo stesso dolore,
qualcosa che solo noi possiamo comprendere <ma tu non sei tuo padre, tu sei tu, sei
Elaine Davis, e questo non devi mai dimenticarlo> <si ma lui è…è...un eroe!> esclamo
<non possiamo esserlo tutti> mi risponde mia mamma, faccio un profondo respiro e
mi lascio sprofondare sul divano, fisso il soffitto provando a rilassarmi, forse chiedo
troppo a me stessa <comunque c’è una cosa di cui volevo parlarti> interviene mia
mamma interrompendo i miei pensieri, sposto lo sguardo su di lei in attesa che continui
<c’è una mia amica, Anita, che vive nel sud della regione Antica, avrai sentito parlare
di lei qualche volta. Ecco mi ha scritto qualche giorno fa dicendomi che ha bisogno di
me> mi raddrizzo, la vedo che è agitata, continua a tirare le perle della sua collana, le
prendo la mano per aiutarla a rilassarsi e le faccio segno di continuare <lei gestisce un
piccolo negozietto di antiquariato, purtroppo ha preso una brutta malattia che la
costringerà a letto per qualche settimana e mi ha chiesto se potessi raggiungerla per un
pò per aiutarla con il negozio> mi guarda ansiosa in attesa della mia risposta, so
perfettamente che se le dicessi di avere bisogno di lei qui lei non aggiungerebbe altro,
manderebbe un gentile rifiuto all’amica e la storia finirebbe qui. Ma la verità è che lei
ha già rinunciato alla sua carriera per me, sono cinque anni che non fa altro che la
madre e la casalinga e sono certa che per lei andare dall’amica è un piccolo svago di
cui ha tanto bisogno. E solo io so quanto se lo meriti. Le sorrido serena <tranquilla non
pensare a me, io me la caverò benissimo, al tuo ritorno mi troverai sempre qui> e lo
penso davvero, sono felice che si dedichi a qualcosa di diverso, non può farle che bene
<oh grazie tesoro> mi abbraccia con un largo sorriso sul volto che ricambio. D’altronde
sono solo poche settimane, che cosa potrà mai succedere.

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La prescelta
FantasyElly non è un'umana qualsiasi, lei è una prescelta, ovvero un' essere umano dotato di abilità speciali, peccato però che le sue sembrano tardino a mostrarsi, motivo per cui è sempre vittima di pregiudizi, è sottoposta ogni giorno ad una forte pressi...