Fisso la porta in mogano chiusa davanti a me, alzo un paio di volte senza successo il
braccio prima di trovare la forza per bussare. Una voce ovattata giunge dall’interno, mi
invita ad entrare con tono sbrigativo, faccio un bel respiro preparandomi a quello che
mi aspetta ed entro a passo sicuro nell’ufficio del capitano Thomas. Un profumo di
tabacco mi arriva subito alle narici quando mi avvicino alla scrivania, faccio fatica a
reprimere una smorfia, il capitano mi guarda con aria seccata, per lui sono solo una
spina nel fianco. Thomas è il capitano della squadra dei prescelti a cui sono stata
affidata dopo il mio diploma all’accademia. Ahimè già all’epoca la mia fama mi
precedeva, fin da subito il capitano non si è dimostrato contento di avermi nella sua
squadra. I prescelti sono molto orgogliosi del loro status e il fatto che io non riesca ad
usare le mie abilità è motivo di vergogna e disonore, quando Thomas ha saputo della
mia presenza nella sua squadra non ha mai perso occasione per ricordami quanto io
fossi inutile. Anche se è il mio capitano e io devo portargli rispetto, non facciamo che
scontrarci, so perfettamente quali sono le mie mancanze ma non sono le mie abilità a
definirmi, è ingiusto che io venga giudicata solo per questo. Lavoro costantemente, sul
campo di battaglia nessuno riesce a battermi, mi impegno il doppio degli altri e non
accetto che mi si dica che sono meno prescelta di loro. Senza attendere un invito prendo
posto sulla sedia di fronte a lui, il capitano alza un sopracciglio in segno di
disapprovazione, pazienza! <sono qui per aggiornarla su quanto è accaduto oggi>
annuncio saltando ogni tipo di convenevole, il capitano si distende sulla poltrona
incrociando le braccia sul petto <sono qui solo per te Davis> ignoro la frecciatina e mi
getto nel racconto quanto più dettagliato possibile sugli eventi appena accaduti, quando
arrivo a descrivere il mostro che ha attaccato l’arcaico vedo che si accende il suo
interesse, si sporge sulla scrivania verso di me con una nuova luce negli occhi <hai
visto un gargoyle?> resto per un attimo senza parole <un g… che?> <si, si quel mostro
che mi hai descritto, cosa ha fatto esattamente? Raccontami tutto> rimango sbigottita
<quindi voi sapevate dell’esistenza di questi esseri!> scatto in piedi facendo cadere la
sedia dietro di me, riecco che rivedo sul suo viso la familiare smorfia di
disapprovazione, quasi mi stavo spaventando per tutto quell’interesse mostrato poco fa
<queste sono informazioni riservate> mi congeda con un gesto della mano <no che non
lo sono! Sono una prescelta anche io, lavoro per il dipartimento, è mio dovere sapere
se c’è un pericolo là fuori> il suo sguardo si fa severo < prescelta è una parola forte da
dire nelle tue condizioni non credi?> lascia in sospeso la frase il tempo di farmi
assimilare le implicazioni di ciò che ha detto <e poi se non sbaglio sono ancora io il
capitano qui e decido io chi deve sapere cosa> la rabbia cresce dentro di me <certo, il
capitano certo> cammino avanti e indietro per la stanza sperando di calmarmi <e
magari sapete anche delle sparizioni di cui parlava quell’uomo> adesso anche il
capitano si alza in piedi <come ho già detto decido io cosa sei tenuta a sapere, e questo
signorina Davis, non sono affari tuoi> mi blocco e lo guardo furibonda, non posso crederci che mi stia escludendo in questo modo <lei non può…> <ooh è questo il bello,
io posso eccome! E adesso fuori dal mio ufficio!> con la mano mi indica l’uscita, sono
tentata di rispondere a tono ma la vocina di Oscar mi risuona nella testa, la voce della
mia coscienza che mi invita a stare calma, e così dopo un ultima occhiata carica d’odio
mi volto ed esco dalla stanza senza aggiungere altro ma non mi privo della
soddisfazione di sbattere sonoramente la porta alle mie spalle.
Vado diretta verso la palestra senza fermarmi, ho bisogno di sfogare tutta la
frustrazione che ho in corpo, sento il bisogno di allenarmi. Entro spedita nella palestra,
è una sala del dipartimento destinata all’allenamento dei prescelti in servizio qui, lancio
una veloce occhiata in giro e lascio andare un sospiro di sollievo: sono da sola. Mi
chiudo la porta alle mie spalle e annuso il dolce profumo del legno che aleggia nell’aria,
odore di casa, poi mi dirigo verso la parete a scegliere con cosa cominciare
l’allenamento mentre penso che anche stasera farò tardi qui, ormai sto prendendo
l’abitudine di ritirami a casa a notte fonda e stremata, dico a tutti che lo faccio per
allenarmi, per diventare più forte, e in parte è anche vero, ma la verità è che lo faccio
perché mi aiuta ad addormentarmi subito e a non pensare. I pensieri sono i nostri
peggior nemici, sono i giudici più severi e spietati soprattutto quelli che facciamo la
notte, al buio nel nostro letto, quando non abbiamo nulla a distrarci quando restiamo
soli con noi stessi e dobbiamo fare i conti con chi siamo, non c’è nulla di peggio, ed io
conosco un unico modo per metterli a tacere.

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La prescelta
FantasiaElly non è un'umana qualsiasi, lei è una prescelta, ovvero un' essere umano dotato di abilità speciali, peccato però che le sue sembrano tardino a mostrarsi, motivo per cui è sempre vittima di pregiudizi, è sottoposta ogni giorno ad una forte pressi...