Capitolo 11

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<Un saggio?> chiede Oscar dando voce ai miei pensieri <si un saggio, non ci senti per
caso?> risponde Ian sempre più insofferente, entrambi gli rivolgiamo un’occhiataccia
<e tu sai dove trovarlo?> al mondo esistono pochi saggi, non si sa nulla di loro, né
quanti sono, né dove sono o quali siano i loro veri poteri, sembrano esserci sempre stati
dall’inizio dei tempi, loro semplicemente esistono ma nessuno sa dire di più e
sinceramente io mettevo in dubbio anche la loro stessa esistenza, per me erano un po’
come una di quelle favole che la mamma ti raccontava la sera prima di andare a
dormire, una sorta di antica leggenda che si è tramandata di generazione in
generazione, ma Ian sembra sicuro di quello che dice <so per certo che un saggio vive
nella regione Antica quindi direi di iniziare da lì la nostra ricerca> detesto ammetterlo
ma questo è un buon punto di partenza, se c’è qualcuno che sa qualcosa sulla gemma
a questo mondo è proprio un saggio <va bene allora andremo nella regione Antica>
annuncio <come andremo? Prenderemo il treno o andremo a cavallo?> chiede Oscar
<prendere il treno non penso sia il caso, è pur sempre una missione segreta e due
prescelti ed uno stregone insieme su di un treno attirerebbe troppo l’attenzione>
sorprendentemente Ian annuisce d’accordo con me <i cavalli potrebbero esserci d’aiuto
solo fino ad un certo punto, dopodiché la strada diventerà troppo tortuosa, saremo
costretti comunque a proseguire a piedi> spiega Ian, dimenticavo che lui conosce bene
il regno d’Argento, mentre io ed Oscar oltre la regione Bianca, ovvero casa nostra, non
sapremmo dove andare <bene allora è deciso> mi incammino, andare a piedi per quanto
stancante è la miglior soluzione, ci permette di prendere strade secondarie e dare meno
nell’occhio, il signor Scott ha rimarcato più volte la segretezza della missione, quindi
stringo lo zaino in spalla e mi metto in marcia <andiamo verso sud, verso la regione
Antica> il regno d’Argento è diviso in tre regione: la regione bianca che è quella dove
ci troviamo noi adesso, qui si trova la capitale del regno, città Eterna e il palazzo reale,
dimora del nostro sovrano, la regione bianca è la regione più a nord del regno. Poi c’è
la regione Antica, che si trova esattamente al di là del grande freddo, da quel che so la
maggior parte della sua superficie è però occupata dalla foresta oscura, un territorio
misterioso e pieno di pericoli da cui è meglio stare lontani. Poi scendendo ancora più a
sud troviamo l’ultima regione del regno, la regione perla. Il regno d’Argento in realtà
è una grande isola, è infatti totalmente circondata dal mare che ci divide dagli altri
regni, di loro però so ben poco, i rapporti tra i diversi regni sono quasi inesistenti. Ed è
così che con tanti pensieri e poche certezze ci incamminiamo alla ricerca del saggio.
Il primo giorno di viaggio è stato molto strano, per l’intero tragitto Ian è rimasto da
solo in testa al gruppo a farci da guida, ostinatamente muto e ostile nei nostri confronti,
ad ogni mio tentativo di conversazione non faceva che rispondere solo con versi
scocciati, alla fine mi sono arresa, la voglia di parlare mi è passata totalmente e dopo
un po’ anche Oscar si è arreso al mutismo. Non capisco come ci sono finita in questa
situazione, perché Ian si è unito a noi? Se c’è qualcuno meno contento di me della presenza di Ian qui è Ian stesso. Detesto ammetterlo ma il suo aiuto si è rivelato
prezioso, ha un trascorso di viaggi alle spalle quindi sa bene dove andare, sarebbe
inutile mettersi a discutere con lui, primo perché è l’unico che conosce la strada e
secondo perché non darebbe retta a nessuno. Ormai che è qui mi piacerebbe creare un
clima collaborativo, ma ogni mio tentativo è stato vano, Ian si è autoproclamato capo
del gruppo e ci ignora completamente. Ci siamo tenuti volutamente lontano dal centro
cittadino, abbiamo preso tutte strade secondarie poco praticate, il che ci ha permesso
di passare inosservati, non abbiamo incontrato nessuno se non qualcuno di corsa a
cavallo. Se questo da un lato ci permette di mantenerci nell’ombra dall’altro lato
allunga di molto la strada, pertanto siamo stati costretti a mantenere un’andatura
sostenuta, ci siamo fermati solo una volta per mettere qualcosa sotto i denti e poi
abbiamo subito ripreso, abbiamo cercato di macinare più chilometri possibili. Dopo un
numero imprecisato di ore di cammino, finalmente vedo Ian rallentare, la posizione del
sole ci indica che la giornata sta per volgere al suo termine, troviamo una piccola zona
riparata dagli alberi, lontani da occhi indiscreti <si sta facendo buio, sarà meglio
accamparsi qui per la notte> sono le prime parole di senso compiuto che sento
pronunciare da Ian da quando ci siamo messi in cammino, detto questo se ne va
lasciando soli me ed Oscar <ancora non ci credo che sia qui con noi> ripeto più che
altro a me stessa <è vero ma si è rivelato di grande aiuto> mi dice Oscar guardando il
punto dove è scomparso tra gli alberi <anche se non è per niente di compagnia> si
appresta ad aggiungere, sbuffo ridendo alle sue parole, Oscar si volta verso di me
<credimi> dico enfatizzando sulle mie parole <Ian è l’ultima persona sulla faccia della
terra a cui penserei quando sono in cerca di compagnia> <mi rincuora saperlo> la voce
di Ian mi prende di sprovvista alle spalle, mi giro e lo vedo portare della legna e gettarla
a terra, questa improvvisamente prende fuoco grazie alla magia gettando un bel tepore
intorno a noi <bene direi di riposarci, domani ci attende un’altra lunga giornata>
afferma Oscar sedendosi accanto al fuoco, io lo imito mentre Ian si ostina a tenerci le
spalle quasi a voler fare come se noi non esistessimo, mi giro verso Oscar e gli sorrido,
sono contenta che almeno ci sia lui con me.
Sono stesa sull’erba accanto al fuoco ancora scoppiettante, ormai deve essere passata
qualche ora da quando Ian lo ha acceso eppure resta sempre vivo, è tutto merito della
sua magia, ho sempre saputo che Ian fosse un grande stregone ma raramente gli ho
visto fare incantesimi. Ian è sempre stata una presenza nell’ombra costante nella mia
vita, non lo vedevo mai, non sapevo cosa faceva o che posti frequentava ma sapevo
che c’era, lui e zia Linda sono molto legati. Zia linda. Dentro di me si accende una
lampadina, penso sia proprio lei il motivo per cui adesso Ian è qui con noi. Doveva
essere davvero molto preoccupata se ha chiesto ad Ian di venire con noi, non deve
essere stato facile convincerlo. Attorno a me c’è il silenzio tipico della notte, è tutto
così tranquillo, Oscar dorme profondamente accanto a me, mentre Ian è poco più
lontano girato sul fianco, ci dà le spalle naturalmente. Fisso il cielo stellato perdendomi nella sua immensità, sono preoccupata, non so questo viaggio dove mi porterà, non so
se ne sarò all’altezza, ho questa voglia matta di non deludere nessuno, di dimostrare il
mio valore, eppure ora che sono qui sono spaventata, detesto ammetterlo ma è così,
sono sempre così abituata a sentirmi dire da tutti che sono inutile che adesso quelle
parole mi rimbombano nella testa, qui al buio da sola con i miei pensieri, quelle parole
mi sembrano così vere. E’ dura ignorarle. Il fruscio degli alberi accarezzati dal vento
fa da sottofondo ai miei pensieri, guardo il cielo in cerca di un segno, di un aiuto. Mi
ricordo dell’anello, alzo la mano e lo guardo, la strega ha detto che è magico, chissà
come funziona, devo semplicemente chiedere? Lo sfioro col dito invocando la sua
magia in cerca di aiuto, chiudo gli occhi <ti prego, ti prego, aiutami> mormoro
sottovoce con le labbra poggiate sull’anello, mi guardo intorno, è tutto esattamente
come prima, non è successo nulla, stranamente però adesso mi sento meglio. Sono
stanca, sbatto gli occhi pigramente sbadigliando, sento che il sonno sta per arrivare.
Non so esattamente quando mi sono addormentata, ma capisco di trovarmi in un sogno,
mi trovo in una stanza completamente bianca, dalle pareti al pavimento sotto di me, è
tutto completamente bianco, intorno a me ci sono lunghi veli bianchi smossi dal vento,
mi giro in tondo, sono sola. Il luogo è totalmente sconosciuto per me, non riesco a
capire dove mi trovo. Che sogno strano! Ad un certo punto uno dei veli si scosta e
compare un ragazzo. Ha la pelle dorata e gli occhi dal taglio lungo, non l’ho mai visto
prima <ciao> mi saluta sorridendomi, è un sorriso bellissimo, mi soffermo a guardarlo,
indossa un completo bianco dai ricami dorati, è un ragazzo molto affascinante, uno di
quelli per cui si rischierebbe di prendere una brutta cotta <ciao> rispondo incerta, non
so chi sia, eppure non ho paura, anzi mi sento totalmente a mio agio. Lo vedo
avvicinarsi e stranamente non indietreggio ma mi avvicino anche io a lui. Noto che mi
squadra curioso, un po’ come sto facendo io con lui <non ti conosco> è più
un’affermazione che una domanda la sua <ed io non conosco te> ribatto <mi chiedo
che ci faccio qui> si guarda intorno come in cerca di una risposta <ti capita spesso?>
gli chiedo <cosa?> la sua attenzione è di nuovo su di me <di comparire nei sogni delle
persone che non conosci> mi sorride <no, non proprio> dal nulla compare un divanetto
bianco, il ragazzo misterioso non mostra nessuna sorpresa e ci si siede sopra
lasciandomi un posto accanto a lui, lo raggiungo <ma dato che siamo qui che ne diresti
di fare due chiacchiere, magari ne capiamo qualcosa> annuisco <cosa stavi facendo
prima di addormentarti?> sono indecisa su cosa dirgli, non so chi sia questo ragazzo
non so nemmeno quanto di questo sia reale <ero in preda ad una crisi di fifa acuta> il
ragazzo ride rumorosamente, lo guardo divertita <e cosa te lo ha provocato se posso
sapere> <devo affrontare una missione> rispondo vaga, mi giro a guardarlo, il suo
sguardo è attento <una missione per la quale non so se sono all’altezza, ho paura di non
esserne degna, di fallire> è così assurdo, sono qui a raccontare i miei pensieri più intimi
ad un perfetto sconosciuto, ma è così liberatorio potersi sfogare <capisco, mi trovo
anche io nella tua stessa situazione> lo guardo sorpresa <davvero?> lui annuisce <non
in questo momento, ma nel futuro ho un destino ben definito davanti a me, ne sento il peso sulle spalle, non credo di esserne all’altezza e mi chiedo se ne sarò in grado>
<forse è per questo allora che sei qui? Perché proviamo le stesse cose?> riecco di nuovo
quella sua risata <tra disperati ci si trova> rido anche io, non ne posso fare a meno, la
sua risata è così contagiosa <però va bene così, perché questa notte mi ha donato un
regalo inaspettato> il ragazzo misterioso si alza e io lo seguo, mi prende la mano e con
mia sorpresa si china a baciarmela, resto di sasso, mai nessuno mi ha mai fatto il
baciamano pensavo fosse una di quelle cose di cui si legge solo nei libri <spero di
rivederti presto> mi dice con un sorrisetto facendomi l’occhiolino, poi
improvvisamente tutto scompare, c’è solo buio adesso attorno a me, ed è questo buio
ad accompagnarmi per il resto della notte.

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