Capitolo 9

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POV IAN

Passo inosservato tra le ombre della città, conosco a memoria ogni angolo di città
Eterna, è da quando avevo otto anni che mi sono trasferito qui e da allora non ho fatto
che vagare in lungo e in largo e quando queste mura non erano più abbastanza per me,
sono andato oltre. Si può dire che è tutta la vita che cammino senza sosta, come in cerca
di qualcosa che neppure io so cosa sia, forse quello che cerco in realtà è semplicemente
la pace. E’ rassicurante trovarsi in un posto in cui nessuno sa chi sei, nessuno che fa un
passo indietro non appena sente il tuo nome, nessuno che ti guarda con occhi carichi di
aspettative, nessuno che pretende da te qualcosa che tu non puoi dare. Le ombre mi
proteggono, mi tengono a distanza, proteggono me dagli altri e gli altri da me. Mi
permettono di andare dove voglio senza essere visto, e va bene cosi. Non voglio essere
visto. Qualcuno direbbe che sono un’anima tormentata, io mi definisco invece
un’anima solitaria, molte persone hanno paura a restare soli con loro stessi e per questo
si circondano di persone, vogliono dimenticare chi sono. Invece io no, io non voglio
dimenticare chi sono o da dove vengo, io non voglio scacciare i miei demoni, io voglio
che i miei demoni restino con me. Io non voglio dimenticare. Sono quasi arrivato a
casa quando vedo una persona fuori alla porta di casa, mi ci vuole un attimo per
riconoscerla <ehy Linda> Linda si gira quasi spaventata, non mi aveva sentito arrivare,
sorrido dentro di me <Ian! Mi hai spaventata, comunque sono contenta di vederti, ti
stavo aspettando, ti devo parlare> inarco un sopracciglio e la supero senza aggiungere
altro, apro la porta di casa e la lascio aperta, chiaro invito ad entrare. Linda è comparsa
nella mia vita nel momento più buio e difficile, e da allora non se ne è più andata, è la
persona che più si avvicina a una figura materna a questo mondo. Linda mi conosce
bene e non attende da me un invito a parlare, arriva diritta al punto senza perdere tempo,
così come piace a me <devo chiederti un enorme favore e non puoi dirmi di no> prende
fiato giusto un attimo prima di continuare, non nasconde la sua agitazione <devi
proteggere mia nipote> ha gli occhi spalancati da cui riesco a leggere una sincera
preoccupazione, e le mani giunte come a rivolgere una sorta di preghiera, una preghiera
a me? Deve essere proprio grave se si è ridotta così. La mia mente ci mette un attimo
a registrare le sue parole, sua nipote. L’immagine di Elly si forma prepotentemente
nella mia mente, con quel suo cipiglio determinato sul volto e quella voglia di spaccare
il mondo. La conosco da quando era bambina, ma quella sua espressione è sempre la
stessa. Quei suoi occhi quanto mi hanno tormentato, ma questo nessuno lo deve sapere
<tua nipote sa proteggersi benissimo da sola> <ti prego Ian ascoltami, le è stata affidata
una missione delicata, dovrà partire e stare via per un po’, tu sai bene quali pericoli ci
sono in giro per il regno, non vorrai davvero lasciarla partire da sola?> si avvicina a
me con sguardo supplichevole <perché non dovrei volerlo?> è vero la conosco da
quando era una bambina, l’ho sempre ammirata per il suo coraggio e la sua forza, è una
delle poche persone che stimo a questo mondo ma questo non vuol dire che ora
stravolgerò la mia vita per lei, penso davvero quello che ho detto, è capace di difendersi da sola, non capisco perché Linda sia così preoccupata <ti prego Ian> <no, ti prego tu
Linda, non capisco il motivo della tua preoccupazione, Elly è una prescelta in gamba e
sa cavarsela da sola, non vedo perché io debba lasciare tutte le mie cose e seguirla in
giro per il regno per chissà quanto tempo come fossi un baby sitter. Non è più una
bambina, Linda, ha ventitré anni ormai> mi giro e mi avvicino alle scale che portano
al piano di sopra sperando che quella ridicola conversazione sia finita <dimentichi chi
sono Ian> mi blocco e mi giro a guardarla <cosa vuoi dire?> il suo sguardo mi tiene
inchiodato <io ti leggo Ian, so cose che tu stesso ancora non hai capito perché ti ostini
a elevare barriere intorno a te e dentro di te> mi avvicino a lei <non provare più ad
usare le tue abilità su di me> le dico infastidito <se domani non partirai con lei te ne
pentirai> scuoto la testa incredulo <e perché mai dovrei pentirmene?> questa
conversazione è ridicola <guarda oltre Ian> non capisco cosa voglia dire e non ho
nemmeno voglia di rimuginarci su <Linda ti prego non rendere le cose più difficili>
ma lei mi prende una mano e si avvicina ancora di più a me <io ti conosco Ian, ti ostini
a mantenere una scorza dura ma dentro sei un ragazzo dolce e buono, ti prego Ian tu e
mia nipote siete le persone a cui tengo di più a questo mondo> la fisso incapace di
distogliere lo sguardo, qualcosa dentro di me si scioglie <ti voglio bene Ian, ti prego se
non vuoi farlo per Elly allora fallo per me> e con mia grande sorpresa mi ritrovo ad
annuire, tutto pur di non vedere più questa espressione avvilita sul suo volto, perché
anche io le voglio bene, e farei di tutto per le persone che amo.
Qualche ora dopo mi ritrovo nell’ufficio di mio zio, Lucas Lee, il motivo per cui tutti
hanno timore di me. Mio zio è il consigliere personale del Re, l’uomo più vicino al Re
e quindi l’uomo più potente del regno dopo il nostro sovrano. Le persone non appena
sentono il mio cognome cambiano espressione sul volto, lo riesco a vedere
chiaramente, c’è solo una persona a cui non importa niente della mia parentela, ed è
proprio a causa sua che adesso sono qui. Sento il rumore della porta che si apre e la
figura imponente di mio zio si manifesta nella stanza <Ian come mai sei qui?> sembra
sorpreso di vedermi. Mio zio è la persona che mi ha cresciuto, lui e Linda sono state le
mie due persone di riferimento per tutta la vita ed è per questo che ora sono qui a
comunicargli la notizia <volevo solo avvisarti che starò via per un po’ di tempo> il suo
sguardo si incuriosisce <riprendi un altro dei tuoi viaggi?> mi chiede <non proprio>
mi sposto sulla sedia a disagio, è assurdo io non sono mai a disagio ma non so come
spiegare la situazione in cui sono finito <Linda mi ha chiesto un favore> <capisco>
poggia i gomiti sulla scrivania e resta in attesa di una mia spiegazione <sua nipote deve
partire per una missione delicata e mi ha chiesto di andare con lei per proteggerla> <e
tu hai accettato?> sembra scettico, lo sarei anche io al posto suo, non posso ancora
crederci di aver accettato, alzo le spalle in risposta, non ho nulla da aggiungere, non
saprei nemmeno cosa dire <posso sapere qualcosa di più sulla missione?> sono
indeciso su cosa fare, Linda mi ha detto che si tratta di una missione segreta ma data la
sua posizione penso che lui ne sappia più di me <sei il consigliere personale del re, penso sai bene quali sono i problemi del regno e cosa sia stata mandata a fare> mi
sorride annuendo <si è vero in effetti so qualcosa> dopo qualche istante di silenzio
aggiunge <va bene allora ci salutiamo qui però mi raccomando questa volta vorrei che
tu mi tenessi informato di ogni tuo spostamento, voglio essere informato di tutto, ci
siamo intesi?> resto per un attimo interdetto, non è da lui questa forma di controllo, in
genere nei miei viaggi passati non ha mai voluto sapere molto, annuisco e mi alzo, lui
si alza con me, mi tende la mano e gliela stringo <a presto nipote> <a presto zio> e
detto questo esco dalla stanza maledicendomi per questa assurda situazione in cui mi
sono andato a ficcare.

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