Capitolo 25

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Abbiamo approfittato un altro giorno dell’ospitalità della saggia, avevo bisogno di recuperare le forze dopo il mio viaggio spirituale, ormai lo chiamo così, e per di più Oscar e Jessica si sono offerti volontari per aiutarmi a testare le mie abilità appena sbloccate, per il momento ho capito che riesco a indurre le persone a fare ciò che voglio, sono riuscita a far fare ai miei amici le cose più strampalate, anche se era una sorta di test per me ci siamo divertiti molto, ma se da un lato sto vivendo un momento di leggerezza, dall’altro ho come un peso sullo stomaco. Quando so che non può vedermi lancio continue occhiate in direzione di Ian, per tutto il tempo si è tenuto a distanza di sicurezza da noi, o meglio da me, ha preso proprio male la mia iniziativa, vorrei avvicinarmi a lui per chiedergli scusa, una volta l’ho anche quasi fatto ma sono ritornata subito sui miei passi, la verità è che non ho il coraggio, non riesco a guardarlo negli occhi senza ripensare alle sue parole, al suo tono di voce, al suo respiro. Lo guardo e penso al bambino che è stato un tempo, alla prima volta che zia Linda lo ha portato a casa sua, ripenso alla sua storia, aveva solo otto anni quando rientrando in casa ha trovato i corpi senza vita dei suoi genitori ad aspettarlo, è rimasto solo per giorni in casa accanto a loro senza muoversi fino a quando un giorno zia Linda lo ha trovato, da allora lo ha preso sotto la sua ala, è stata lei a portalo da suo zio Lucas con cui ha vissuto per tutti questi anni, tra mia zia ed Ian c’è un legame speciale, mia zia era molto amica dei genitori di Ian e si è assunta la responsabilità di crescerlo nonostante fosse stato affidato alle cure di Lucas, ed io l’ho visto crescere e diventare sempre più forte eppure in tutti questi anni non abbiamo mai avuto un vero contatto, ci siamo sempre tenuti a debita distanza, per quanto mi sforzi non riesco a ricordare un solo momento in cui siamo stati così vicini. Jessica mi si avvicina proprio mentre sto fissando Ian cogliendomi di sorpresa <si può sapere che cosa ti ha detto?> la guardo fingendo di non capire <chi?> lei mi sorride e si siede accanto a me <dai sai bene a cosa mi riferisco> alzo le spalle <niente di importante> cerco di convincere anche me stessa che è la verità <e allora perché da quel momento non si è mai più avvicinato a noi, non che prima amasse la nostra compagnia, ma quanto meno ci tollerava> è impossibile non notare il suo atteggiamento distante, nessuno ha sentito le parole che Ian mi ha rivolto all’orecchio ed io preferisco così <conosco Ian da molto tempo, fa strano ammetterlo ma è così, e credo anche di conoscerlo abbastanza bene> faccio un momento di pausa per mettere ordine tra miei pensieri, ne ho bisogno <per tutta la vita ha lottato per crearsi una corazza, ha sempre tenuto il mondo a distanza e invece io l’ho costretto ad aprirmi uno spiraglio e in quel momento ho avuto accesso a una sua debolezza contro la sua volontà, credo che avrebbe accettato qualsiasi cosa ma non mostrarsi vulnerabile, ci tiene a mantenere la sua aura di potenza> Jessica lo fissa pensierosa <credo di aver capito cosa intendi> <già> provo a difendermi, un misero tentativo di ripulire la mia sporca coscienza <ma cosa avrei dovuto fare? Mi ha fatto perdere le staffe! Non fa che provocarmi, ogni volta che c’è lui di mezzo non ragiono, è stato lui a cercarsela> Jessica ora mi guarda con un tenero sorriso sul volto <pensi davvero che lui non volesse che tu usassi la tua abilità su di lui?> mi chiede <certo!> la vedo scuotere la testa <allora mi dispiace dirti che non hai capito proprio niente> mi sorprendo delle sue parole <come?> <vedi io penso che lui aveva ragione, odio ammetterlo ma è così> si volta verso Oscar che sta giocando con il coniglietto dalle tre orecchie <Oscar è un bravissimo ragazzo e un fedele amico ma in quel momento non era ciò di cui avevi bisogno, come ha detto anche Ian lui non avrebbe fatto alcuna opposizione alle tue abilità e per te sarebbe stato fin troppo facile, avevi bisogno di qualcuno capace di venirti contro e tenerti testa, qualcuno come lui e io credo che lui ti abbia stuzzicato sì per infastidirti ma anche perché voleva aiutarti> torno a posare lo sguardo su Ian, adesso lo vedo sotto una nuova luce, voleva aiutarmi? Voleva davvero che io provassi le mie abilità su di lui? <ma non si aspettava che io gli chiedessi una cosa del genere> <già> mi conferma Jessica, ora vedo la cosa da una prospettiva nuova, sotto i suoi modi scontrosi da duro infondo si nasconde un animo buono, voleva solo aiutarmi <forse dovrei andare a chiedergli scusa> propongo incerta <e magari discutere delle vostre emozioni?> mi deride Jessica e poi scoppia a ridere <se c’è una cosa che ho capito è che per gli uomini è più facile far finta di niente piuttosto che affrontare i propri sentimenti, andando da lui adesso lo metteresti ancora di più in difficoltà, in fondo non è successo nulla di grave, gli passerà> forse ha ragione, sto dando troppo peso a una cosa di poca importanza, sono certa che presto tornerà di nuovo tutto come prima, le sorrido grata <seguirò il tuo consiglio, grazie, avevo bisogno di sfogarmi con un’amica> la vedo ricambiare il mio sorriso <quando vuoi> mi rilasso finalmente, mi sono tolta un peso <e poi saremo noi le difficili eh?> dico ironica, ci scambiamo un’occhiata d’intesa e scoppiamo a ridere. Quella sera siamo tutti seduti intorno alla tavola, il tempo del riposo è finito ora dobbiamo affrontare il motivo per cui siamo qui, la saggia non può più evitare le nostre domande <dobbiamo parlare> inizio attirando l’attenzione di tutti <so già cosa vuoi dirmi> mi risponde la saggia con aria distratta, resto in attesa che continui ma quando vedo che non lo fa intervengo di nuovo <abbiamo bisogno di sapere dove possiamo trovare la gemma del prescelto> la saggia ora assume una posizione diritta e punta i suoi occhi chiari diritti nei miei tenendomi ancorati ad essi <dimmi la verità: perché la state cercando?> non ho problemi a rispondere a questa domanda <sul nostro regno si sta abbattendo una brutta minaccia, noi li chiamiamo gargoyle> la saggia continua a mantenere il contatto visivo, la sua espressione è neutra come sempre <spiegati meglio> <sono dei brutti mostri che sono comparsi nell’ultimo periodo e che hanno preso di mira le nostre città, i nostri uomini, gli ospedali ormai sono piene di feriti, alcuni di essi in fin di vita, il capo del dipartimenti in persona mi ha affidato questa missione della massima segretezza, lui vuole sfruttare il potere della gemma per poter curare tutte queste persone, vogliamo solo aiutarli, tutto qui> nella stanza è calato il silenzio, la saggia continua a studiarmi come cercando la risposta a qualche domanda <solo per questo?> mi chiede con un’espressione indecifrabile <certo> rispondo di getto <per quale altro motivo se no?> le chiedo, lei non risponde ma continua a fissarmi, poi passa lo sguardo sui miei compagni, quando arriva su Jessica si sofferma qualche istante in più e poi ritorna su di me <va bene mi hai convinta> tiro un sospiro di sollievo <non so dove si trovi la gemma> esclama spiazzandomi <cosa??> non posso fare a meno di alzare il tono di voce <la sua collocazione è segreta, ed è cambiata più volte nel corso del tempo, a un certo punto ho perso ogni interesse a seguirne i suoi movimenti> non posso fare a meno di abbassare le spalle delusa e accasciarmi sulla sedia, siamo al punto di partenza, non posso crederci, e adesso che faremo? <ma…> la saggia attira di nuovo la mia attenzione e quella di tutti, mi raddirizzo di nuovo sulla sedia e torno a fissarla seria <ti posso dire chi conosce la sua esatta posizione> un barlume di speranza si accende dentro di me, questo cambia le cose <e chi sarebbe?> chiedo porgendomi più avanti sulla tavola <si tratta di uno stregone che vive nella regione Perla, il suo nome è Steven> la fisso in attesa di qualche altra notizia, ma la saggia si è ormai alzata dalla sedia seguita dal suo fedele coniglietto e sta per andarsene <aspetta!> la blocco alzandomi in piedi a mia volta <tutto qui?> le chiedo basita, lei si gira a guardarmi sorpresa <tutto qui? Penso di averti dato un indizio importante per la tua ricerca> la vedo che si sta alterando quindi cerco di moderare il tono <certo, certo è vero ti chiedo scusa, volevo dire, non ci dici come trovarlo? Non so, qualcosa di più di un semplice nome, d’altronde la regione Perla non è un posto piccolo> lei pare pensarci un momento su <in questo momento ti trovi sul promontorio di regione Antica, se continui la strada e superi quest’ultima striscia di foresta oscura ti troverai diritta sulle sue pendici, una volta arrivata lì troverai una scala nascosta che ti porterà verso una piccola spiaggia> prendo nota mentale delle sue istruzioni <prendete la barca che è lì ormeggiata e impostate la navigazione verso sud-ovest, fermatevi solo quando arriverete all’ultima città della regione, lì troverete Steven> detto questo se ne va scomparendo nel buio del corridoio senza nemmeno attendere un cenno da parte mia, credo che il nostro tempo con lei sia scaduto, io mi giro a guardare i miei compagni, in ogni caso ho ottenuto ben più di quello che speravo <bene direi che abbiamo la nostra prossima meta>.

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