La notte è trascorsa tranquilla, siamo anche riusciti a riposare, appena sopraggiunta la mattina però abbiamo deciso di ormeggiare per cercare ristoro, fortunatamente abbiamo superato la foresta oscura e adesso ci troviamo in un piccolo paesino di Regione Antica, qui come anche nella città di Jessica, la gente è molto restia nei nostri confronti, siamo sempre dei forestieri per loro, abbiamo volti sconosciuti, tutti ci guardano per non dire ci sorvegliano. Facciamo tappa in una piccola pasticceria molto austera, ci sono pochi tavoli e il menù comprende solo due scelte: torta di mele o crostata all’amarena. Ci prendiamo una bella tazza di tè fumante per riscaldarci, la notte è stata fredda e le coperte che avevamo sono servite a ben poco. Una volta terminato il nostro pasto a turno usiamo il bagno per rinfrescarci, questo è il massimo che ci possiamo permettere al momento. Dopo aver pagato, per la gioia di queste persone, raggiungiamo la nostra barca e riprendiamo la navigazione. Il cielo fortunatamente è sereno, il sole è tiepido ma è abbastanza per tenerci al caldo, anche la corrente è a favore, ciò significa meno sforzo per noi, tutto sembra filare liscio. Ci allontaniamo il più possibile dalla costa pur tenendola sempre in vista sulla nostra destra mentre navighiamo verso sud, è rilassante ascoltare il fruscio della nostra barca sulla superficie dell’acqua, non sono mai stata in mare in vita mia e a parte una leggera nausea iniziale devo dire che non mi dispiace affatto <e così stiamo cercando la gemma> afferma più che domandare Jessica improvvisamente interrompendo il flusso dei miei pensieri <già, ora lo sai anche tu> ha l’aria pensierosa mentre fissa l’ondeggiare del mare sotto di noi <ora capisco perché avevate bisogno di un saggio> <tu cosa sai della gemma?> le chiedo, in fondo è stata lei a portarci dalla saggia, non potrebbe sapere anche qualcosa sulla gemma? <si in effetti nelle mie ricerche mi è capitato qualche volta di imbattermi nella gemma> ora ha l’attenzione di tutti <e cosa hai scoperto?> le chiede Oscar, Jessica fa spallucce <non molto a dire il vero, solo che è stata creata un numero imprecisato di anni fa, molti anni fa, e si sa poco e niente in giro, la maggior parte degli uomini ne ignora completamente l’esistenza> in effetti è vero, io stessa non avevo mai sentito parlare della gemma prima che il capo del dipartimento venisse a casa mia <solo un saggio in effetti poteva aiutarvi in questa storia> <è quello che pensavamo anche noi, ma nemmeno lei sapeva la sua esatta posizione, sarà difficile trovarla> dico riflettendo ad alta voce <chi può dirlo? Magari lo stregone Steven saprà davvero dove trovarla> prova a rincuorarmi Jessica, la ringrazio con un sorriso, solo Dio sa quanto ne ho bisogno in questo momento <non ci spererei troppo fossi in te> interviene Ian <perché?> gli chiedo confusa <non penso proprio che uno stregone riveli un’informazione come questa a degli sconosciuti> rifletto sulle sue parole <si l’ho capito che gli stregoni in genere hanno un caratteraccio> Ian mi lancia uno sguardo di sottecchi prima di riprendere a guardare la rotta <e ne andiamo fieri> sbuffo scuotendo la testa, se anche lo stregone Steven è come Ian non sarà affatto facile estrapolargli ciò che vogliamo sapere, ma non voglio pensarci per il momento, vedremo come fare a tempo debito <la state cercando davvero per guarire quelle persone?> ci chiede Jessica con tono neutro, mi volto verso di lei <certo, la gemma ha grandi poteri curativi e grazie a lei potremmo aiutare tutte quelle persone in difficoltà> Jessica annuisce, il suo sguardo è fisso su di me come a soppesare le mie parole <è davvero così grave la situazione?> <si> rispondo senza esitare, anche se non ho visto con i miei occhi mi fido ciecamente del capo del dipartimento <ed è solo per questo che la cercate?> ci chiede, noto un certo nervosismo in lei e mi domando da cosa sia provocato, forse sta comprendendo la serietà della missione? <si certo, per quale altro motivo dovremmo cercarla?> Jessica apre la bocca come per dire qualcosa ma poi subito la richiude come se ci avesse ripensato <no niente, era per tanto per dire> mi soffermo per un attimo a guardarla, vedo che anche Ian la sta fissando pensieroso <da questo momento siamo entrati nella Regione Perla> interviene Oscar distogliendo i nostri pensieri, grazie alla magia di Ian siamo andati più veloce del normale e abbiamo macinato una gran quantità di strada ma ci manca ancora molto. Mi giro a guardare la costa, da qui è troppo lontano per intravedere i dettagli ma gli alberi sono quasi completamente scomparsi, da questa distanza si direbbe che la zona sia completamente pianeggiante, chiaro segno che abbiamo lasciato Regione Antica, infatti questa è una caratteristica tipica della Regione Perla che si chiama così perché si dice che vista dall’alto è così luminosa da ricordare una perla, caratteristica dovuta alla gran quantità di specchi d’acqua che occupano la sua superficie, infatti è occupata per gran parte da fiumi e laghi. Da questa distanza però ci appare solo come una striscia di terra in lontananza <si sta preparando un temporale> commenta Ian ad alta voce indicando i nuvoloni grigi che si vedono all’orizzonte <abbiamo ancora qualche ora di navigazione prima che venga a piovere> le nuvole sembrano ancora lontane ma non è solo questo, si sta anche avvicinando la notte <tra il freddo della notte e la pioggia ci ammaleremo di certo> rispondo <avviciniamoci alla costa, appena possibile ci fermeremo per cercare un alloggio per la notte, domani mattina all’alba riprenderemo> annuisco mentre cambiamo rotta per puntare verso la terra ferma, dopo circa un’ora di navigazione fermiamo la nostra barca in un piccolo porto dove la lasceremo per la notte. La città in cui siamo arrivati è davvero particolare, si sviluppa interamente su un fiume che spacca la città in due metà, tanti piccoli ponti in legno collegano le due rive annullando completamente la separazione generata dalla natura. La superficie dell’acqua sembra quasi un dipinto creato dai riflessi delle tante case colorate che si stagliano sullo sfondo della città, resto per un attimo senza fiato ad ammirare tanta bellezza. Una folla di persone passeggia conversando riempiendo le strade cittadine mentre la luce del tramonto ne riscalda i volti, tutto prende una calda sfumatura color arancio, ci mischiamo in mezzo a loro passeggiando come se non avessimo neanche una preoccupazione al mondo <è molto bella questa città> non posso fare a meno di commentare, dopo la nostra esperienza nella Regione Antica è davvero un toccasana respirare un’aria così confortevole <lì c’è una locanda dove potremmo passare la notte> ci informa Oscar indicando un edificio di mattoncini rossi proprio di fronte a noi <vado a vedere se hanno disponibilità> e così dicendo si avvia da solo scomparendo dietro le porte d’ingresso. Compare poco dopo con un sorriso sulle labbra <il proprietario è una persona molto gentile, ci sta preparando le camere e la cena, nel frattempo che ne dite di farci un giro?> propone entusiasta, l’idea mi stuzzica <andata> prendo Oscar e Jessica a braccetto <da dove iniziamo?> chiedo mentre la mia fantasia prende il volo <andate pure senza di me> dice Ian allontanandosi da noi <aah no> lo fermo <non se ne parla, tu vieni con noi> spalanca leggermente gli occhi <cosa? No!> fa per andarsene ma io mi distacco da Oscar e Jessica e mi avvicino a lui prendendolo per la mano <forza vieni e ti avverto> gli dico puntandogli un dito contro <non mi arrenderò fino a quando non vedrò un sorriso su quel tuo viso sempre imbronciato> fissa le nostre mani unite e poi me con aria sorpresa, mi fa quasi tenerezza <preferirei…> <shhh> lo zittisco <non voglio sentire obiezioni> gli dico mentre lo trascino per le stradine affollate ignorando il calore che si propaga dal punto in cui le nostre mani si uniscono e stranamente lui mi segue senza lasciarmi. Vaghiamo senza una meta precisa, ci perdiamo tra i tanti vicoletti della città, sbuchiamo ogni volta in qualche piccola piazzetta o sull’ennesimo ponte che attraversa il fiume, ogni volta è sempre una piacevole scoperta. Ci fermiamo davanti a una graziosa pasticceria dove il dolce profumo delle brioche profuma l’aria intorno a noi, ha un odore così invitante, ci metto poco a decidere sul da farsi, ed ora infatti quella brioche è ben salda nelle mie mani mentre ci tuffo la testa dentro senza il minimo ritegno <è squisita> dico con la bocca piena facendo volare in aria dello zucchero a velo, Ian è accanto a me con le braccia incrociate e quel broncio perennemente annoiato stampato sul viso, quasi come se lo stessi sottoponendo a una tortura, un dito mi tocca il naso, è Oscar <sei tutta piena di zucchero a velo> mi dice ridendo, guardo il mio riflesso nella vetrina e in effetti ho le guance e il naso completamente bianchi, non posso fare a meno di scoppiare a ridere <fatti dare un bacino> scherzo avvicinandomi a Oscar tendendo le labbra <stai lontana da me> risponde fingendosi scandalizzato scappando via da me ma il suo viso non riesce a trattenere una risata, da quanto tempo non ridiamo così? Solo ora mi rendo conto di quanto mi sia mancato tutto questo. Durante la nostra passeggiata io e Jessica non possiamo fare a meno di fermarci davanti a una vetrina di una bellissima boutique <oddio guarda quel vestito!> mi dice Jessica tirandomi per un braccio <donne> sento mormorare Ian accanto a me ma lo ignoro <quel verde ti starebbe d’incanto> le dico guardando la sua carnagione chiara e i capelli rossi <forse, ma non lo sapremo mai> mi risponde continuando a camminare, la inseguo tenendo il suo passo <mai dire mai, non sappiamo quello che la vita ha in serbo per noi> le dico mentre non mi perdo nemmeno una vetrina <fino a qualche giorno fa non avrei mai detto che avrei fatto un giro per negozi con Ian> dico rivolgendo uno sguardo verso lo stregone che mi risponde con un’occhiataccia, io e Jessica scoppiamo a ridere. Trascorriamo qualche ora in completa serenità quasi dimenticandoci il motivo per cui ci troviamo qui, ci rendiamo conto dello scorrere del tempo dall’incombere della notte, le candele dei negozi adesso illuminano i ciottoli delle strade mentre ritorniamo sui nostri passi. Anche Oscar e Jessica sembrano essersi divertiti tanto mentre Ian continua ad essere una causa persa, non ha nemmeno accennato a togliersi dal volto quell’aria annoiata quasi come se fosse una presa di posizione più che un vero stato d’animo. Arriviamo alla locanda stanchi ma soddisfatti, ad attenderci troviamo una bella cena a base di tacchino, salsa alle arance e patate arrosto. Sazi e assonnati ci ritiriamo nelle nostre stanze, io e Jessica ne divideremo una, contro la mia volontà mi affiora il ricordo dell’ultima volta che abbiamo alloggiato in una locanda, mi chiedo se anche ad Ian è venuto in mente, provo a guardarlo ma il suo volto è una maschera inespressiva. E’ incredibile come riesca sempre a mantenersi così distaccato dalla vita intorno a lui, oggi ho provato in ogni modo a coinvolgerlo ma per quanto ci provi alza sempre un muro tra di noi e non so se provare rabbia o pena <aaah> la voce di Jessica interrompe i miei pensieri <questo letto è comodissimo> esclama distesa con le braccia aperte <davvero?> chiedo tuffandomi a mia volta sul letto libero accanto al suo <aaah> esclamo a mia volta, non posso farne a meno, sembra di essere su un letto di piume <da quanto tempo non passavo una giornata così> mi lascio sfuggire, Jessica appoggia la testa su un braccio e si volta a guardarmi <non deve essere facile affrontare un viaggio come questo> mi dice pensierosa <non sei costretta a seguirci, voglio dire, mi fa piacere che tu sia qui con noi, ma se in qualunque momento tu volessi andare via sei libera di farlo, questa non è una missione semplice, posso capirlo> Jessica ha un’espressione seria sul volto <è tutta la vita che attendo un momento come questo per mettermi alla prova, non mi tirerò indietro proprio ora> annuisco comprensiva <e ti rispetto per questo> restiamo per un po’ distese sul letto a contemplare il soffitto <allora dimmi, c’è qualcosa tra te e Oscar?> mi domanda Jessica dal nulla, mi alzo sconvolta <cosa? No! Certo che no, è come un fratello per me> le dico <capisco> <e poi> aggiungo <sarebbe così strano, noi prescelti ci uniamo solo con altri appartenenti alla nostra stessa classe, non potrei mai stare con qualcuno che non sia un mentalista come me> scuoto la testa al pensiero <decisamente no> Jessica mi fissa pensierosa <avete delle regole strane voi> le sorrido <si è vero> poi aggiungo sotto voce <in tutta la mia vita solo una volta ho sentito di una storia in cui due prescelti di classi diversi hanno dichiarato di stare insieme> ora Jessica si è messa seduta ad ascoltarmi <la prima moglie del re in realtà non era un elementale come lui ma era un’empatica> le sussurro <cosa? Davvero? Non lo sapevo> annuisco <sono pochi a conoscere la storia, tra i prescelti è motivo di vergogna, la verità è stata nascosta a tutti per tutelare la reputazione del re> <doveva essere proprio innamorato per contravvenire in questo modo alle vostre regole> <già, immagino di si> non sono mai stata innamorata, non riesco a comprendere bene certe dinamiche ma posso immaginare come l’amore induca la gente a fare cose inimmaginabili, anche ricoprirsi di vergogna o di sdegno collettivo <è molto triste> commenta Jessica <cosa?> <non poter amare chi si vuole, dover seguire delle etichette anche per i sentimenti> rifletto sulle parole di Jessica <non mi sono mai più di tanto fermata a pensare a questa cosa, per noi è una cosa naturale, non riesco proprio a immaginarmi con qualcuno diverso da un mentalista> Jessica mi guarda sorpresa <non hai mai avuto una cotta per qualcuno?> scuoto la testa <no> la vedo spalancare gli occhi <non ci credo!> faccio spallucce <non ho mai avuto tempo per queste cose> Jessica ricade sul letto pensierosa <e di Ian che mi dici?> mi chiede d’improvviso cogliendomi di sorpresa <che intendi?> <lui ti piace?> scuoto la testa con vigore <no certo che no cosa dici?> le dico scandalizzata, come può anche solo aver pensato a una cosa del genere? <Anche con lui sarebbe impossibile?> <peggio! Per i stregoni è una questione molto seria, sarebbe un disonore per loro mischiarsi con dei prescelti, sono così fieri di loro e della loro razza, noi per loro siamo esseri inferiori> Jessica scoppia a ridere <si è esattamente quello che Ian pensa di noi, capisco cosa intendi, quando ci rivolge la parola sembra quasi che ci stia facendo un favore> <sta onorando noi comuni mortali della sua preziosissima voce> dico con aria seria prima di scoppiare a ridere fragorosamente, Jessica mi segue a ruota. Il giorno seguente ci mettiamo di nuovo in viaggio di buon mattino, secondo le stime di Ian dovremmo arrivare a destinazione entro sera, anche oggi sta usando la sua magia per darci maggiore velocità, con la sola forza fisica ci avremmo impiegato il doppio del tempo. Il temporale è passato, fortunatamente si è sfogato completamente durante la notte ed oggi c’è un pallido sole ad accompagnarci. Ormai abbiamo l’aspetto di marinai, i nostri volti sono leggermente arrossati per le ore trascorse in navigazione in mezzo al mare e i nostri capelli scompigliati dal vento profumano di salsedine. Ian è a prua pilotando dandoci le spalle mentre Oscar è a poppa, ogni tanto fischietta un motivetto, io e Jessica ci troviamo nel mezzo godendoci il viaggio, il lento ondeggiare della barca è rilassante, giocherello distrattamente con la mano in acqua, ogni tanto riesco a vedere qualche pesciolino nuotare sotto di noi <quando tornerò a casa andrò a cercare mio padre> dice Jessica distesa sulla barca accanto a me con gli occhi puntati verso il cielo <gli dirò che non è lui a doversi vergognare di me ma che sono io che mi vergogno di lui> la sua espressione è serena <arcaici, prescelti, stregoni, tutte queste etichette non fanno che allontanarci, questi stupidi pregiudizi che ci giudicano ancor prima di nascere sono la rovina dell’umanità> si alza a sedere e mi guarda con determinazione <dovremmo nascere tutti con gli stessi diritti, le stesse opportunità, alla fine di questa missione tornerò vittoriosa nella capitale al tuo fianco> annuisco sorridendo <tutti sapranno come che un’arcaica ha lottato al fianco di due prescelti e uno stregone per il bene dell’umanità> le stringo lo mano <è una promessa> lei mi sorride soddisfatta, l’espressione serena però lascia spazio alla preoccupazione <credi che mi accetteranno?> mi chiede con un filo di voce <importa qualcosa? L’unica persona che deve accettarti quella sei tu e nessun altro> le dico sperando di ritrovare in lei la sua solita determinazione <non so, a volte credo che io mi stia solo riempiendo la testa di stupidaggini, mia mamma me lo dice spesso> <tua mamma si sbaglia, tutti i grandi cambiamenti sono iniziati da un pensiero di una persona, non lasciare che la paura di fallire ti impedisca ti tentare> Jessica mi guarda riconoscente <cosa vorresti?> le chiedo seria, Jessica non perde tempo a pensarci <il mio sogno più grande è poter entrare a far parte dei dipartimenti anche io un giorno, spero davvero che ci sarà un tempo in cui anche agli arcaici verrà permesso di servire il proprio paese> la guardo con ammirazione, il suo è un sogno grande, ambizioso, certo non semplice ma non per questo meno importante, mi vergogno di non averci pensato io stessa prima, ma grazie a Jessica sto imparando a vedere le cose da una prospettiva diversa <tutto è possibile> la vedo scuotere la testa con un sorriso ironico sulle labbra <le mie sono solo sciocchezze, lo so che non accadrà mai ma mi piace sognare, rende la vita meno noiosa> un sorriso triste le curva il viso mentre la guardo in silenzio, un paese che non sostiene i sogni dei propri ragazzi è un paese senza futuro <non dire così> dico mentre il mio animo battagliero si accende <ti ripeto, tutto è possibile> Jessica ricambia il mio sguardo poco convinta <dammi una tela e ti farò vedere il mondo, dammi carta e penna e ti scriverò la vita, dammi delle note e ti farò sentire un’emozione, basta così poco e dal niente si possono creare cose bellissime, è tutto a un palmo da noi basta solo allungare la mano e prenderlo> Jessica mi guarda con gli occhi lucidi <credi davvero che non sia pazza ad avere un sogno del genere?> le prendo la mano <un sognatore non è mai pazzo, solo chi si accontenta della vita così come viene senza lottare è un’incosciente> lei ricambia la mia stretta e mi sorride, so di aver acceso in lei una piccola speranza e farò di tutto per tenerla viva <siamo arrivati> ci avverte Ian interrompendo il silenzio che è calato intorno a noi <quella laggiù è Città Luce> dice indicando la costa di fronte a noi, seguo il sguardo <lì è dove vive lo stregone Steven>.

STAI LEGGENDO
La prescelta
FantasyElly non è un'umana qualsiasi, lei è una prescelta, ovvero un' essere umano dotato di abilità speciali, peccato però che le sue sembrano tardino a mostrarsi, motivo per cui è sempre vittima di pregiudizi, è sottoposta ogni giorno ad una forte pressi...