CAPITOLO 10 - Farlo felice

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~EDWIN~

<<Togliti la giacca>>
Mi intimò.

<<Non penso sia il caso>>

<<E fammi felice dai>>
Sorrise ampliamente. Ricordai perfettamente quella frase quando tempo prima mi mise il bracciale stregato. Inconsciamente mi guardai il polso avvolto dal bracciale.

<<Non ti ho fatto nessun incantesimo, tranquillo. Puoi toglierti anche quello se vuoi ma sarebbe un peccato. Sai, quel bracciale è l'unica cosa che vorrei tenessi addosso stasera>>
Si morse il labbro e qualcosa in me si smosse.

Alzai lo sguardo incrociando nuovamente i suoi occhi felini e decisi di farlo felice.
Mi tolsi la giacca e lasciai anch'essa cadere a terra.

<<Anche la camicia>>
Mi intimò abbassando ancora il tono di voce al punto che riuscii appena a sentirlo.

Lentamente mi sbottonai la camicia sotto al suo sguardo la guido fino a farla cadere ai miei piedi insieme al resto. Rimasi con solo una leggera canotta che fungeva da intimo ed i pantaloni.
Sebbene fossi ancora di fatto vestito mi sentivo tremendamente nudo ed a disagio. Nemmeno in collegio mi cambiavo mai difronte ai miei compagni per vergogna e quella vergogna fu proprio uno dei motivi per cui iniziarono a bullizzarmi dandomi della ragazzina verginella e infine tutto ciò mi portò alla mia tragica morte.

<<Voi fantasmi di inizio secolo avete decisamente troppi vestiti addosso, in ogni caso sono sorpreso; felicemente sorpreso. Ora stenditi sul letto>>

Mi voltai per osservare il letto ovale posto a pochi passi da noi. Esitai.

<<Sai, in tanti secoli di esistenza non ho mai sentito di nessun fantasma venir risucchiato da un letto assassino>>
Ridacchiò smorzando la mia ansia. Ridacchiai a mia volta e senza pensarci oltre andai a stendermi a pancia in su sul letto; letto decisamente piccolo per due persone. Lasciai ricadere le braccia ai lati della mia testa.

Mi guardò come se si stesse godendo la scena per poi avvicinarsi a sua volta al letto. Si tolse il maglioncino nero a collo alto che indossava e si mise a cavalcioni su di me.

<<Sei dannatamente eccitante>>
Mormorò accarezzando il mio petto, coperto soltanto dal leggero strato della canotta.

Lentamente fece scendere le mani fino ad arrivare al cavallo dei miei pantaloni che in mezzo secondo aprì facendomi andare nel panico.

<<N-no Thomas senti->>
Mi bloccò poggiando un dito sulle mie labbra.

<<Dammi un pó di fiducia Edwin>>
Disse serio.

<<Ma non dovevamo parlare?>>
Gli rammentai.

<<Si, ma ho deciso di mostrartelo direttamente. Com'è che si dice? La pratica rende perfetti? Insomma, qualcosa del genere; in ogni caso è meno noioso che parlare>>

<<Non ti sto seguendo>>
Scossi la testa sentendomi estremamente confuso.

<<Va bene. Ora io farò delle cose e tu non dovrai far altro che rilassarti, okay? Vedrai che ti piacerà quello che ho intenzione di farti>>
Sorrise, ma questa volta con dolcezza.

<<Non fraintendere, non è che non mi fidi, ma vorrei che mi dicessi cos'hai intenzione di farmi prima di farlo. Sai, non sono un grande fan delle sorprese>>
Gli chiesi.

<<E va bene ragazzino. Ora ti sfilerò i pantaloni e farò lo stesso con i miei, dopodiché passerò al tuo adorabile intimo vintage e infine al mio; il resto lo vedrai>>

<<E perché?>>
Chiesi ancora.

<<LASCIAMI FARE EDWIN!>>
Sbottò alzando la voce e lì decisi di assecondarlo standomene in silenzio.

Con pochi movimenti decisi mi tolse fino all'ultimo indumento che indossavo e mi sentii tremendamente vulnerabile. Non ebbi il tempo di dire nulla che anche lui rimase totalmente nudo sopra di me. I miei occhi vagarono percorrendo ogni centimetro del suo corpo e le mie guance arrossirono. Ero attratto da quello che vedevo, era inevitabile per me.

<<Dio mio sei perfetto Edwin. Un bocconcino perfetto>>
Commentò mordendosi il labbro inferiore.

Posizionò una mano sulla mia coscia e la strinse graffiandola involontariamente, provocandomi un urlo di dolore. I graffi di gatto erano estremamente dolorosi per i fantasmi.

<<Scusami, mi sono lasciato andare un po' troppo>>
Si scusò scendendo a baciarmi la coscia nel punto in cui mi aveva graffiato; successivamente si spostò nel mio interno coscia e quando le sue labbra sfiorarono la mia pelle un gemito strozzato uscì incontrollato dalle mie labbra.

<<Così Edwin, lasciati andare. Non trattenerti se ti piace>>
Disse con tono soddisfatto.

<<C-che vuoi fare ora?>>
Balbettai nervoso.

<<Essendo per te la prima volta voglio andarci piano. Sappi che non lo faccio mai, tu sei l'unica eccezione e tengo molto a te, ergo non voglio ferirti. Dimmi se vuoi che smetta>>
Disse con premura.

<<Smettere di fare cos- ODDIO!>>
Strinsi con forza le lezuola sotto di me quando con la mano afferrò la parte più intima di me massaggiandola.

<<T-THOMAS CHE STAI->>

<<Sta buono Edwin. Goditi il momento e non rimuginare troppo come fai sempre>>
Mi schernì.

<<I-io non rimug- AH THOMAS!>>
Urlai sentendo come una scarica elettrica pervadermi.

Egli non rispose, si limitò a usare l'altra mano per massaggiare la sua stessa intimità. I suoi gemiti rochi mandarono in tilt la mia lucidità.

<<P-più veloce ti p-prego!>>
Gemetti sottomesso e mi accontentò.

<<Mi ecciti da morire. Tu con quegli occhioni verdi smeraldo mi porterai alla rovina>>
Disse tra un gemito e l'altro.

<<N-non so cosa tu stia facendo, m-ma ti prego non smettere>>

<<Sei così adorabile cazzo! Così fottutamente innocente. Mi stai facendo perdere la testa razza di spiritello>>
Ghignò soddisfatto delle mie reazioni.

DEAD BOY DETECTIVES + Cat KingDove le storie prendono vita. Scoprilo ora