CAPITOLO 24 - Peace Pagoda

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~CHARLES~

<<Ti piacerebbe moccioso. Dunque, da dove iniziamo?>>
Chiese cambiandosi d'abito usando la sua magia.

<<Non hai fatto qualcuno dei tuoi soliti incantesimi questa volta?>>
Lo provocai.

<<Aimè no. Non so da dove iniziare a cercare, proprio come te>>
Non cedette alla mia provocazione.

<<Se ha attraversato uno specchio potrebbe essere letteralmente ovunque. Magari dovremmo soltanto aspettare che si calmi e sarà lui stesso a tornare qui. Solitamente fa così quando sparisce>>
La buttai lì.

<<E tu saresti il suo migliore amico? Anziché dire stronzate pensa ad un posto qui a Londra in cui potrebbe essere andato. Ci sarà un posto, no?>>
Si spazientì.

<<Io non- ASPETTA! C'è un posto in cui Edwin ama andare qui a Londra. Da quando lo conosco mi ha raccontato più volte del suo "luogo personale di pace">>
Ricordai.

<<Oh wow, stupendo, emozionante. CAZZO TI MUOVI A DIRMI CHE POSTO È?!>>
Farneticò con ironia come suo solito.

<<Come fa Edwin a vederci qualcosa di buono in te? Il posto si trova al Golden Buddha nella Pagoda della Pace. Se non ricordo male si trova dall'altra sponda del Tamigi>>
Risposi e nel mentre cercai di ricordare dove si trovasse quel posto.

<<E che ci sta a fare Edwin in una Pagoda buddista?>>
Domandò lo stregatto.

<<È più un luogo simbolico. Diceva qualcosa riguardo la pace interiore se non ricordo male>>
Agitai le mani in modo nervoso. Non avevo mai capito Edwin fino in fondo, ma è sempre stato un sensibile amante della cultura e, come un vero intellettuale, da sempre dava alle cose ed ai luoghi significati suoi personali.

<<Bene, non perdiamo altro tempo allora. Fai strada tu?>>
Propose Thomas risvegliandomi dai miei pensieri.

<<Andiamo, ci sarà da camminare>>
Risposi sospirando seccato.

Alla fine arrivammo alla Pagoda e da lontano vedemmo la figura di Edwin seduta sulla scalinata d'ingresso mentre fissava con aria affranta la grande statua dorata del Buddha presente all'entrata.

<<Edwin!>>
Lo chiamai subito. Si voltò di scatto e si mise immediatamente in piedi. Corsi lungo tutta la scalinata lasciando indietro Thomas e raggiunsi il mio migliore amico.

<<Perchè sei scappato in quel modo? Potevamo parlare...>>
Mi fermai a pochi metri da lui per lasciargli spazio.

<<Ho visto il tuo sguardo Charles. Ha parlato per te>>
Rispose a voce bassissima.

<<Io... si beh, ammetto che ero furioso quando ti ho visto con lui, ma... non volevo aggredirti in quel modo. Perdonami amico mio>>
Mi scusai.

<<Non c'è niente che ti debba perdonare Charles, è praticamente impossibile arrabbiarsi con te. È con me che sono arrabbiato>>
Disse distogliendo lo sguardo.

<<Beh non dovresti. Sei libero di fare quello che vuoi con la tua... beh, morte, ed io non dovrei impicciarmi, anche se vederti col Re Gatto mi fa male>>
Finalmente realizzai.

<<Perchè lo odi così tanto? E non tirare fuori la storia del "non mi fido" perché è diventata vecchia ormai>>
Mi incalzò.

<<Vuoi davvero saperlo Edwin?>>
Cambiai tono di voce rendendola involontariamente più bassa.

<<Si! Ti prego Charles, dimmelo>>
Insistette nel volerlo sapere.

<<Hai detto che non potresti mai arrabbiarti con me, giusto?>>
Misi le mani avanti per cercare di evitare il più possibile di scottarmi.

<<Esatto, qualunque cosa tu dica non mi fará cambiare idea su di te e sul bene che ti voglio>>
Mi rassicurò.

<<E vale anche per le mie azioni?>>
Mormorai.

<<Ovviamente!>>
La sua risposta mi convinse del tutto.

<<Beh, allora sarò del tutto sincero. Non posso continuare a mentire a me stesso>>
Dissi sentendo le mie gambe tremare.

DEAD BOY DETECTIVES + Cat KingDove le storie prendono vita. Scoprilo ora