CAPITOLO 2 - Cortesia

33 6 3
                                    


~EDWIN~

<<Edwin? Wow, di tutti i pensieri sconci avuti oggi non pensavo che il migliore di essi si sarebbe avverato>>
Disse con un sorriso a trentadue denti sempre ammesso che i gatti ne abbiano trentadue.

<<Che vuoi dire?>>
Domandai confuso.

<<Oh niente. Dimenticavo. Entra ti prego, si sta più caldi nella mia cuccetta>>
Fece un cenno ai gatti di guardia intimandogli di andarsene e così fecero sparpagliandosi.

<<Dopo di te mio spiritello monello>>
Disse sfoggiando il suo miglior sorriso e tendendomi la mano, che però non afferrai.

Entrai e finii nella stanza dove tempo prima mi aveva costretto ad indossare il bracciale stregato. Feci qualche passo in avanti per poi voltarmi e sobbalzai nel vedere Thomas ad un metro da me.

<<Dimmi Edwin, come mai sei venuto nella tana del gatto solo soletto? Non che la cosa mi dispiaccia, assolutamente>>

<<I-io...>>
Balbettai.

<<Che c'è? Il gatto ti ha mangiato la lingua? Se è così dimmi chi è stato che squarcerò le sue pelli per usarle come guanti per le mie zampette. Solo io posso mangiarti la lingua>>
Ammiccò facendomi l'occhiolino per poi solleticare le mie labbra con la punta dell'indice. Deglutii, così non mi aiutava affatto.

Decisi di darmi una calmata e assunsi nuovamente un'aria sicura e autoritaria, proprio ciò che mi contraddistingueva.

<<Sono venuto per ringraziarti nuovamente per il tuo cordiale gesto dei fiori e vorrei sdebitarmi>>
Dissi con sicurezza.

<<Tu vorresti sdebitarti con me? Sono davvero curioso di vedere in che modo mio dolce fantasmino timidino>>
Rise sottecchi.

<<I-io ho una cosa per te>>
Dissi titubante.

<<Sono tutto orecchi. E non solo. Mi si sta drizzando il pelo Edwin quindi ti conviene sbrigarti>>
Disse distendendosi sul piccolo letto posto al centro della stanza. Da quella posizione mi guardò dal basso verso l'altro con un ghigno che non seppi decifrare. Non so perché ma mi ritrovai a tremare, cosa che non passò affatto inosservata al Re Gatto.

<<Perchè tremi Edwin? Sai che non potrei mai farti del male, vero? Non nel modo in cui intendi tu almeno. Avvicinati a me, non sono un cane, ergo non mordo>>
Mi intimò.

Feci come disse e mi avvicinai a lui finendo ai piedi del letto. Con le mani tremanti e ricoperte dai guanti frugai nella tasca del mio cappotto e tirai fuori una collana argentata dal pendente a forma di stella e gliela porsi.

<<E questo cos'è?>>
Mormorò non aspettandosi un tale gesto da parte mia.

<<Poco fa sono stato al negozio di Mick e ho visto questa collana. Mick dice che la stella del ciondolo è fatta di polvere di stella misto argento e che è un porta fortuna. Ho pensato di->>

<<Hai pensato cosa Edwin?>>
Mi interruppe scrutandomi con i suoi occhi felini.

<<D-di regalartela per ringraziarti dei fiori. Se non è di tuo gradimento posso->>

<<No! È perfetta. È che proprio non mi aspettavo mi facessi un regalo. Credevo di esserti... indifferente? O comunque non al livello di Charles>>

<<Non mi sei indifferente. Apprezzo la tua compagnia. C-CEH V-VOGLIO DIRE C-CHE TI SEI RIVELATO U-UN AMICO INFONDO E->>

<<Mettimela>>
Sentenziò mettendomi a tacere.

<<C-cosa?>>

<<Mettimi la collana>>
Specificò.

<<D-dovresti alzarti per->>

<<Vieni tu qui>>
Disse secco.

<<Non credo che->>

<<Edwin, vieni dai>>
Disse con un tono stranamente dolce e per nulla provocatorio; fu quello a convincermi ad assecondarlo. Credo.

Mi avvicinai di più al letto e mi ci sedetti sopra. Afferrai i due lembi della collana e mi avvicinai di più al suo collo. Con non poca difficoltà riuscii ad allacciargliela e la stessa scivolò sul suo petto seminudo. Inevitabilmente lo sguardo mi cadde sui suoi pettorali perfettamente scolpiti.

<<Puoi toccarli se vuoi>>
Sussurrò a pochi mentimetri dal mio viso.

<<Non credo che sia consono>>
Feci per alzarmi dal letto ma Thomas mi afferrò per un braccio e mi fece sdraiare interamente sul letto per poi posizionarsi sopra di me. Seppur fossi morto potei sentire le mie guance andare a fuoco in quel momento.

<<Fanculo ciò che è consono! Perchè ti allontani sempre da me Edwin, di che cos'hai paura?>>
Mi domandò con tono serio, troppo serio per la sua persona.

DEAD BOY DETECTIVES + Cat KingDove le storie prendono vita. Scoprilo ora