CAPITOLO 8 - Un bacio, anzi due, anzi dieci

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~EDWIN~

<<POSTA!>>
Urlò il postino fantasma che, come sempre, appariva alle mie spalle facendomi venire un infarto sovrannaturale.

<<Ma perché ti ostini ad apparire alle spalle della gente?! Diamine!>>
Sbottai prendendo la posta e tra le varie lettere dell'agenzia vi era anche un pacchetto.

Charles non c'era, era uscito con Crystal. Mi aveva chiesto di andare con loro ma in tutta onestà non mi andava di vederli mano nella mano intenti a scambiarsi smancerie.

Aprii il pacchetto e sussultai nel vederne il contenuto. Era il bracciale stregato che Thomas mi aveva fatto indossare con l'inganno costringendomi a rimanere in questa città. Non pensavo che lo avrei mai rivisto.
Con le mani tremanti lo tirai fuori dalla scatola e sotto di esso vi era un bigliettino:

"Tempo fa ti ho messo questo bracciale per tenerti più vicino a me. Ricordo i tuoi occhi spaventati quando lo hai visto comparire al tuo polso e vorrei rimediare. Questa volta non vi è alcun incantesimo, è come un comune bracciale ma dal valore simbolico. Se vorrai indossarlo ne sarei estremamente felice. Ah, ti va di cenare da me stasera? Un bacio, anzi due, anzi dieci, dal tuo adoratissimo Re Gatto aka Thomas <3"

Deglutii e ripiegai il bigliettino. Osservai il bracciale e mi chiesi se ci fosse qualche tipo di fregatura. Rimasi ad osservare l'oggetto per minuti interi finchè non decisi di voler fare un atto di fede fidandomi delle parole di Thomas e lo indossai. Osservai il mio polso ornato da quel bracciale d'oro e sorrisi. Era una sensazione strana avere di nuovo quel bracciale che per lungo tempo avevo odiato.

Subito dopo feci per sfilarmelo e ci riuscì senza alcun problema, segno che il Re Gatto aveva detto la verità

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Subito dopo feci per sfilarmelo e ci riuscì senza alcun problema, segno che il Re Gatto aveva detto la verità.
Decisi pertanto di accettare il suo invito a cena anche se, in quanto fantasma, non potevo mangiare.

Qualche ora più tardi ero al porto davanti alla sua tana che a lui piaceva tanto chiamare "cuccetta".
Non appena entrai non vidi nessun gatto, ma una tavola imbandita e piena di candele profumate accese, le stesse candele che circndavan il letto ovale di Thomas.
Mi sentii improvvisamente a disagio e diedi un colpo di tosse come per voler avvisare della mia presenza e una nube viole si palesò davanti alla mia figura.

<<Buonasera Edwin. Sono così felice di vederti, vedo che hai accettato il mio invito>>
Sorrise ampliamente.

<<B-buonasera>>
Salutai imbarazzato.

<<E vedo anche che porti il mio dono. Quel bracciale di stava talmente bene che non ho potuto resistere. L'oro è il tuo colore piccolo>>
Si complimentò e non riuscii a non arrossire a quel "piccolo".

Decisi che dovevo riprendermi e non sembrare un ragazzino timido anche se di fatto lo ero.

<<Mi hai invitato a cena ma io non mangio. Sai, roba da fantasmi>>
Dissi indicando la tavola imbandita.

<<Oh si lo so, ma questo non ti ha fermato dall'accettare il mio invito. Vieni, siediti, anche se non mangi possiamo chiacchierare mentre io mangio>>
Disse prendendo una sedia facendomi cenno di sedermi per poi avvicinarmi al tavolo.

<<Ai miei tempi questo genere di galanterie erano riservate esclusivamente alle donne>>
Lo provocai.

<<Beh, i tempi sono cambiati caro il mio fantasma. Lo saprò bene io che li ho vissuti tutti>>
Disse prendendo una coscia di pollo per poi morderla voracemente.

Non potendo fare altro ad osservarlo mentre mangiava ed era tutt'altro che elegante.

<<Tu mangi sempre così?>>
Non potei fare a meno di chiedere.

<<Così come?>>
Scosse le spalle parlando a bocca piena.

<<Con voracità>>
Risposi guardando il suo piatto.

<<Sono pur sempre un gatto Edwin, non dimenticarlo. Anzi, dimenticalo pure per ora perché io e te dobbiamo fare un discorso da grandi>>
Disse posando i rimasugli di cibo sul piatto per poi pulirsi le dita leccandosele avidamente. Si alzò in piedi e lentamente fece il giro del tavolino arrivando difronte a me guardandomi dall'alto verso il basso. Feci per alzarmi a mia volta ma mi tenne giù spingendomi per una spalla.
Con due dita spense una delle candele presenti sulla tavola senza mai smettere di fissarmi.

DEAD BOY DETECTIVES + Cat KingDove le storie prendono vita. Scoprilo ora