Capitolo 2.

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Maria:
Mi sveglio di soprassalto a causa del campanello che qualcuno sta continuando a suonare.
Prendo il mio telefono che ho lasciato sopra  il comodino e vedo che è l'una di notte.
Chi cavolo viene a disturbarmi a quest'ora?
Sposto le coperte dal mio corpo e con grande malavoglia vado a vedere dalla videocamera chi è.
Non ci posso credere.
È lei.
Come le è venuto in mente di venire a casa mia di notte? Dopo tutto questo tempo poi!
Continua a citofonare.
"Sabrina" la chiamo dal citofono.
"Aah ma allora sei viva! Marì muoviti apri sto portone o te giuro che succede er finimondo!"
"Ma Sabrina è l'una di notte"
"Marì muoviti ho detto! Non me ne frega un cazzo se è l'una de notte! Sbrigate!" urla.
"Va bene, va bene!"
Apro il portone automatico e lascio che entri.
Mentre la vedo camminare con passo svelto sento le mie gambe molli, ho la gola secca e sento il mio cuore battere forte.
Eccola qui, davanti a me, è dimagrita tanto, anche lei.
Ha i capelli mossi come piacciono a lei, indossa una tuta nera e delle scarpe da ginnastica bianche.
"Che ci fai qui a quest'ora?" le chiedo con un tono calmo a differenza sua che inizia a sbraitare.
"Ah me lo chiedi pure?! Ma con quale faccia?!"
Rimango in silenzio.
Non riesco più a guardarla, così sposto la mia attenzione verso il pavimento.
So di aver sbagliato con lei e me ne vergogno.
"Non ti fai sentire da sei mesi Maria! E stasera cosa hai fatto?! Hai fatto una cena con le nostre amiche! Ma non ti vergogni?! Gliel'hai detto come ti stai comportando con me eh?!" continua ad urlare.
"Non le ho invitate io...si sono auto invitate" dico più o meno sussurrando.
Non ho mai visto Sabrina così arrabbiata con me, di solito si arrabbia per sciocchezze e dopo cinque minuti tutto ritorna come prima, ma stavolta no! Stavolta è proprio incazzata, percepisco rabbia e delusione nei miei confronti, di certo non si aspettava che sarei scomparsa senza più rispondere e senza alcuna spiegazione.
"Cazzate! Allora perché sei scomparsa?!" mi prende per un braccio e mi strattona un po' per ottenere una risposta.
Risposta che non riesco a trovare, così sto zitta.
"Perché cazzo ti sei allontanata da me Maria?!" urla ancora.
Continuo a non rispondere mentre qualche lacrima inizia a scorrere sul mio viso.
Mi sento uno schifo, per la prima volta vedo Sabrina soffrire per colpa mia, piuttosto preferisco far soffrire me che lei.
"Ho detto o fatto qualcosa di male che in qualche modo ti ha ferita?" la sua voce adesso è calma.
Prende il mio viso da sotto il mento con due dita affinché io la guardi e così faccio.
"Mi rispondi per favore?"
So quanta pazienza sta utilizzando adesso nel parlarmi in questo modo, perché lei e la pazienza sono due mondi completamente diversi.
"Non lo so Sabrina..."
"Come non lo sai? Ah te allontani le persone così senza motivo?"
Sbuffo.
Questa discussione sta diventano più complicata del previsto.
Le avrei parlato in qualche modo o comunque mi sarei riavvicinata a lei cercando di inventarmi qualcosa sulla mia scomparsa, ma non adesso!
"Sono solo tanto sensibile e stanca in questo periodo...mi sono chiusa in me stessa"
"Ma potevi dirmelo cazzo! Lo sai che per te ci sarò sempre Mary!" un leggero sorriso compare sulla sua bocca.
"In fondo le migliori amiche servono a questo no?" mi sorride.
'Migliori amiche'
Che cogliona che sono.
Per lei io sono soltanto la sua migliore amica ma per me lei è di più.
Lei è il mio primo pensiero la mattina quando mi sveglio.
Lei è il mio pensiero fisso quando lavoro.
Lei è l'ultimo pensiero la sera prima di dormire.
Lei è il mio tutto ma io non sono il suo.
Sono così incazzata che mi prenderei a schiaffi! Non faccio mai la cosa giusta!
Come ho mai potuto pensare che un giorno Sabrina Ferilli icona della bellezza e della sensualità italiana potesse solo minimamente innamorarsi di me Maria De Filippi uno scaricatore di porto.
"Dormo qui!" sentenzia.
"Cosa? No!" quasi urlo.
Il mio piano era quello di allontanarla per cercare di calmare questo amore smisurato che ultimamente non riesco più a controllare, non posso permetterle di dormire stasera qui con me!
"Ma sì! Dai preparame er cuscino quello morbido quello che usavo quando venivo a dormì da te!"
La vedo avviarsi verso la mia camera da letto così cerco di rincorrerla.
"Ma no dai Sabrina! Non ti preoccupare! Ce la faccio a dormir da sola" cerco di convincerla ma con scarsi risultati, perché lei insiste ancora.
"Aho Marì finiscila! Dai prendi sto cuscino ndo l'hai messo?"
È proprio dura di testa, non può dormire qui, non voglio perché lei domani tornerà a casa ed il mio cuore si sentirà vuoto, esattamente come mi sento io quando lei non è con me.
Cosi le urlo contro.
"Sabrina cazzo! Ti ho detto che non ti voglio qui! Vattene! Non ho bisogno di te per dormire! Non mi servi tu! Non mi serve nessuno! Lasciami in pace cazzo! Se mi sono allontanata da te è perché non ti voglio più vedere! Vattene via!"
Urlo tutto questo, mi è addirittura venuto l'affanno per quanto ho urlato.
Sembra più uno sfogo a me stessa, come se questo sfogo è quello che la mia parte razionale vorrebbe dire alla mia parte sentimentale.
Ma io tutto questo non l'ho urlato a me stessa riflessa allo specchio, l'ho urlato a lei.
Lei che ad ogni mia parola sbatteva le palpebre incredula.
Lei che ad ogni mia parola le compariva sul viso una smorfia di dolore, come se quelle parole avessero il potere di colpirla fisicamente.
Lei che ad ogni mia parola respirava un po' più veloce, forse per l'agitazione e la delusione.
Mi giro dandole le spalle, credo di aver proprio esagerato.
La sento tirare su col naso, mi giro e la vedo lì ferma che piange e mi guarda con quegli occhi tristi.
Non le dico niente, il mio sguardo rimane impassibile anche se il mio cuore si sta torturando perché vorrebbe tanto che io adesso l'abbracciassi e le dicessi che non è niente, che è solo uno scherzo, ma non è così!
D'improvviso si avvicina a me puntandomi un dito contro il petto.
"Tu! Tu sei una stronza! Sei un'egoista del cazzo che...che pensa solo a se stessa! Non te ne frega niente di nessuno! Che cazzo ti ho fatto per essere trattata così? Cosa cazzo ho fatto? Dimmelo!" urla.
Ad ogni parola scaglia il suo dito contro il mio petto, siamo a pochi centimetri di distanza ed io non la guardo nemmeno.
Non le rispondo e si incazza ancora di più.
"Sei una bastarda senza cuore!"
dice questo e fa per andarsene.
Io senza cuore? Io che la amo? Io che mi sto consumando per lei? Io che la notte non riesco più a dormire perché non faccio altro che pensare a lei?
Una rabbia improvvisa avvolge tutto il mio corpo.
Le prendo il polso.
"Una bastarda senza cuore? Ma tu che cazzo ne sai di come sono io?" la guardo negli occhi con tutta la rabbia che ho.
"Lasciami!" cerca di liberarsi ma la trattengo.
"Rispondi cazzo!"
"Lasciami stare Maria!"
Le lascio il polso così lei si allontana un po' da me.
Piange ed io mi passo una mano tra i capelli.
Si asciuga le lacrime e dice le sue ultime parole.
"Da stanotte in poi io e te 'nsemo più niente, mi hai trattato di merda per sei mesi e stasera hai continuato a farlo...scordati la mia faccia, scordati tutto! Ma tanto già stavi a fà e prove...mi dispiace solo che domani dovrò incontrarti alla festa di Mara...vabbè vaffanculo Marì, tu e i vent'anni di amicizia"
Si avvia verso la porta d'ingresso, la apre e poi la chiude sbattendola.
Io?
Io sono rimasta qui ferma incredula a ciò che è successo stasera, a ciò che mi ha appena detto.
Sento improvvisamente tutto il peso sulle spalle, è il peso della tristezza, il peso della consapevolezza che l'ho persa forse per sempre, sì, credo proprio di sì.

Lei, la tua ragione il tuo perché Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora