Capitolo 21.

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Maria:
"Adesso ti medico queste ferite, d'accordo?" le chiedo sorridendo.
Annuisce ma prima che io possa fare qualsiasi cosa poggia le sue mani sulle mie che si trovano poggiate sulle sue gambe.
"Te lo sai che io e te dobbiamo chiarire, sì?" domanda guardandomi negli occhi.
"Dopo...adesso stai male"
"Mi sono ripresa, sono più tranquilla adesso. Perché devi sempre scappare dai discorsi?"
"Non è che scappo, è che...non voglio litigare di nuovo" ammetto.
"Chi l'ha detto che dobbiamo farlo per forza?" mi sorride e a me non rimane che restare incantata.
"Va bene parliamo, però prima lasciami medicare queste ferite, ti prego" quasi la scongiuro, io ho sempre avuto paura delle malattie e per me anche una cosa insignificante può trasformarsi in qualcosa di serio, quindi sto sempre in allerta e visto che si tratta di lei mi allarmo ancora di più.
"Va bene"
Mi alzo lentamente da terra, corro in bagno, prendo l'acqua ossigenata e dei dischetti di cotone.
Dopo aver preso tutto mi dirigo nuovamente da lei.
"Ecco qua" esulto po' mostrandole l'occorrente.
Faccio scivolare alcune gocce di scia ossigenata sui dischetti e sfioro con essi le ferite.
Ad ogni tocco del dischetto sulla sua pelle, lei emette un lamento per il bruciore che le provoca.
"Sto per finire" la rassicuro dopo averla disinfettata ancora un po'.
Lascio il tutto sul tavolo e mi siedo accanto a lei che si trova ancora in mutande, aspettando che le ferite si asciughino per prestarle qualcosa di mio.
"Allora di che dobbiamo parlare?" le chiedo per prima io.
"Ieri sera dopo che so' andata a casa ho chiamato Rudy...insomma ce semo messi a parlà e m'ha consigliato de fatte parlà. Poi non riuscivo a dormì perché te pensavo e allora t'ho scritto e t'ho chiesto se ce potevamo vedè al bar..." mentre parla l'ascolto attentamente come se quello che dice fosse oro.
"Arrivata l'indomani al bar te aspettavo, ero agitata Marì, mai stata così tanto agitata in vita mia. Poi mentre aspettavo te è arrivato lui, che già m'aveva scritto la sera prima dicendo che me doveva parlà..." la interrompo curiosa "Che voleva?".
"Eh aspetta te lo sto per dì! M'ha detto che non vuole più il divorzio, vuole riconquistarmi" quell'uomo mi infastidisce e non poco.
Provo a nascondere il turbamento, ma sento  il cuore accelerare e il mio stomaco annodarsi.
Cerco di mantenere il controllo "E tu cosa gli hai risposto?"
"Gli ho detto che non voglio dargli 'n'artra possibilità, che non lo amo più" sto in silenzio cercando di metabolizzare ciò che mi ha appena detto.
Poi però mi assale un dubbio che non riesco più a tenere a bada.
"Posso sapere perché adesso mi hai baciata?" le chiedo ma non riesco a guardarla, mi sento fuori luogo a farle questa domanda.
Sento una sua mano avvolgermi una guancia ed il suo viso che si sposta lungo la mia direzione, per osservarmi meglio.
"Sapevo che mi avresti fatto sta domanda"
"Ti da fastidio?"
"Mh no" per pochi secondi cala il silenzio, poi lei inizia a parlare.
"Ti ho baciata perché ne avevo voglia.
Ti ho baciata perché, ultimamente, sento il bisogno di farlo. Ti ho baciata perché, mi sei mancata tremendamente in questi mesi e questo è stato un gesto per averti il più vicino possibile. Ti ho baciata perché, sei l'unica che nonostante tutto riesce a farmi stare bene. Ti ho baciata perché, in questo caos l'unica cosa giusta sei te...adesso non chiedermi cosa siamo, cosa provo per te, perché non lo so Marì! So solo che quando non ci sei, mi manchi in un modo veramente profondo e le amiche non ti dovrebbero mancare in questo modo...io...io so solo che non riesco a stare senza di te"
Mi sento leggera, il turbamento di prima si scioglie un po', lasciando il posto a qualcosa di più intimo.
Prendo le sue mani tra le mie, le avvicino alle mie labbra per lasciar sopra un piccolo bacio.
"Sabina provi esattamente quello che provo io...però voglio che sia tu a capirlo" annuisce e gli occhi le si stanno facendo lucidi.
"Tu non credi sia giusto darci una possibilità se anche tu scoprissi di provare amore per me? Non credi sia giusto viverci?" le chiedo mentre le accarezzo le mani che sono ancora tra le mie.
"È che...ho paura. Ho impiegato mesi per ammettere queste cose anche a me stessa. Ogni volta che mi rendevo conto di ciò mi...io mi sentivo in colpa" con il pollice le asciugo una lacrima che le è sfuggita.
"Ti capisco...posso sapere di cosa hai paura?" chiedo cercando di farla sfogare.
Tentenna un po', non le sono mai piaciute le domande personali specialmente quelle che riguardano le due emozioni o i suoi sentimenti per qualcuno.
Detesta mostrarsi così nuda e priva di barriere anche davanti alle persone delle quali si fida.
"Ho paura dei giudizi della gente, cosa penseranno di me? Io che sono considerata un'icona della femminilità e della sensualità italiana, le persone come si comporterebbero se scoprissero che ho una relazione con una donna?...che poi non è una donna qualsiasi ma sei te! Marì non lavoreremo più, ci rovineranno! Anche te...io non voglio che vai in rovina per me e..." sento nelle sue parole l'agitazione crescere.
Poggia una mano sulla sua guancia che delicatamente accarezzo.
"Ohi Sabri, tranquilla" non riesce ancora a gustarmi, sembra ancora persa nelle sue paranoie.
"Sabri guardami" continua a non farlo.
"Ohi" la richiamo, sposto il suo viso girandolo verso i miei occhi.
Mi guarda anche se non riesce a mantenere il contatto degli occhi per molto.
"Noi purtroppo viviamo in un paese e in un mondo ancora bigotto, troppo chiuso mentalmente...ma tu pensi sia giusto rinunciare a tutto per le persone? Pensi questo?"
"No...assolutamente no"
"Allora lasciamo la gente fuori da tutto questo. Non potremo viverci appieno, è vero, però possiamo farlo" lei rimane in silenzio aspettando che io continui a a parlare.
"Potremo sempre viverci in silenzio, all'oscuro di tutto, continuando a far finta di essere delle amiche speciali" sorrido e lei sembra concordare.
"Che dice signora Ferilli, accetta?" le dico porgendole la mano sorridendo.
Lei mi guarda divertita ma al tempo stesso noto i suoi occhi luminosi, di una luce diversa.
"Dico che accetto signora De Filippi!" dice e scoppia a ridere.
Mentre lei ride, una risata leggera, spontanea, quasi inaspettata dopo tutto quello che è successo stamattina, io sono  incantata.
La guardo in silenzio con un sorriso enorme stampato in faccia, la guardo come se fosse la cosa più la cosa più bella del mondo.
Il mondo in cui la sua risata contagiosa mette di buon umore, i suoi occhi che si socchiudono appena mentre lei ride, le fossette che le si formano mentre lei sorride e il dito che si avvicina alla bocca mentre ride.
Mi accorgo che ancora sono incredula ad averla qui a casa mia e che sappiamo entrambe di provare qualcosa l'una per l'altra.
"Sei davvero bella Sabri, ma quando sorridi lo sei di più" le dico continuando a guardarla.
"Grazie" sorride timidamente.
Non posso far altro se non di spostare i miei occhi sulle sue labbra, così perfette.
Mi avvicino lentamente a lei sperando che non si ritiri e così fa.
Le mie labbra sfiorano le sue, è un tocco più profondo, più consapevole di prima.
È come se stessimo cercando di dirci tutto quello che le parole non riescono a esprimere, come se questo bacio fosse l'unico linguaggio che entrambe comprendiamo in questo momento.
Il suo respiro si mescola al mio, le sue mani sfiorano il mio viso con delicatezza.
Mi perdo nel calore delle sue labbra, nel modo in cui il bacio si fa più intenso, ma senza fretta, come se volessimo assaporare ogni secondo di noi.
È un bacio dolce sì, ma anche pieno di una passione che finalmente sta emergendo dopo esser stata soppressa per molto tempo.
Le mie dita si intrecciano nei suoi cappelli, tirandola un po' più vicina a me.
Ogni istante sembra eterno, come se non ci fosse nient'altro al mondo oltre noi due, oltre questo momento.
Ci allontaniamo tutti e due dopo alcuni minuti, entrambe un po' affannate.
Io avrei continuato a baciarla per ore e scommetto anche lei.
La guardo ancora conciata in quel modo, i miei occhi sostano per troppo tempo sulle sue gambe, così mi concentro su altro.
Lei lo capisce e mi sorride imbarazzata mentre le sue guance si fanno più rosee.
"Oggi rimani qui?" le chiedo guardandola mentre aspetto una sua risposta.
"Ma te oggi non lavori?"
"Non mi va"
"Aaah nun te va! E la baracca oggi chi 'a gestisce?" chiede provocandomi.
"Per oggi la baracca la può gestir qualcun altro"
"Va bene allora! Rimango qui" le sorrido mentre le lascio un bacio sulla fronte.
"Senti io me volevo fà 'na doccia...me presti quarcosa de tuo?" ovviamente ogni scusa è buona per fregarsi qualcosa di mio.
"D'accordo"
Le preparo una tuta mia e tutto l'occorrente per la doccia.
"Ti ho preparato tutto" le comunico.
"Come sei gentile De Filippi" si alza dal divano guardandomi, mi rivolge uno sguardo che mi lascia senza fiato.
È uno sguardo profondo, carico di qualcosa che va oltre le parole.
C'è un'intensità nei suoi occhi che mi cattura, come se volesse lanciarmi una sfida silenziosa.
Il modo in cui guarda, con calma, quel sorriso appena accennato sulle labbra, mi fa sentire scoperta, come solo lei riesce a farmi sentire.
Mi sento debole davanti al suo cospetto, schiava della sua bellezza e della sua mente.
"Grazie, vado" pronuncia, poi si volta, dirigendosi verso il bagno, con movimenti lenti e misurati, lasciando dietro di sé un silenzio carico di aspettative.
Rimango impalata al centro della stanza mentre sento lo scroscio dell'acqua, segno che lei si stia lavando.
Una suoneria fastidiosa mi interrompe mentre stavo pensando ancora a lei, è il suo telefono, la stanno chiamando.
Prima di compiere il gesto della scorsa volta prendo il suo telefono senza nemmeno guardare chi sia e mi dirigo verso il bagno.
Busso alla porta "Sabri!" la chiamo.
"Ahò!"
"Ti stanno chiamando al telefono!" urlo per farmi sentire.
"Chi è?"
Guardo il telefono ed una strana sensazione mi attraversa il petto mentre leggo il nome che c'è scritto sul display, è lui.
Apre la porta del bagno, si trova ancora in accappatoio mentre asciuga ancora qualche ciocca di capelli bagnata con un asciugamano.
Mi lancia un'occhiata curiosa, notando il telefono tra le mie mani.
"Chi chiama?" domanda per la seconda volta.
Alzo lo sguardo verso di lei, cercando di mascherare il disagio che provo.
"È lui" rispondo, cercando di mantenere la voce neutra, anche se il nome che è apparso sullo schermo ha un peso insopportabile.
Dovrà sempre essere sempre così?
Noi che stiamo insieme e lui che la cerca?
Stamattina dopo quel bacio sembrava che tutto si fosse sistemato e invece tutto è appena iniziato.

Lei, la tua ragione il tuo perché Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora