Capitolo 7.

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Sabrina:
Ho appena finito di farmi una bella doccia calda per rilassarmi, ne avevo proprio bisogno.
Asciugo per bene qualche gocciolina d'acqua rimasta sulla pelle, prendo il mio reggiseno e miei slip e li indosso.
Inizio a passare la crema alla vaniglia sulle mie gambe per renderle ancora più lisce e lucenti.
Prendo la mia vestaglia da notte nera lucente ricoperta da piccoli fiori ricamati e la indosso, allacciando per bene il cinturino.
Prima di andare a dormire però entro un po' sui social, metto like a qualche post, visualizzo qualche storia e poi mi incammino in camera da letto.
Sento già i passetti di Jackie, segno che anche stanotte dormirà nel letto con me, se non ci fossero lei, Sole e Peppe sarei completamente sola quasi tutti i giorni e quasi tutte le notti.
"Vieni Jackie amore mio" la chiamo dolcemente mentre sbatto una mano sul materasso per invitarla a salire sul letto, anche se lei non è capace e ogni volta rimane accanto a me a fissarmi finché io non decido di prenderla.
Afferro il suo corpo e l'adagio su di me, lei subito si distende per metà, su un fianco.
Le accarezzo il muso ed il pancino.
"Dai Jackie mo a nanna, vai su su" le indico con il dito dove deve posizionarsi e così fa, che amore di cane!
Spengo l'abat-jour e cerco di dormire.

Sono passati solo venti minuti credo da quando mi sono coricata e hanno appena suonato il campanello.
"Mo chi cazzo è a quest'ora?" urlo facendo saltare in aria la povera Jackie.
Raggiungo la porta d'ingresso e al citofono chiedo: "Chi è?"
"Sabri sono Maria puoi aprirmi per favore?"
Maria? Che ci fa qui? Che vuole?
Non so spiegare bene la sensazione che sto provando, un mix di emozioni; ecco ci sono sto provando una felicità rabbiosa.
Sto molto incazzata perché vorrei proprio capire con che coraggio si presenta a casa mia! Ma al tempo stesso mi sento un po' leggera.
"Che cazzo ci fai qui a quest'ora poi?!" sbraito al citofono.
"Mi andava di vederti" risponde.
Un forte tuono mi fa saltare in aria dalla paura ma poi vengo distratta ancora dalla sua voce.
"Sabri puoi farmi salire per favore? Sta piovendo a dirotto"
Continua a dire di voler salire a casa mia, ma come faccio a farla salire così con nonchalance dopo mesi e mesi di indifferenza da parte sua, dopo mesi e mesi in cui mi sono torturata l'anima perché pensavo di aver fatto qualcosa di sbagliato nei suoi confronti ma in realtà quella che ha molto da farsi perdonare è lei, non io.
"Te pensi che so ngiocattolo? Te pensi che come se nulla fosse puoi venire a casa mia? Forse non hai capito che adesso quella che non vuole avere nulla a che fare con te sono io" aspetto la sua risposta anche se vorrei riattaccare.
"Puoi farmi entrare per favore e ne parliamo?" chiede con quella sua voce roca che si mischia al tintinnio delle gocce d'acqua che cadono dappertutto a causa della pioggia.
"No! Mi hai rifiutata per mesi adesso so io che te rifiuto!" dico quasi urlando cercando di essere credibile, perché una piccola parte di me vorrebbe spalancare questa porta, farla salire e abbracciarla per secondi, minuti o forse ore indefinite perchè mi è mancata davvero tanto! Una persona come lei non si può dimenticare facilmente, una persona come lei ti rimane impressa nella mente, rimane incisa sulla pelle, sul cuore, per sempre proprio come un tatuaggio.
Come dissi una volta in un'intervista "nessuno ha il potere che ch'ha su di me Maria" e poi ancora "potrei fare qualsiasi cosa per lei" tutto vero anche adesso che ci siamo allontanate ma non vorrei che avesse interpretato male queste mie parole; perché io sono buona ma appena mi ferisci o mi manchi di rispetto, con me hai chiuso e questo lei dovrebbe saperlo.
Il problema è che con lei mi viene difficile, Maria scombussola tutto, scombussola il mio essere, potrebbe anche ferirmi cento volte e a me andrebbe bene e so che è sbagliato.
Sto provando ad allontanarla, a fare la dura, ma non so per quanto riuscirò a resisterle e vorrei prendermi a schiaffi per questo, perché io non posso sotterrare il mio orgoglio che io porto avanti con fierezza per lei.
Questa donna mi fa un effetto che non riesco bene a spiegare, però so che non riuscirei ad immaginare una vita senza averla al mio fianco.
Da un anno o credo due mi capita spesso di perdermi in pensieri strani quando penso a lei.
Mi fa strano pure dirlo ma a volte penso una vita insieme a lei, un qualcosa che va oltre l'amicizia perché per me Maria non è soltanto una semplice amica; io non guardo nessun'altra mia amica come guardo Maria, a me non mancano le mie amiche in maniera smisurata quando non le vedo da molto al contrario di Maria.
Motivo per cui in questi mesi sono stata molto male senza vederla né sentirla.
Se dovessi dire cosa provo per lei sceglierei di citare una frase che una volta lessi su Instagram di cui non ricordo l'autore, la frase diceva questo: "Non so nemmeno che sentimento fosse, davvero, so solo che ce n'era tanto" .
E adesso io mi chiedo è possibile non sapere cosa si prova per una persona? Forse, perché è quello che mi sta succedendo con Maria.
Sono attratta da lei non lo nego, mi affascina, il mondo in cui parla, come riesce a farmi sentire speciale con un solo sguardo ma non riesco a definire cosa sia quest'attrazione.
È amore? O forse è solo l'idea di lei che mi affascina?
Maria riuscirebbe ad affascinare chiunque, non ha bisogno di alzare la voce o fare grandi gesti per essere notata.
Il suo fascino risiede nella quieta sicurezza che emana, nella calma che sa trasmettere, come se avesse sempre tutto sotto controllo.
Mi sono resa conto di essermi persa nei miei pensieri quando sento ancora la sua voce chiamarmi.
"Aho?!"
"Sabrina qui fuori ci sta la tempesta puoi farmi entrare per favore?" chiede con un tono di voce talmente alto che sembra voler sovrastare ogni altro suono.
In effetti il suono della pioggia è un tambureggiare incessante, un caos di milioni di gocce che battono sui tetti, finestre e strade, tutto ciò accompagnato da qualche tuono.
"Ho detto de no Maria non insistere vai a casa!" nonostante il rumore assordante della pioggia, sento la mia voce farsi strada, chiara e decisa, come se niente potesse fermarla.
All'improvviso, una luce accecante attraversa il cielo e la stanza viene immersa nell'oscurità.
Il tuono che segue squarcia l'aria con un rumore potente e profondo, un fragore così intenso che mi fa sobbalzare.
"Maria!" provo a chiamarla.
Nulla.
I lampi si spargono nel cielo di Roma, mentre il buio avvolge tutto, rendendo impossibile vedere qualsiasi cosa.
Maria dov'è? Sta bene? È ancora lì? E se le fosse successo qualcosa?
Rimango lì, con il citofono in mano sperando di sentire ancora la sua voce, ma il blackout ha interrotto tutto.
Sono sola al buio mentre cerco di capire cosa fare durante la tempesta che imperversa fuori.
Ma è possibile mai che quando c'è lei nei paraggi tutto si trasformi in un caos?

Lei, la tua ragione il tuo perché Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora