Capitolo 27.

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Maria:
Stamattina mi è apparsa una notizia sul cellulare mentre ero in pausa, non era una semplice notizia.
In passato non le diedi molta importanza, cioè sì mi diede fastidio, però comunque pensai che fosse falsa al cento per cento.
Adesso rileggendola nuovamente qualche dubbio inizia a venir fuori.
Ora che ho l'opportunità ed il diritto di verificare, lo farò.
Sto finendo di sistemare gli ultimi documenti per poi andare via.
Il mio telefono inizia a squillare, è lei.
Guardando il suo nome sul telefono inizio a provare un po' di fastidio, causato dalla notizia che ho letto.
"Pronto" rispondo.
"Marì ma hai finito?" chiede e sembra tanto impaziente di vedermi.
"Tra un po' finisco"
"Mh, sto ordinando le pizze va bene?"
"Sì"
"D'accordo, allora ci vediamo dopo, ti amo"
"A dopo" dico e chiudo la chiamata.
Mi rendo conto di esser stata fredda con lei, ma non sopporto l'idea che in passato, abbia baciato quello lì nei miei studi.
Davvero l'ha fatto? E poi perché l'ha fatto?
In passato provava qualcosa per lui?
Inizio a pensare e a pensare, cercando di capirci qualcosa ma mi agito ancora di più.
Dovrei continuare a visionare gli ultimi documenti, ma la mente continua a tornare a quella notizia, a quel volto.
Mi mordo il labbro, cercando di reprimere la rabbia che mi sta consumando.
Non riesco a togliermi dalla testa l'immagine di loro due insieme.
Non posso fare a meno di immaginare le sue labbra sulle sue, con un colpo scaravento dalla scrivania il porta penne.
La rabbia inizia a trasformarsi pian piano in delusione, le lacrime bagnano le mie guance senza sosta.
Guardo di sfuggito l'orologio appeso alla parete, noto che son passati altri venti minuti.
Il mio telefono inizia nuovamente a squillare, è di nuovo lei.
Sto ancora piangendo, così provo a calmarmi facendo dei lunghi respiri.
"Pronto" dico, ma il mio tono è tanto inclinato.
"Maria...hai finito?"
"Sì, sto...sto prendendo le mie cose e vado via" spiego, trattenendo alcuni sospiri.
"Marì"
"Sì?"
"C'è qualcosa che non va?" chiede con un tono dolce e calmo, sapevo si sarebbe accorta della mia voce.
"No"
"Mh non mi convinci" inizia a preoccuparsi.
"Appena arrivo a casa ne parliamo dai" dico ed inizio a sistemare il porta penne che avevo buttato giù poco fa, e a prendere la mia borsa.
"D'accordo, stai tranquilla e guida piano me raccomando"
"Va bene ciao"
"Ciao" chiudo la chiamata e mi avvio verso l'uscita.
Uscendo noto l'asfalto tutto bagnato, piove e anche parecchio, a volte sono così presa dal mio lavoro che non mi accorgo di cosa accade fuori.
Fortunatamente ho parcheggiato la macchina vicino l'uscita, quindi non rischierò di bagnarmi.
Entro in macchina, metto in moto, accendo il riscaldamento e mi dirigo verso casa sua.
Mi ha chiamata ieri sera per dirmi di cenare e dormire insieme, ovviamente ho accettato.
Mentre guido nervosamente, non riesco ad ignorare un pensiero più forte di tutto il resto: quanto lei sia importante per me.
Anche adesso nonostante stia andando a casa sua, nonostante tutti i dubbi e la confusione che mi tormentano da stamattina, mi manca.
Penso a quanto sia vuoto ogni istante senza di lei, quando non c'è la mia vita è vuota, come se mancasse qualcosa di fondamentale.
Mentre sono persa tra i miei soliti pensieri mi accorgo di essere arrivata, nel frattempo ha iniziato a piovere a dirotto.
Piove talmente tanto che faccio fatica a metter a fuoco la strada.
Riesco a vedere un posto vuoto un po' lontano dal portone ma è l'unico, quindi posteggio qui.
Non ho l'ombrello con me e aspettare che la pioggia si faccia più lieve mi scoccia, quindi prendo la borsa ed esco dalla macchina.
Nel tragitto dalla macchina al portone inutile dire che mi son bagnata tutta, dalla testa ai piedi.
Faccio le scale, perché l'ascensore è occupato e poi non ho voglia di aspettare, non ho voglia di fare nulla stasera, mi scoccia fare tutto, voglio solo dormire.
Arrivo davanti la sua porta, cosi suono il campanello.
"Arrivo" sento la sua voce in lontananza.
Mi viene da sorridere immaginando la sua faccia quando mi vedrà in queste condizioni.
Apre la porta e rimane ferma a guardami dall'alto verso il basso.
"Mio dio ma te sei bagnata tutta Marì!" quasi urla portando una mano sulla Boca.
"Non fa niente" sto per entrare ma lei mi ferma.
"Aspetta aspetta! Te prendo qualcosa così te asciughi sennò bagni tutto qui" va via per poi ritornare con una tovaglia.
Dopo essermi asciugata per bene, entro dentro e chiudo la porta dietro di noi.
"Adesso che sei mezza asciutta te possò da 'n bacio?" mi chiede avanzano verso di me, poggiando le sue braccia attorno al mio collo.
Non dico nulla, rimango a guardarla incantata.
È assurdo il fatto che son stata tutta la mattina incazzata per quella cavolo di notizia e adesso che l'ho di fronte a me io non riesca a dire nulla.
Questa donna mi rende così impotente che non riesco a riconoscermi.
Avvicina il suo viso al mio sempre di più, finché le nostre labbra si uniscono per poi lasciarsi e riprendersi fin quando io mi stacco.
"Vado a farmi una doccia" le sposto delicatamente le mani dal mio collo e mi dirigo in bagno.
È successo ancora e succederà ancora finché non mi deciderò a parlarle.
Mentre la breviavo pensavo a lei che baciava Teo dietro le quinte e questo mi ha nuovamente mandato in tilt.
Nel tentativo di scrollarmi di dosso i pensieri che continuano a tormentarmi e per riscaldarmi, faccio una doccia calda.
Forse l'acqua riuscirà a calmarmi per qualche secondo.
Ogni volta che chiudo gli occhi, l'immagine di lei ritorna, e con essa il dubbio che mi tormenta.
Non voglio pensarci, non voglio credere che ci possa essere stata una parte di lei che non mi ha raccontato.
Ma per quanto mi sforzi, l'angoscia non si scioglie.
Mi passo una mano tra i capelli bagnati, cercando di liberarmi almeno per un istante di tutto il peso che sento sul petto.
Spero che l'acqua riesca a lavare via anche l'amarezza che mi porto dentro, ma so che non è così semplice.
Sento bussare alla porta del bagno.
"Sto per finire" le dico, ma la porta si apre.
Me la ritrovo nuda con i capelli un po' mossi che le ricadono lungo i seni, davanti la porta che mi sorride.
"Secondo me non stai per finire" afferma in maniera sensuale.
Potrei sbavare in questo momento, passo la lingua sulle mie labbra, nonostante mi fossi bagnata fino a questo momento sento le mie labbra secche.
Rimango in silenzio a guardarla mentre lei avanza lentamente verso la doccia.
Apre le ante della doccia ed entra insieme a me.
"Che fai Sabri?"
"Che fai? Che faremo semmai vorrai dire" inizia con due dita ad accarezzarmi il viso, partendo dalla fronte, scendendo verso la mascella fino a raggiungere la mia bocca, passando le sue dita sulle mie labbra.
Porta le sue mani sui miei seni stringendoli un po' nel frattempo inizia a baciarmi con tanta passione, costringendo il mio corpo ad aderire contro la parete gelata della doccia.
Non riesco, non ce la faccio, non così.
"Mh Sabri-" riesco a dire mentre le sue mani continuano ad esplorare il mio corpo.
"Sabri-"
"Mmh" non si stacca.
Così porto le mie mani sul suo petto e la spingo da me.
"Sabrina no!" urlo un po' troppo forte, un urlo carico di rabbia.
La guardo mentre noto il suo sguardo cambiare.
Abbassa gli occhi forse per l'imbarazzo o forse perché non sa cosa fare in questi casi.
Porta una mano sui suoi seni come per coprirsi, si volta cercando di uscire dalla doccia.
"Scusa non volevo fare nulla senza il tuo permesso" prende il suo accappatoio, lo indossa velocemente ed esce dal bagno.
Sono stata troppo dura con lei, lo so.
Finisco di lavarmi in due secondi, mi vesto ed esco dal bagno.
Vedo in cucina visto che ancora dobbiamo cenare, ma non c'è.
"Sabrina" non risponde.
"Sabrina" la richiamo, ma nulla.
Passo davanti la camera da letto, la porta è leggermente socchiusa e da essa provengono dei singhiozzi, è qui.
Sbircio dalla fessura aperta della porta, la vedo seduta di spalle sul letto che piange.
Vorrei prendermi a schiaffi per come ho reagito poco fa, a volte dimentico che Sabrina fa tanto la dura in tv, si mostra sempre forte, però in realtà è soltanto uno scudo che usa per proteggersi.
Perché lei è questa, un'anima tanto sensibile e fragile.
Apro la porta, mi avvicino piano a lei.
"Sabri"
Si volta guardandomi, asciugandosi velocemente le lacrime.
"Ohi...scusa per poco fa ho esagerato e..."
"No...sono io che non ho capito che sei stanca e facevo la cretina...scusa" si alza dal letto impacciatamente, è ancora imbarazzata per poco fa, non riesce a guardarmi neanche negli occhi.
Sta per andare via ma la fermo posizionandomi alla svelta davanti a lei.
"Non facevi la cretina" non riesco a parlare con lei se neanche riesce a reggere il mio sguardo.
"Mi guardi?" le chiedo incrociando le braccia.
Mantiene lo sguardo basso, sul pavimento.
Mi avvicino allora lasciandole un bacio sulla fronte, cercando di recuperare la calma persa.
"Sabrina puoi guardarmi per favore?" dopo un po' di secondi lo fa.
"Ero nervosa e me la son presa con te, qui sono io che devo scusarmi. Adesso basta chiudiamola qui, va bene?" le sorrido.
"Va ben"
"Dai andiamo a mangiare"
Annuisce timidamente ed io non posso fare a meno di sciogliermi.
La bacio, prima sulla bocca e poi lascio un bacio caldo sul suo collo.
"Comunque poco fa eri davvero sexy Ferilli" le confesso.
"Pensavo non ti piacessi più" scoppia a ridere, anche ne sei suoi occhi intravedo una lieve preoccupazione.
"Spero tu stia scherzando. Signora Ferilli io mi farei fare davvero di tutto da lei!" dico anch'io ridendo, lei si limita ad un sorrido e basta.
Si volta per raggiungere la cucina, ma la chiamo.
"Sabrina"
"Sì?"
"Davvero hai pensato questo?"
"Un po' dì"
"Un po' o un po' tanto?"
"Un po' tanto"
"Non farlo mai più, ok? Per me sarai sempre la più bella, perché lo sei! Hai capito?"
"Ho capito"
Apriamo le scatole con le pizze ed iniziamo a mangiare, anche se io tanta voglia di mangiare non ne ho.
"Maria"
"Sì"
"Posso chiederti perché eri così nervosa? È successo qualcosa a lavoro?"
Sapevo sarebbe iniziato l'interrogatorio da parte sua, ma è giusto che le dica tutto.
"No"
"Allora cosa ti ha fatto innervosire così tanto da non voler fare l'amore con me?"
"Intanto io l'amore con te voglio farlo, anche ora su questo tavolo..."
"Hai capito la Mary!"
"Comunque non lo so...non...non voglio altri litigi Sabri"
"Che significa? C'entro io?" domanda posando le posate, segno che la conversazione si sta facendo interessante.
"Un po'"
"Come un po'? Dai Marì dimme, non comincià co' sti giri de parole!"
"D'accordo. Stamattina mentre ero su Google mi è riapparsa quella famosa notizia tua e di Teo" mi zittisco sperando che lei capisca.
"Eh...e quindi?"
"Io...non te l'ho mai chiesto perché tu non me ne hai mai parlato o comunque quando Rudy scherzava su questa notizia che aveva diffuso Teo, tu sviavi il discorso. Io adesso vorrei sapere se è vero oppure no" chiedo, sento l'adrenalina aumentare, il mio cuore accelerare tutti in stessa della sua risposta.
"Scusa questo cosa ti cambierebbe?" chiede e la domanda le ha dato parecchio fastidio.
"Nulla, ma posso sapere se la mia compagna ha baciato quest'uomo oppure no?" chiedo mentre già sento la rabbia crescere, perché non mi aspettavo questa sua risposta.
"Ah adesso so' la tua compagna?"
"Chi cazzo dovrei essere allora? La donna che ti scopa?" lancio le posate sul piatto, la pazienza è andata a puttane.
"Per me dopo questo la conversazione si può chiudere qua" si alza per andarsene, ma la fermo prendendola per un braccio.
"Mi lasci?"
"Ti lascio, un cazzo! La conversazione si può chiudere qua perché non hai il coraggio di ammetterlo, dico bene?"
"Io manco te risponno"
"Non hai il coraggio di ammettere che te lo sei baciato, nei miei studi!"
"Eh che cazzo! Va bene! Sì l'ho fatto! L'ho baciato! L'ho baciato non perché provavo qualcosa ma perché mi andava e l'ho baciato! Ora che te cambia?" le lascio il braccio, lentamente per assorbire il duro colpo che ho ricevuto.
"Che schifo" riesco soltanto a dire.
"Ma schifo cosa?"
Non rispondo, però sento le mie lacrime che stanno per venir fuori, ma non voglio, non davanti a lei.
Ma è troppo tardi perché lei se ne accorge.
"Guarda che è successo quando ancora tra noi non c'era proprio nulla, solo amicizia" cerca di prendere le mie mani ma io le allontano.
"Se non ti ho detto nulla quando è successo e per tutto questo tempo è perché per me quel bacio non significa nulla"
"Io...io vado a dormire" vado in camera da letto, mi distendo velocemente e mi copro tutta cercando di nascondermi anche da me stessa.
"Marì"
Non rispondo.
"Possiamo parlare per favore come due adulte?"
Mi scopro, mi metto seduta sul letto, mentre qualche lacrima cade ancora dai miei occhi.
Avvicina le mani sulle mie guance per portar via le lacrime.
"Ascolta è una cosa insignificante successa molto tempo fa, quando noi non stavamo manco insieme. Perché dobbiamo rovinarci il presente con le cose passate?"
L'ascolto in silenzio parlare.
"Io ti amo e non te lo sto dicendo adesso, solo per farti calmare e darti il contentino...io te lo sto dicendo perché è la verità.
Non ho mai amato nessuno come amo te e sarà sempre così, ne sono sicura."
"Mi da fastidio il fatto che quel coglione ti abbia baciata!"
"Lo capisco...però purtroppo so' finita molte volte nelle mani sbagliate...se t'avessi conosciuta prima e me sarei innamorata de te prima me sarei fatta bacià e toccà solo da te" afferma.
La guardo negli occhi e la bacio.
"Adesso devi farti baciare e toccare solo da me infatti"
"Certo...come tu da me!"
"Bene...allora inizio subito" porto una mano sotto la sua maglietta.
"Che cretina" sorride.
Inutile dire che le pizze sono rimaste lì sul tavolo, perché abbiamo fatto altro.
Abbiamo cosparso la camera da letto di gemiti suoi e miei.
"Marì"
"Dimmi"
"Ti amo così tanto che te forse non lo immagini l'amore che provo per te"
"Lo immagino invece, perché è quello che io provo per te"

Lei, la tua ragione il tuo perché Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora