Capitolo 16.

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Sabrina:
Mi giro a guardarla, siamo in macchina mentre stiamo andando al negozio di caramelle.
Dopo aver vinto la scommessa, non riesco a fare a meno di sentirmi soddisfatta.
Sapevo che non avrebbe resistito a non farmi complimenti.
"Era proprio bona sta carbonara, vero Marì?" le chiedo mentre è concentrata a guidare.
"Sì molto buona" si limita semplicemente a dire.
Mi accorgo che, nonostante i sorrisi e le battute, c'è qualcosa di strano in lei.
Lo sguardo si perde, a tratti, come se stesse ancora pensando a quell'uomo, perché so che le ha dato parecchio fastidio tutti quei complimenti che mi ha fatto e come mi guardava.
So che è ancora turbata, lo vedo da come si comporta, dai suoi movimenti.
"Senti ma domani sera andiamo di nuovo qui?" le chiedo cercando di capire se vorrebbe riandarci oppure no.
"Ma dove?" chiede distrattamente.
"Al ristorante"
"Ah...mh no, non credo"
"Perché?"
"Non lo so non mi è piaciuto" risponde e già vedo che inizia a stancarsi di tutte queste domande, allora insisto.
"Cosa non ti è piaciuto? Il cibo? L'atmosfera oppu-" mi interrompe.
"Sabrina non mi è piaciuto e non ci andremo, stop!" mi limito ad annuire e a rimanere in silenzio, per il momento.
"Siamo arrivati" dice mentre parcheggia.
Scende così velocemente dalla macchina che io sto ancora seduta.
Apro lo sportello e scendo anch'io.
Camminiamo lungo una delle vie più amate di Roma, quelle piene di negozi che vendono di tutto: scarpe, vestiti, gioielli, ristoranti e altro ancora.
Le persone si affollano sui marciapiedi chi con le buste in mano di negozi famosi chi con qualcosa da mangiare.
Ogni tanto vedo qualcuno che ci guarda e ci sorride ed io ricambio.
Il passo di lei è un po' incerto, lo noto, anche se camminiamo vicine, sembra persa nei suoi pensieri, turbata.
La strada è illuminata solo dai lampioni e dalle insegne dei negozi ancora aperti.
Le vetrine riflettono le ombre sui marciapiedi ancora bagnati dalla pioggia del pomeriggio.
L'atmosfera è tranquilla, ci sono persone che passeggiano tranquillamente e lentamente mentre si godono la brezza serale.
Continuo a guardare avanti, verso il negozio di caramelle che ormai è vicino.
Entriamo insieme nel negozio di caramelle.
Vengo avvolta subito da un'aria dolce e profumata, un mix di cioccolato, zucchero vari aromi dolci.
Gli scaffali sono pieni di barattoli con dentro caramelle di ogni forma, colore e gusto.
Mi guardo attorno e non posso fare a meno di perdermi tra queste delizie.
Le luci che illuminano le caramelle, i dipinti coloranti fanno sembrano il tutto un posto magico.
Prendo un sacchetto di carta e vado alla ricerca delle caramelle più buone.
Ogni tanto mi sento i suoi occhi addosso ma non mi dice nulla, così provo io a parlarle per prima.
"Che caramelle prendiamo?" le chiedo avvicinandomi di più a lei.
"Non lo so, fai tu Sabri" risponde evidentemente seccata.
"Dai Marì decidi anche te! Dobbiamo mangiarle insieme ste caramelle!" insisto.
Non risponde, prende il pacchetto che tengo nella mani e la vedo dirigersi verso un barattolo di caramelle.
Dentro il pacchetto mette quelle a forma di uova fritte, quelle a forma di banana, i cuori rossi e ciucci.
"Ecco ho deciso" dice porgendomi il pacchetto.
Glielo tolgo dalle mani con non poca violenza "damme qua!"
Finisco di riempire il pacchetto con altre caramelle mentre lei rimane vicino alla cassa ad aspettarmi.
Mentre porgo al cassiere le caramelle da pagare, noto subito il suo sguardo che mi squadra dalla testa hai piedi.
È un uomo di mezz'età, con qualche riga che gli incornicia il visto ed un sorriso enorme stampato sulle labbra.
"Signora Ferilli! Che bella!" esulta.
"Grazie" mi limito semplicemente a dire, i suoi complimenti mi scivolano addosso, ormai ci ho fatto l'abitudine, ma appena butto un'occhiata su di lei noto subito il suo sguardo cambiare.
"Ricordo ancora quando nel 2001 si spogliò al Circo Massimo...è stata fantastica!" continua.
Gli sorrido afferrando il più velocemente possibile il pacchetto.
Guardo ancora lei, la sua espressione si è irrigidita, le labbra sono appena serrate e un'ombra di fastidio le attraversa gli occhi.
È sempre stata così protettiva e gelosa nei miei confronti verso chiunque.
Ricordo quando una volta in un suo programma un uomo mi urlò "Sabrina sposami" si girò con un'espressione turbata verso il pubblico che era pronta ad incendiare con gli occhi chiunque l'avesse detto.
Io allora risposi con "Caro te costo" vidi improvvisamente il suo sguardo cambiare, come se non aspettasse altro che io rispondessi in modo ironico, scherzoso, mi guardò fieramente.
Anche in un altro suo programma ogni volta che un uomo mi fa un complimento specialmente sul mio aspetto fisico o inizia ad adularmi, lei si innervosisce, inizia a fare domande scomode e mette in imbarazzo il concorrente.
Sta cercando di mantenere la calma, ma so che queste cose la irritano.
"Va bene noi adesso andiamo...arrivederci" dico salutandolo con mano e sorridendo per cortesia.
"Certo, una buona serata" sorride.
Usciamo dal negozio con lei che cammina più avanti di me, cammina talmente così veloce che devo quasi correre per camminarle a fianco.
"Ooh aspetta!" le urlo.
"Che c'è?"
"Cammini troppo veloce Marì" dico mentre cerco di riprendere fiato.
"Sei te che sei lenta" risponde in modo serio.
"Ma quanto sei acida stasera!" non risponde, incrocia le braccia e si volta dall'altro lato aspettando che io recuperi tutto il fiato perso per starle dietro.
Mentre sto ferma noto una panchina un po' più appartata rispetto al via vai della strada principale, ottima per noi due.
Mi avvicino a lei, poggio una mano sulla sua spalla.
"Ti va se ci andiamo a sedere in quella panchina e mangiamo le caramelle?" chiedo in maniera del tutto dolce.
Annuisce ed inizia a camminare verso la panchina ed io la seguo.
Mi siedo io per prima e le faccio segno di fare lo stesso.
Lei, si accomoda accanto a me senza dire una parola.
Apro il pacchetto di caramelle e gliene porgo una, ma lei scuote leggermente la testa, ha lo sguardo fisso davanti a sé.
"Vuoi dirmi cos'hai stasera?" le chiedo con dolcezza, cercando i suoi occhi.
Lei sospira e finalmente dopo un po' mi guarda.
"Lo sai cos'ho, perché devi farmelo dire?"
"Perché voglio che sia tu a dirmelo"
È palesemente infastidita da tutto ciò ma io non ho intenzione di mollare la presa.
"È che...odio quando fanno così! Non è solo il commento è proprio il modo in cui ti guardano, come se tu fossi un oggetto..." la guardo mentre si preoccupa per me ed una sensazione di tenerezza mi invade.
"E poi di tutto ciò che hai fatto, di tutti i film, di tutte le fiction, cosa si ricordano? Lo spogliarello che hai fatto per lo scudetto della Roma!" quest'ultima frase la dice un po' alterata, alzando il tono della voce.
Appoggio una mano sulla spalla, che accarezzo.
Si gira verso di me guardandomi negli occhi "ma a te tutto questo non dà fastidio? Non ti dà fastidio il fatto che si fermino soltanto al tuo aspetto fisico?"
"Beh quando sei una fregna pazzesca come me e non come te succede questo Marì" dico scherzando e per farla incazzare ancora di più, infatti mi guarda con un'espressione seria e sorpresa allo stesso tempo.
"Sto scherzando sto scherzando" ammetto per rassicurala prima che mi mandi a quel paese.
"Certo che me dà fastidio. Tutti sti complimenti sul mio aspetto fisico ormai non li sento manco più, non mi fanno più effetto, me so' abituata. La cosa che più me dispiace è che dopo anni e anni de lavoro, de teatro, de film, de fiction...le persone specialmente gli uomini cosa fanno? Me ricordano pe' o' spogliarello da Roma..." mentre parlo noto il suo sguardo entrarmi proprio dentro, è come se fossimo un tutt'uno.
"A volte me chiedo se non avessi fatto sto spogliarello chissà se la gente m'avrebbe riconosciuta lo stesso" dico e sento un po' di tristezza avvolgermi, è sempre stato un mio dubbio.
Lei se ne accorge e avvolge il suo braccio attorno alla mia spalla per spingermi verso il suo petto, tenendomi stretta.
"Ma no Sabri...ci sono tante altre persone che notano e apprezzano quello che hai fatto a teatro, al cinema e in tv! Poi se la maggior parte sa apprezzare solo il tuo corpo tralasciando le tue emozioni, i tuoi sentimenti, la tua persona, i tuoi valori tu non puoi farci nulla...anzi puoi soltanto mandarli a quel paese come sai fare tu!" mi rassicura ed io scoppio a ridere.
Mi accorgo di quanto mi faccia bene il suo tentativo di rassicurarmi.
È quello che dice, il modo in cui mi guarda, il modo in cui si avvicina piano nella mia vita, senza forzare le cose.
"Però so' felice" ammetto alzando la testa dalla sua spalla per guardarla.
"Perché?"
"Perché in mezzo a sta gente che non capisce l'arte della recitazione, che non capisce il duro lavoro che c'è dietro ogni film o serie o rappresentazione teatrale, ma che si sofferma sul mio corpo che è tutto merito dei miei genitori...ci sta qualcuno che invece apprezza certamente anche quello riempiendomi di complimenti ma fa sempre attenzione alle mie emozioni, a quello che provo veramente, che capisce ogni mio stato d'animo anche solo guardandomi senza bisogno di spiegare. Quel qualcuno sei te Marì!" dico rifugiandomi nel suo petto visto che il mio imbarazzo sta salendo alle stelle.
Mi lascia un bacio tra i miei capelli per poi dire "Ogni volta che guardo un tuo film prima ammiro il modo in cui sia interpretare così bene i personaggi con le loro emozioni e poi ammiro la tua immensa bellezza"
"È proprio quello che voglio che facciano i telespettatori" confesso.
Rimaniamo così per alcuni minuti finché lei mi sussurra "senti ma che dici se andiamo a mangiarci un buon gelato?"
"Marì ma te nun te stanchi mai?" le chiedo alzandomi dal suo petto.
"Dai, che dici?"
"No no meglio di no, metti che poi quarcuno me fa 'n complimento? Qua a signora poi se agita...inizia a esse gelosa!" dico ridendo.
"Quanto scema sei"
"Eh cara mia io dico la verità"
"Va bene, allora per stasera abbiamo finito andiamo a casa tua"
"Sì andiamo" ci alziamo da quella panchina che ha sentito il motivo del suo turbamento, le mie preoccupazioni, i miei dubbi, i suoi e i miei complimenti.
Questa panchina avrà un posto speciale, questo momento avrà un posto speciale nel mio cuore, lo so ma quando si tratta di Maria d'altronde è così.
Tutto per me diventa speciale quando si tratta di lei.
Percorriamo la strada a braccetto con altrettante persone che ci sorridono e noi ricambiamo.
Mentre stiamo per raggiungere la macchina ci ferma un ragazzo molto giovane che vende delle deliziose rose rosse.
"Signora volete voi comprare rose mie? Per favore" io e Maria lo guardiamo, sembra davvero un ragazzo per bene non uno di quelli che c'hanno la faccia da truffatori e delinquenti.
Vedo Maria cercare qualcosa dentro la sua borsa, poi porge al ragazzo una banconota da cento.
"Prendo tutte le rose...tieni questi te li meriti"
Ma quanto è buona? Non ho mai visto una persona con così tanti soldi essere così umile e buona con gli altri.
Non si è mai montata la testa, si è sempre messa alla pari con gli altri e forse questo è una delle tante caratteristiche che ci accomuna.
Il ragazzo ringrazia Maria con le lacrime agli occhi, la ringrazia all'infinito.
"Va bene va bene non c'è bisogno che mi ringrazi così tanto" sorride Maria.
"Signora Maria grazie è che...mai nessuno compra mie rose! Non capisco poi perché, visto che fiori sono bellissimi" ammette.
"Eh caro mio è vero la gente non sa apprezzare le cose belle...tra queste i fiori" mi intrometto io.
"Proprio vero signora"
Il ragazzo se ne va felicemente, così rimaniamo io e lei.
"Per te" dice con i piedi incrociati, la testa leggermente inclinata di lato porgendomi le rose.
"Grazie" affero delicatamente i fiori e le lascio un bacio sulla guancia.
Anche se la luce dei lampioni emettono poca luce sono sicura che le sue guance si siano colorate di un colore rossastro.
Entriamo in macchina, mette in moto e andiamo verso casa mia.
"Mamma mia Marì mettiamo 'n po' de musica" propongo.
"Accendi tu la radio"
Premo il pulsante ed accendo la radio, dopo aver saltato molte stazioni radio mi fermo subito ad ascoltare quella che una stazione sta emettendo.
Lei non la sente perché troppo concentrata a guidare e poi il volume è basso, allora decido di alzarlo.
"Marì senti!" urlo contenta.
"La sento la sento!" sorride.
"La nostra canzone Marì"
"Sì"
"Aspetta" vedo che accosta di lato su una strada.
"Che fai?" chiedo mentre sta per scendere dalla macchina.
"Scendi Sabrina"
"Ma che stai affà?"
"Scendi Sabrinaaa!" urla insistendo e così faccio.
"Vieni dal mio lato" faccio il giro della macchia e la raggiungo.
Alza il volume dello stereo, si avvicina a me posizionando la sua mano sul mio fianco mentre con l'altra tiene la mia mano.
Io allora posiziono una mano sulla sua spalla.

"... Lei, il viso che non scorderai
L'orgoglio ed il coraggio lei
Come un tesoro l'oro dentro gli occhi suoi
Lei, l'estate che ricanterai
Il giorno che ricorderai
Le mille cose che non sai E può insegnarti solo lei
... Lei, la tua ragione il tuo perché il centro del tuo vivere
La luce di un mattino che, che non perderai
Lei, lo specchio dove tornerai
Dove ti riconoscerai
Semplicemente come sei
Uguale a lei"
Danziamo e cantiamo sulle note di questa canzone, quella che ormai è diventata la nostra canzone.
Ci guardiamo negli occhi tutti e due mentre ci stringiamo a noi più forti come a non volerci dividere.
Ma sentiamo qualche goccia cadere sulle nostre teste.
Alziamo tutti e due gli occhi al cielo e notiamo dei nuvoloni grigi che stanno lasciando cadere delle gocce d'acqua su di noi.
Scoppiamo a ridere.
"Tiè guarda quanto semo stonate! Sta pure iniziano a piovere" dico mentre inizio a ridere di nuovo.
"Hai rovinato un momento super romantico con questa battuta...sappilo" e mentre dice ciò una strana espressione compare sul suo viso, strana in senso positivo.
Mi guarda con degli occhi diversi, più dolci mentre io le sorrido soltanto.
Ci sciogliamo dalla danza che stavamo facendo e rientriamo in macchina prima che diluvi e ci becchiamo una polmonite.
Ormai stiamo arrivando a casa mia manca qualche metro.
Dopo essere arrivate a casa, facciamo una doccia, prima la fa lei visto che ci sta cinque minuti a differenza mia che ci impiego un'eternità.
Siamo qui in pigiama tutti e due sul letto.
"Comunque so' stata bene, me so' divertita parecchio con te oggi" dico mentre mi intrufolo tra le coperte.
"Anch'io mi son divertita, è stato molto bello" rimaniamo alcuni secondi a guardarci, in silenzio.
"Vabbè dai adesso dormiamo che son tanto stanca" dice per interrompere quel momento così intimo che le avrà causato imbarazzoZ
"Giusto! Dormiamo che dobbiamo t'aspetto 'n artro giorno con me"
"Buonanotte Sabri" sorride mentre lo dice
"Buonanotte Marì" rispondo mentre spegniamo le abat-jour.
Mi sto abituando a passare così tanto tempo con lei e penso a quando dovrò staccarmi da lei.
Quando lei ricomincerà a lavoro ventiquattro ore su ventiquattro e per parlarci o per incontrarci dovrò aspettare chissà quanto tempo.
Nasco la testa sotto le coperte per non cercare di pensare a queste cose.
Comunque mi sto accorgendo che mi fa proprio bene stare in sua compagnia e vorrei che fosse proprio quotidianità tutto ciò.
Questi momenti che stiamo passando insieme stanno amplificando le emozioni che provo quando sto con lei.
Le carinerie, i complimenti si stanno amplificando sempre di più ed io mi chiedo se sia normale o no.
Mi chiedo se anche lei abbia notato questa cosa se sia soltanto una mia impressione.
Non dico che mi da fastidio tutto ciò anzi, però credo di provare un po' paura se dovesse cambiare qualcosa.
Paura innanzitutto per il nostro rapporto che fino adesso è stato semplicemente un rapporto d'amicizia, poi per me stessa, avrei paura a provare sentimenti così forti ed elevati per Maria e poi altrettanto paura per i gossip e le varie questioni che potrebbero nascere e potrebbero mettere fine alle nostre carriere.
Essendo questo un paese di bigotti.
Ma forse le cose che penso sono solo fantasie mie.
Maria non credo che provi qualcosa per me se non semplice amicizia, affetto.
Non credo di essere tra le sue preferenze e poi se così fosse io credo che me ne avrebbe parlato quando all'inizio abbiamo chiarito.
Se mi avesse mentito si sarebbe buttata la zappa sui piedi, perché me sarei incazzata se mi avesse nascosto una cosa del genere.
"Marì"
"Mh"
"Posso...posso dormì più vicina a te?" le chiedo, mi sento così fragile pensando queste cose.
"Sì vieni"
Allarga le sue braccia ed io mi posiziono sul suo petto, come sempre.
"Grazie"
"C'è qualcosa in particolare che ti turba?" mi domanda con la voce assonata.
"No no tranquilla...solite paranoie mie"
"Mh...spegnilo un po' questo cervello che hai...pensa al fatto che hai passarti una bella giornata e ti sei mangiata un pacco intero di caramelle"
"Aho! Ma guarda che non le ho mica mangiate solo io! Anche te le hai mangiate!"
"Sabrina io ne ho mangiate due in macchina di fretta mentre stavo guidando" sorride ed il suo petto si muove facendo tremare anche me.
"Non è vero"
"Ma quanto sei bugiarda?!" afferma ed inizia con l'altra mano a farmi il solletico alla pancia, facendo morire dalle risate.
"Ok ok...ba-bastaaaa!" cerco di allontanarmi da lei, ma mi trattiene ferma con le sue mani.
"Allora chiedi scusa per la bugia che hai detto!"
"No! Non ti chiederò mai scusa!"
"D'accordo" ed inizia con le sue mani a provocarmi il solletico"
"Va bene...va bene...ti chiedo scusa" cedo esausta.
"Brava" ha una faccia fiera che mi verrebbe da prenderla a schiaffi.
Ci posizioniamo di nuovo in maniera decente sul letto come prima.
"Dai adesso dormiamo...per qualsiasi problema sappi che ci sono io" afferma lasciandomi un bacio tra i capelli.
"Lo so, grazie"
"Buonanotte"
"Buonanotte Maria"
Riesce a farmi dimenticare tutte le paranoie mie con un semplice solletico, ma dove la trova un'altra persona così?
Quanto sono fortunata ad averla nella mia vita non smetterò mai di dirlo!
Chiudo gli occhi facendomi cullare dal pensiero che qualsiasi cosa accada ci sarà sempre lei a proteggermi da tutto e tutti, proprio come farò io con lei.

Lei, la tua ragione il tuo perché Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora