Maria:
Mi allontano dalle sue labbra solo per guardarla negli occhi, perché io non mi stanco mai dei suoi baci.
I suoi occhi sono ancora lucidi per quello che è successo poco fa, mi avvicino di nuovo a lei lasciandole un bacio sulla fronte.
"Adesso possiamo cenare?" le chiedo sorridendole.
"Sì" risponde timidamente.
"Dai che voglio mangiare quel pollo delizioso che hai preparato...la doccia la faccio dopo" dico mentre percorriamo insieme il salone per raggiungere la cucina.
Dopo aver preparato la sua porzione ci sediamo tutti e due a tavola.
"Buon cena a noi" le dico avvicinandomi al suo viso per darle un altro bacio, lei si avvicina sorridendo ricambiando il bacio.
Mentre iniziamo a mangiare i nostri telefoni non smettono di suonare, per via delle troppe notifiche.
"Aò ma chi cazzo è che rompe i coglioni a quest'ora?!" urla sempre con qualche parolaccia in mezzo per esprimere bene il concetto.
"Non so" dico mentre rido ma mentre leggo i messaggi del gruppo che abbiamo in comune di Tu si que vales mi si gela il sangue.
Alla festa che abbiamo organizzato per festeggiare il successo del programma di quest'anno ci sarà anche lui, Teo.
Ogni anno festeggiamo con una bella cena il successo che il programma ha avuto con tutti i giudici e quest'anno ho totalmente dimenticato che nel gruppo ci fosse anche lui.
È un gruppo che ho fatto creare io per tenerci sempre in contatto durante le registrazioni, però alcuni sono rimasti all'interno del gruppo pur non essendo più parte del programma e lui ha risposto che ci sarà alla festa perché gli manchiamo e ci vuole rincontrare, tutti quanti.
So che dovrei restare calma perché ciò che è successo con Sabrina è avvenuto prima che nascesse qualcosa tra di noi, quando si trattava ancora solo di amicizia.
La mia mente corre veloce, immaginando come sarà la serata.
Il pensiero di vederlo lì, di vederlo magari parlarle o guardarla in quel modo che già in passato mi ha infastidito, mi manda fuori equilibrio.
"Che succede?" mi chiede con quella voce dolce e preoccupata.
Alzo lo sguardo, mi osserva attentamente cercando di capire cosa sia successo.
"Alla festa sabato ci sarà anche lui" dico abbassando lo sguardo.
"Chi?" chiede alzandosi dalla sedia per venire vicino a me.
"Teo" dico con molta calma anche dentro sto praticamente urlando.
Lei mi fissa, sorpresa dalla mia reazione, e io cerco disperatamente di non sembrare sciocca o insicura.
Rimane in silenzio per un attimo, scrutandomi come se cercasse di capire cosa passa nella mia testa.
Mi sento esposta, quasi nuda sotto il peso del suo sguardo, e vorrei aver tenuto per me questa inquietudine.
"Quindi è per questo che hai quella faccia?" chiede con una calma che mi sorprende, non c'è rabbia, solo curiosità nelle sue parole.
"Non è perché non mi fidi di te" mi affretto a dire prima che lei possa interpretare male le mie parole.
"So che quello che c'è stato fra voi due è stato soltanto un bacio insignificante, lo so, me l'hai detto ed io ci credo profondamente...ma il fatto di vederlo lì, di pensare a quel bacio...penso anche al modo in cui ti guarderà e già mi incazzo solo a pensarci" la mia voce si spezza, e abbasso lo sguardo, stringendo le mani.
Lei si avvicina ancora di più, prende le mie mani e le allarga fra di loro per farsi spazio e sedersi sulle mie gambe.
Quando alzo lo sguardo, i suoi occhi sono fissi nei miei, pieni di qualcosa che non riesco a decifrare subito: tenerezza, forse un pizzico di divertimento.
Sinceramente mi aspettavo una reazione diversa da parte sua, visto che comunque già è un discorso che abbiamo affrontato tempo fa e poi perché dopo tutto ciò che è successo con Francesca io non sono proprio nelle condizioni di potermi arrabbiare con lei per questa storia.
"Non pensavo che fosse una cosa che ti pesava ancora," dice piano.
"Non è che mi pesa...perché dovrebbe pesarmi un altro e non lui, lo so...però boh hai ragione forse mi sto comportando come una stupida" distolgo lo sguardo.
"Io non ho detto che sei stupida...mi piace quando ti apri, specialmente con me, mi piace quando finalmente riesci a dirmi i problemi che ti affliggono senza che te chiudi come 'n riccio" poggia delicatamente una mano sulla mia guancia accarezzandola piano.
"È solo che...a volte mi vengono in mente delle sciocchezze e...so che non sono nella posizione di dirti ciò che sto per dirti però..." mi blocco.
"Continua" mi lascia un bacio sulla guancia, poi vicino la bocca.
"Non voglio che qualcosa o qualcuno rovini quello che abbiamo" lei porta le sue mani attorno al mio collo.
"Niente può rovinare quello che abbiamo, a meno che non siamo noi a permetterlo ed io non lo permetterò, mai" la sua voce è calma, rassicurante.
Rimango in silenzio pensando a quanto sia fortunata ad averla incontrata.
"Te sei bloccata? Hai capito che t'ho detto, sì?"
"Ho capito" dico sorridendo.
"Ma se lo vedo avvicinarsi troppo...." mi interrompe.
"Non farai niente! Perché dopo daremo troppo nell'occhio" sta iniziando ad incazzarsi lo noto dal modo in cui mi guarda.
"D'accordo" dico tranquilla.
"Ma poi vedrai che quello manco me pensa più...poi ci saranno anche gli altri quindi magari se metterà a parlare co' loro" cerca di rasserenarmi.
"Lo spero"
Prendo un pezzo di pollo dal mio piatto e lo avvicino alla sua bocca, così lei lo mangia.
"Oh ma non m'hai detto ancora com'è venuto sto pollo!" mi sgrida dandomi uno schiaffetto sul braccio.
"Buono!" dico ridendo.
"Mmh sicura?" assottiglia gli occhi guardandomi attentamente.
"Sì! È il pollo più buono che io abbia mai mangiato" sorrido appena, posando la forchetta.
"Del resto, mia moglie cucina sempre bene"
Appena le parole escono dalla mia bocca, noto subito un cambiamento in lei.
I suoi occhi si spalancano leggermente, e il sorriso le si spegne sulle labbra, sostituito da un'espressione così piena di emozione che mi coglie di sorpresa.
Poi, vedo quella lacrima. Una singola goccia che scivola lungo la sua guancia, silenziosa, discreta, eppure così potente da farmi sentire il cuore stringersi.
"Ehi" dico subito con la voce più dolce di quanto pensassi.
"Che succede? Ho detto qualcosa di sbagliato?"
Lei scuote la testa, cercando di nascondere la lacrima con il dorso della mano.
"No, no... niente"
La guardo più attentamente, c'è qualcosa che l'ha colpita e lo capisco dal modo in cui evita il mio sguardo.
"È perché ho detto moglie?" lei si blocca, e il suo respiro si spezza per un istante, lo prendo come un sì.
"Ma è quello che sei per me," continuo, senza pensarci troppo, perché per me è la verità.
Non una forzatura, non un'esagerazione.
È semplicemente chi è per me.
"È che pensavo non l'avesti mai detto" dice, quasi sottovoce.
Le prendo la mano, intrecciando le dita con le sue.
"Sabri tu per me sei mia moglie, la mia famiglia, il mio tutto" confesso, mentre un'altra lacrima le scende lungo il viso.
"Vorrei tanto poter essere tua moglie Marì per davvero, però purtroppo non possiamo" un'aria di tristezza inizia ad invaderla.
"Dai Sabri non dir così" le accarezzo la schiena.
"Marì è la verità...siamo costrette a nascondere tutto, non possiamo essere libere di amarci come chiunque altro....è assurdo che dobbiamo preoccuparci di quello che pensa la gente, solo perché siamo noi...solo perché siamo due donne"
Sento il nodo alla gola, ma non lo lascio salire.
Non posso lasciarlo salire.
Lei ha bisogno di me adesso, non delle mie insicurezze.
Così mi avvicino, stringo la sua mano tra le mie e la guardo con tutta la dolcezza che riesco a trovare.
"Sabri" dico piano, sperando che la mia voce basti a tranquillizzarla.
"Hai ragione su tutto, non possiamo sposarci, non possiamo camminare mano nella mano per strada, neanche possiamo baciarci...però guardaci, adesso sei qui con me e questa è già una gran cosa. Sabrina abbiamo la fortuna di amarci di nascosto sì, ma di amarci...e a me basta...." poggia la sua testa sul mio petto mentre continua a piangere.
"Non serve un pezzo di carta con le nostre firme per testimoniare il nostro amore...non servono degli anelli, non servono degli abiti, bastano le nostre parole, i nostri baci, le nostre coccole, i nostri scherzi, le nostre risate, fare l'amore insieme...ma forse quello che conta più di tutti è il modo in cui riusciamo a far pace dopo un litigio, significa che nonostante tutto ci amiamo ancora, sta tutto lì" le dico lasciandole un bacio fra i capelli.
Sento che si calma, che il peso sulle sue spalle diventa un po' più leggero.
"Ti amo tanto Maria" sussurra.
"Ti amo tanto anch'io Sabri"
So che, qualsiasi cosa accada, questa è la persona per cui combatterò sempre anche se il mondo ci costringe a nasconderci, so che il nostro amore non ha bisogno di approvazioni.
Siamo noi due, e questo basta.
La tensione nell'aria si dissolve lentamente, ma sento che non basta.
Voglio vederla ridere, voglio alleggerire quel peso che si è formato tra di noi.
Così mi viene un'idea. "Alzati un attimo," le dico, accarezzandole il ginocchio.
Mi guarda sorpresa, ma obbedisce, lasciando le mie gambe libere.
Vado verso il cassetto del mobile, prendo una fascetta di plastica, la manipolo con cura tra le dita fino a darle la forma di un cerchio.
"Cos'è che stai facendo?" mi chiede, incuriosita.
Mi inginocchio davanti a lei, tenendo in alto la mia creazione improvvisata.
"Beh, visto che siamo già praticamente sposate... tanto vale ufficializzarlo, no?" dico con un sorriso.
"Vuoi sposarmi, Sabrina?"
Lei spalanca gli occhi, e per un istante sembra colta alla sprovvista. Poi scoppia a ridere, una risata vera, calda, quella che amo sentire di più.
"Sei seria? Co' 'na fascetta de plastica co tutti i sordi che hai"
"Assolutamente seria" rispondo.
"Questo è un simbolo del nostro amore eterno... almeno fino a quando non cade a pezzi."
Lei continua a ridere, si piega leggermente in avanti, e io ne approfitto per prenderle la mano e infilare delicatamente l'anello fatto in casa.
"Allora? È un sì?"
"È un sì!" esclama, alzando la mano per osservare il mio capolavoro per poi guardare me.
"Però te ricordo che de sordi ne hai abbastanza quindi se un giorno me voi fà n'annello vero eh" dice con ovvietà.
Questa volta scoppiamo a ridere insieme, un suono che riempie la stanza e scaccia via ogni tensione rimasta.
Le nostre risate si placano piano, lasciando un silenzio carico di qualcosa di diverso.
Lei mi guarda, e io la guardo.
Non c'è più bisogno di parlare.
Ci perdiamo l'una negli occhi dell'altra, un silenzio così profondo che sembra quasi sacro.
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Lei, la tua ragione il tuo perché
FanficS: Credo che sia l'unica neanche mio padre ha questo potere, non riesco a dire di no a Maria! Quindi è l'unico tassello dove potrebbe succedere di tutto, potrei fare qualsiasi cosa per lei quindi questo è pericoloso, ho un debole proprio ma l'ho det...