Capitolo 13.

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Maria:
Sto finendo di bere il mio caffè mentre la vedo arrivare saltarellando.
"Maria!" urla.
"Sì?"
"Allora sto weekend te lo passerai con me e m'è venuta 'n'idea troppo bella!" esulta.
Il sorriso le illumina il viso facendola sembrare ancora più bella e luminosa.
Gli occhi le brillano di una felicità quasi infantile, come se custodisse un segreto prezioso che sta per condividere con me.
Riesco a percepire l'euforia che cerca di contenere, come se non vedesse l'ora di raccontarmi quell'idea che le è venuta in mente.
"Dimmi" le dico sorridendo.
"Allora io adesso...cioè no adesso ma a pranzo te porto a fà 'n picnic!"
Rimango in silenzio a guardarla.
Non me l'aspettavo e proprio per questo il suo gesto mi tocca ancora di più.
L'idea di trascorrere del tempo insieme all'aria aperta tra la natura e qualcosa che mi affascina anche se non posso fare a meno di scoppiare a ridere.
"Che t'è ridi?"
"No è che pensare te all'aria aperta...tra api e vari insetti...non so se saresti a tuo agio" rido ancora.
"Ma cosa c'entra!"
Rido ancora pensando a lei che appena ogni volta vede un'ape inizia ad agitarsi e ad urlare.
"Vabbè te sembra 'n'idea stupida?"
Mi alzo dal tavolo prendendo tra le mie mani la tazzina del caffè per metterla all'interno della lavastoviglie.
Lei mi segue cercando di capire cosa io pensi di questa sua proposta.
"No" le dico con sincerità.
"Guarda che puoi dirmelo se te sembra 'n'idea stupida" insiste.
Ma perché fa così? Mi accorgo che è diventata più insicura e paranoica del solito.
La vedo più spesso persa nei suoi pensieri, chissà cosa le sta succedendo o le sia già successo in questo periodo, quando io ero distante da lei.
"Ohi Sabri ho detto di no!" alzo un po' il tono della voce.
"D'accordo non...non volevo insistere" si scusa a modo suo e fa per andarsene.
La vedo intenta a sparecchiare e a pulire il tavolo, anche in questo momento sembra persa in chissà quali pensieri.
Sistema delicatamente le pieghe che sono rimaste sulla tovaglia con la mano per farle andare via.
Mi avvicino a lei di lato avvolgendo il suo bacino con il mio braccio facendo sostare la mia mano sul suo fianco.
"Si può sapere cosa ti prende ultimamente?" le chiedo in modo del tutto calmo, non vorrei che si sentisse attaccata e si chiudesse in sé stessa.
"Niente" fa per andarsene ma mi posiziono davanti a lei.
La intrappolo tra me ed il tavolo, così non ha dove andare.
Mi guarda per poco tempo, la vedo deglutire, credo si stia agitando.
"Allora?"
"Cosa me prende niente Marì niente...so' sempre io" spiega agitando le mani più del dovuto
"Non è vero...sei più insicura, paranoica...che ti succede?"
Rimane per un po' in silenzio per prendersi del tempo prima di rispondere.
"Boh sarà l'età" sta cercando di sviare, lo so.
"Aah con questa età! Ma quanti anni hai 90?" vedo alcune linee del suo viso rilassarsi segno che le viene da ridere ma ovviamente lei lo nasconde.
"Non ti ho mai vista così insicura...persino anche nelle piccole cose"
Sbuffa, la vedo esitare, è evidente che sta facendo uno sforzo.
"Non lo so a vorte nun me sento all'altezza de la situazione, me sento 'na nullità e me faccio tremila paranoie" sbotta e la voce le si fa più cupa.
Le bacio la fronte per tranquillizzarla un po', è così fragile adesso.
"Non è vero non sei affatto una nullità...oh ma perché poi pensi ste cose?"
"A volte ti vengono dette delle cose che ti portano a pensare a questo" una lacrima scende lungo la sua guancia che io subito porto via con l'indice.
"Te ne sei sempre fregata continua a farlo, no?"
Sorride leggermente senza dire nulla.
"Te non sei una che si lascia abbattere dalle parole, non sei una che si arrende facilmente" cerco di confortarla anche se con lei a volte mi viene difficile, perché ho sempre paura delle mie parole, delle parole sbagliate che potrei usare nei suoi confronti.
"Capita a tutti prima o poi"
"Eh mamma mia quanta negatività Sabri! Ma tutte le protagoniste che hai interpretato in questi anni non ti hanno insegnato nulla?"
"Qua si tratta della vita reale Maria no de 'n film" si sposta da me e va a sedersi sul divano.
La raggiungo sedendomi anch'io sul divano accanto a lei.
"Nella vita vera tutto è più complicato"
Capisco che c'è qualcosa che non va anzi ho avuto proprio la conferma perché l'avevo capito già da un po' che c'era qualcosa che la turbava.
"Ti va di parlare di quello che sta succedendo o preferisci di no?"
"Non mi va di parlarne...e poi non voglio rovinare questi due giorni con te" quest'ultima frase la dice sorridendo, un sorriso sincero.
"D'accordo spero non sia nulla di grave" le domando cercando di accertamenti sullo stato della situazione.
"Nah non si tratta de questioni de vita o de morte...però so' batoste"
D'improvviso non so perché mi viene in mente Rudy.
Mi aveva accennato del fatto che il matrimonio di lei potesse essere giunto ormai al capolinea.
È se fosse veramente questa la causa di questo suo malessere?
Non so se dovrei sentirmi felice o preoccupata.
Da una parte, sapere che il suo matrimonio potrebbe essere finito mi fa provare una strana forma di sollievo, il mio amore per lei va oltre tutto.
Ma dall'altra, non posso ignorare il fatto che, se davvero il suo matrimonio sia giunto al termine, sta soffrendo.
Solo io so quanto ha sofferto quando il primo è finito in malo modo, per colpa di un tradimento da parte di lui.
Ricordo le notti al telefono con lei che piangeva ed io che la rassicuravo cercando di nascondere le mie lacrime, perché io già a quel tempo l'amavo, l'ho sempre amata.
"Sabri tranquilla...è lui che si è comportato da schifo non tu" le ripetevo ogni sera sperando che quella sarebbe stata l'ultima.
Avrei preferito vederla felice tra le braccia di qualcun altro e non così devastata dall'amore.
Avrei preferito che fosse felice con qualcun altro mentre io ero in un angolo a piangere per lei, giuro che avrei preferito tutto ciò.
Se potessi aspirare tutto il male che ha attorno per iniettarlo su di me lo farei, io farei qualsiasi cosa per lei.
Mi riprendo dai miei pensieri.
"D'accordo allora appena ti sentirai pronta ne parliamo...lo sai che con me puoi sempre sfogarti"
Annuisce.
"Allora lo dobbiamo fare questo picnic o no?" domando urlando sorridente.
La vedo rallegrarsi, perché ha capito che la sua idea alla fine non era poi così stupida.
"Certo! Allora Marì mo' me devi aiutà a preparà er pranzo visto che già io stamattina ho preparato pure a colazione" dice alzandosi in fretta dal divano e andando di nuovo verso la cucina.
"Certo dimmi cosa devo fare"
"Allora stavo pensando che al parco potemo magna' dei panini co' degli insaccati"
"Va bene"
Mi perdo a guardarla mentre è indaffarata che taglia in due metà panini, penso al fatto che averla tutti i giorni così a casa mia sarebbe una vista mozzafiato.
"Aho! Ma che stai affà lì ferma come 'na stoccafissa, li prendi sti insaccati o no?" urla infastidita.
"Vado! Vado!" apro il frigo e finalmente trovo ciò che mi ha chiesto.
La aiuta a pregare tutti i panini per l'esattezza due l'uno, perché secondo lei io dovrò mangiare due panini proprio come lei perché altrimenti con uno solo 'me rimane a fame'.
"Bene è tutto pronto adesso devo solo lavarmi e cambiarmi"
"Eh sbrigate che sennò famo tardi"
"Tardi? Chi ci aspettano a pranzo le formiche?" rido.
"Quanto sei cretina Marì sbrigate!" urla.
Dopo aver indossato un maglioncino sento in lontananza provenire da fuori una specie di tonfo.
Esco dal bagno e trovo Sabrina affacciata alla finestra.
Si volta verso di me dopo essersi accorta della mia presenza.
"Altro che picnic fuori tra un po' diluvia" dice spenta.
Posa il cestino del picnic sul tavolo e va a sedersi sul divano con le braccia incrociate.
Fuori il cielo è scuro e le nuvole promettono un diluvio imminente.
Vedo la delusione nei suoi occhi mentre guarda ogni tanto verso la finestra e mi rendo conto che il brutto tempo ha rovinato i nostri piani e a quanto lei tenesse a questo picnic.
Mi avvicino a lei inginocchiandomi a terra davanti all divano, davanti alle sue gambe, poggio le mie braccia e la mia testa sopra esse.
"Sarà per una prossima volta"
"Sì" sussurra mentre giocherella con i bracciali che indossa, è palesemente turbata.
Sono convinta che si senta in colpa anche per questo.
"Ohi guarda che non è colpa tua se di botto sta per piovere"
"Lo so...è che mi piaceva l'idea di un picnic con te" mi guarda mentre con una mano sposta qualche ciuffo che mi ricade sulla fronte ostacolando la mia vista.
"Anche a me sarebbe piaciuto ma...aspetta!" urlo alzandomi in piedi.
"Sabrina tu le coperte le tieni sempre nel tuo armadio?"
"Si perché?" chiede non capendo.
"Bene...adesso ti chiedo di andare per favore in bagno e di uscire quando te lo dico io, d'accordo?"
"Marì se me fai 'no scherzo m'incazzo!"
"No ma che scherzo fai come ti dico"
La conduco verso il bagno ma prima che chiuda la porta mi afferra il polso e pronuncia "me raccomando Marì".
Visto che fuori sta per diluviare e stamattina era così felice di fare un picnic con me ho pensato che potrei ricrearlo dentro casa.
Mi avvento dentro la sua camera da letto, apro il suo armadio e dopo aver scartato vestiti su vestiti anzi sciccherie come le chiama lei finalmente trovo una coperta color verde scuro.
La prendo e la posiziono a terra al centro del salone, prendo il cestino che avevamo preparato con cura e lo posiziono al centro della coperta.
Guardo che tutto sia in ordine ma ancora c'è qualcosa che non mi convince, manco quel senso di naturalezza.
Corro in cucina e ricordo che le le teneva sempre in quel cassetto, lo apro e dopo aver frugato per alcuni minuti finalmente le trovo!
"Maria!" la sento chiamare.
"Ancora un attimo Sabri"
È un pacchetto con dentro dei piccoli petali di rosa super profumati, li prendo e li cospargo lungo tutta la coperta.
Afferro due cuscini uno per lei ed uno per me e posiziono anche questi sulla coperta.
Voglio che nonostante il brutto tempo, possiamo comunque goderci il momento insieme, in un'atmosfera intima e accogliente.
Sistemo e faccio attenzione ai dettagli, voglio che tutto sia perfetto, proprio come se fossimo all'aperto.
Quando tutto è pronto, mi fermo un attimo a guardare il risultato e non posso fare a meno di sorridere, immaginando la sua reazione sperando che sia felice.
"Sabri" la chiamo mentre percorro la strada per raggiungerla.
"Posso uscire?"
"Sì"
Apriamo tutti e due in contemporanea la porta e ci troviamo una di fronte all'altra.
"Chiudi gli occhi" le chiedo divertita.
"Aho Marì che me devi combinà?" sbuffa.
"Non devo fare assolutamente nulla di male...fidati di me" le chiedo aspettando che dica sì.
"Vabbè dai"
Chiude gli occhi ed io per sicurezza le metto una mano davanti agli occhi e con l'altra la prendo per mano e la guido verso il salone.
"Pronta?"
"Sì" le tolgo la mano dai suoi occhi.
Il suo sguardo si illumina all'istante, vedo lo stupore e la felicità riflettersi nei suoi occhi.
Per un attimo rimane senza parole, poi noto che si commuove, la sua reazione è esattamente quello che speravo.
"Te sei 'na matta Marì" sussurra mentre qualche lacrima le cade ancora dal viso.
"Vieni qui" le sorrido mentre allargo le mie braccia per stringerla sul mio petto.
Ci abbracciamo, sento le sue mani stringere la mia schiena.
Ci sciogliamo dall'abbraccio, inizia a curiosare attorno al tappeto.
"Non ci credo hai pensato pure ai petali de rosa che tengo io in cucina pe fà l'atmosfera"
"Eh certo...volevo che fosse tutto perfetto"
Inizia a ridere e le si intravedono ai lati delle guance quelle fossette che tanto adoro.
"Che c"è? Perché ridi?"
"È che dovevo fartela io la sorpresa e invece guarda...mi stupisci sempre" quest'ultima frase la dice guardandomi con uno sguardo diverso, quasi più serio, intimo.
"Per te farei di tutto" confesso guardandola anch'io dritta negli occhi.
Sorride imbarazzata e abbassa lo sguardo.
"Che dici mangiamo?" chiedo sedendomi in quest'enorme coperta verde scuro.
"Mangiamo!" esulta sedendo anche lei.
Iniziamo a mangiare tranquillamente i panini che abbiamo preparato qualche ora fa e nel frattempo parliamo o meglio lei sparla di qualche nostra collega.
"So' venuti proprio boni sti panini ve' Marì?"
"Sì buonissimi"
Dei lampi iniziano ad illuminare il cielo e la stanza.
Si sdraia soddisfatta con la pancia piena, poggiando la testa su un cuscino che avevo preparato lì appositamente per lei.
Mi viene in mente un'idea giocosa, mi avvicino a lei stendendomi un po' sul suo corpo.
"Aho...che fai?"
"Sabrina un ragno sui cappelli!"
Si alza di scatto spingendomi ma per quanto è sbadata cade e finisce su di me.
"Maria! Marì toglilo! Togli sto mostro da me!"
Rido a crepapelle ma fortunatamente riesco a dire "Stavo scherzando....non è vero" vedo i lineamenti del suo volto farsi più tesi.
"No tu sei scema forte" fa per alzarsi da me ma l'abbraccio da dietro tenendola stretta.
"Fammi alzare lasciami!"
"No...dai è stato solo un piccolo scherzo!"
"Maria fammi alzare ti riempio di papagne muoviti!" quello che dice in realtà è un controsenso con quello che il suo corpo fa, perché mentre lei dice di essere lasciata stare il suo corpo rimane immobile sotto le mie mani.
"No dai stai un po' abbracciata con me...siamo state fin troppo lontane" dopo aver detto ciò vedo il suo sciogliersi in un sorriso ed il suo corpo avvicinarsi sempre di più al mio.
Poggia la sua testa sul mio petto tra l'incavo del mio collo e con la mano inizia a farmi dei piccoli grattini al collo.
Nella stanza cala il silenzio, la pioggia e i tuoni hanno un effetto quasi rilassante.
Ogni goccia che scroscia contro i vetri e ogni tuono che risuona in lontananza sembrano cullarci, come una ninna nanna.
Poi la sua voce rompe il silenzio "Comunque da quando abbiamo fatto pace non ti ho ancora chiesto come stai?" domanda alzando un po' il viso dal mio petto per guardarmi meglio.
Le bacio la fronte per poi lasciarle una carezza tra i capelli folti.
"Si va avanti" rispondo vagamente, allora lei continua a fissarmi affinché io continui a parlare, a dirle realmente come sto e cosa provo.
"Non posso negare il fatto che con lui sia andato via un pezzo importante della mia vita...le ho sempre voluto un bene dell'anima. Poi in fondo se sono quella che sono è soltanto grazie a lui e a volte mi capita di perdermi tra le righe delle notizie che scorrono su Internet, leggo le critiche e mi chiedo che stia facendo il mio lavoro in modo giusto specialmente che lui adesso non c'è" sento la mia stessa voce incrinarsi verso il basso più del dovuto, non voglio piangere proprio adesso.
Si solleva un altro po' dal mio busto per guardarmi ancora meglio "Ma cosa dici! Ok sei hai avuto tutta questa notorietà è stato merito suo ma ricordati che in tutti questi anni hai sempre gestito tu tutto il lavoro, hai sempre lavorato in quanto Maria persona buona, intelligente ed unica che sei e non come Maria la moglie di Costanzo...quindi smettila pure te de stà dietro sti commenti e critiche del cazzo!"
"Lo pensi davvero?"
"Certo, Maria la gente ti ama non perché sei la moglie di...ma perché sei semplicemente Maria De Filippi la biondina di Pavia" dice ridendo alla fine.
L'abbraccio, l'abbraccio con tutte le forze che ho.
"Grazie" le sussurro mentre mi lascia un bacio sulla guancia per poi poggiarci nuovamente sul mio petto.
Rimaniamo così, distese e abbracciate al centro della stanza con il suono dei tuoni e della poggia a farci compagnia.

Lei, la tua ragione il tuo perché Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora