Capitolo 3.

319 25 8
                                    

Maria:
Suona la sveglia, la spengo.
Mi sono appena addormentata pochi minuti fa, non sono riuscita completamente a dormire tutta la notte.
Ripensavo alle mie parole e a quelle di Sabrina.
Mi sento tanto in colpa per come l'ho trattata in questi sei mesi e come continuo a trattarla, so che lei non merita tutto ciò ed è per questo che durante la notte mi è venuta la tentazione di chiamarla per scusarmi, ma tanto già so che non mi avrebbe risposto.
Stasera la vedrò alla festa di Mara e vorrei proprio scusarmi con lei anche se so che sarà difficile dopo quello che le ho urlato stanotte.
Mi alzo dal letto, mi lavo e mi vesto per andare a lavoro, neanche faccio colazione cosa strana visto che per me la colazione è sacra, lo considero il pasto più importante di tutti ma ho lo stomaco completamente chiuso.
Bevo solo un po' di caffè giusto per svegliarmi e non lavorare come una moribonda.
Mi metto in macchina e parto.
È tardi ed io sono ancora qui, bloccata nel traffico di Roma.
Inizio a suonare il clacson e ad inveire contro tutti.
Stamattina il mio umore è proprio come le nuvole che ricoprono il cielo di questa città, grigio e cupo.
Sento un nodo alla gola, segno che da un momento all'altro potrei scoppiare a piangere.
Faccio un bel respiro, guardo fuori dal finestrino e noto una bambina seduta sui sedili posteriori della macchina accanto che mi saluta sorridendo, ovviamente ricambio;
ogni volta che vedo un bambino, mi si scioglie il cuore, hanno quella purezza e innocenza che rende il mondo un posto migliore.
Finalmente il traffico si muove.
Arrivo a lavoro in orario, appena arrivata sfreccio via come il vento nel mio ufficio, mi chiudo lì a firmare e a revisionare vari documenti per tutto il tempo, visto che oggi non sono previste registrazioni.

Sono le 19:00 ho gli occhi che mi bruciano per la stanchezza, lancio la penna e gli occhiali sulla scrivania.
Mi strofino un po' gli occhi, mi alzo ed inizio a raccogliere le mie cose.
Arrivo a casa, faccio una doccia bollente, nel mentre cerco di rilassarmi un po'.
Finita la doccia apro le ante del mio armadio per decidere cosa indossare.
Prendo una camicia bianca, un pantalone nero e dei tacchi anch'essi neri, mi trucco applicando un po' di matita e di ombretto nero sugli occhi, un rossetto nude e un po' di fard per dare colore alle mie guance.
I capelli fortunatamente sono decenti, così li spazzolo solo, prendo il mio cappotto e corro via.
Arrivo puntuale ma noto che la maggior parte degli invitati sono qui, anzi forse ci sono proprio tutti.
Fortunatamente Mara per la sua festa ha affittato tutto il locale, quindi non ci saranno occhi indiscreti.
Apro la porta del locale, sono tutti qui.
È un ristorante molto bello, il pavimento è rivestito con un parquet mentre i muri sono beige.
Ci sono molti quadri appesi, rimango due secondi a fissarli facendo passare il mio sguardo da un quadro ad un altro.
Poi sposto la mia attenzione verso Mara che è in fondo alla stanza circondata da persone.
Mi incammino verso di lei.
"Ciao Mara buon compleanno" sorrido ma mi sento tanto in imbarazzo per come l'ho trattata ieri.
"Mariaa grazie amore vieni qui" si comporta come se non fosse successo nulla.
L'abbraccio e all'orecchio le sussurro "scusa per ieri mi dispiace"
"Shh non è successo niente" mi tranquillizza mentre mi accarezza la schiena.
Forse è questo di cui ho bisogno in questo periodo, essere tranquillizzata.
Mi libero dall'abbraccio e vedo in lontananza Sabrina.
Dio quanto è bella!
Ha un vestito stretto nero che le risalta i fianchi e le arriva un po' sotto le ginocchia è ricoperto di piccoli brillantini che ogni tanto sprigionano la loro luce, ha uno spacco a V sul petto.
Indossa una collana stracolma di piccole pietre luccicanti, come sempre i suoi capelli sono mossi proprio come piacciono a lei.
Si gira, mi ha vista.
Incrocia le braccia mi lancia un'occhiataccia  per poi girarsi nuovamente.
Sono rimasta ferma imbambolata in mezzo alla stanza a guardarla.
"Signori come vedete adesso ci sarà una degustazione di vini poi si passerà al buffet" ci informa il cameriere.
Non mangio da ieri sera e tuttora non ho fame.
Mi avvicino ad un tavolo pieno di vini e decido di prenderne uno rosso.
Non sono affatto amante dell'alcool però quando ci sono queste occasioni mi piace berlo.
Prendo il bicchiere che la ragazza mi ha dato ed inizio a bere il vino, devo dire molto buono, sento una caloria che mi avvolge completamente la gola.
È una festa molto intima oltre me, Sabrina e Luciana ha invitato altre sue amiche e ovviamente la sua famiglia.
"Bene signori adesso spostiamoci nell'altra stanza per il buffet"
Vedo tutti avviarsi verso l'altra stanza mentre io decido di prendere un altro bicchiere di vino, nel frattempo che la ragazza versa il liquido io mi giro un attimo e vedo Sabrina guardarmi appoggiata alla parete, la vedo deglutire per poi girarsi ed andare nell'altra stanza.
Prendo il bicchiere, ringrazio la ragazza, bevo tutto il contenuto che c'è all'interno e raggiungo gli altri.
Noto Sabrina a braccetto con Luciana, le due si dirigono verso la terrazza.
Ci resto un po' male, lo ammetto, di solito lei teneva me sottobraccio, la sua freddezza stasera mi sta uccidendo forse è così che si è sentita lei in questi mesi.
Ho sbagliato con lei quindi stasera devo parlarle o quantomeno devo provarci.
Mi avvio anch'io verso la terrazza.
La sento ridere con Luciana ma la sua risata si interrompe quando mi vede.
"Vabbè senti Lucià io entro che qui sennò me viene a polmonite co sto freddo"
"No aspetta Sabrina!" dico posizionandomi davanti a lei.
Rimane ferma a guardarmi.
"Scusate io rientro che sicuramente Mara mi starà cercando" ci dice Luciana, ovviamente l'ha fatto apposta per lasciarci da sole.
Appena entra Luciana lei sbotta.
"Marì ma si può sapere che cazzo vuoi ora da me?!" inizia ad alterarsi.
"Aspetta Sabrina io...io volev-" mi interrompe "Senti Maria mi sono stancata di ascoltare le tue stronzate...non vuoi avere più niente a che fare con me? Va bene me ne farò una ragione...dai ora fammi rientrare!"
Sento che la sto perdendo non riesco proprio a prenderla, mi scivola.
"No aspetta per favore!" quasi la supplico poggiando la mano sul suo braccio.
"Non mi toccare"
'Non mi toccare' queste tre parole rimbombano nella mia testa.
"Ma Sabrina..."
"Io non mi faccio toccare dagli estranei e questo è quello che sei tu per me...un'estranea!"
Va via tornando dagli altri.
'Non mi toccare'
'Un'estranea'
Queste frasi si intrecciano tra di loro dentro il mio cervello tormentandomi.
Inizio a piangere, non pensavo finisse così tra me e lei stasera.
Come farò senza di lei nella mia vita?
Come andrò avanti senza il suo supporto?
Dovrò abituarmi a svegliarmi senza i suoi messaggi la mattina?
Senza le sue battute?
Senza le sue richieste di regali a Natale?
Dovrò cancellarla completamente dalla mia vita?
Sento l'aria che mi manca eppure sono in una terrazza di aria dovrebbe essercene abbastanza ma io non riesco a respirare, mi sento come chiusa in una stanza minuscola.
Un forte giramento di testa inizia a farmi sbandare, vedo tutto sfocato, i rumori, i suoni e le voci che provengono da dentro li sento ovattati.
Sento il mio corpo cadere, sbattere a terra, avverto proprio l'impatto che ho subito.
Dopo ciò non capisco più nulla.
Buio totale.

Lei, la tua ragione il tuo perché Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora