Parte 23: La Caverna va a fuoco

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Pain e Konan hanno lasciato la Caverna l'indomani all'alba, saltando la colazione e intraprendendo un lungo viaggio fino al Villaggio della Pioggia. Itachi e Kisame hanno ricevuto chiare istruzioni sulle faccende da svolgere in loro assenza, anche se non è certamente la prima volta che i due leader lasciano la casa nelle mani degli altri. Solitamente, però, quando si trattava di dare la caccia ai cercoteri, tutti i membri Akatsuki lasciavano la Caverna per dirigersi attraverso il passaggio sotterraneo segreto alla grotta dove avveniva l'estrazione della Bestia Codata. Qui, i criminali passavano dei giorni nell'attesa che la squadra incaricata della cattura dell'animale portasse a termine la missione e si collegasse da ovunque si trovasse per dare il via all'estrazione che sarebbe durata più di tre giorni. Ogni squadra impiegava un lasso di tempo diverso per catturare le Bestie, durante il quale la Caverna rimaneva disabitata: alcuni erano estremamente veloci e scaltri, altri erano più lenti e perditempo.

Ma da quando gli Akatsuki hanno chiuso quel losco giro, la Caverna non è mai deserta e le squadre, rimaste le stesse di allora, si occupano oramai di missioni differenti, meno invasive e meno impegnative in termini di tempo e fatica, ma importanti e pericolose ugualmente.

Quando alcuni membri partono per svolgere gli incarichi, si assentano per qualche giorno, lasciando gli altri ad occuparsi della casa. Gli unici a non intraprendere viaggi troppo impegnativi normalmente sono Pain e Konan, che devono rimanere più degli altri alla base, per una questione di leadership: se a loro succedesse qualcosa, la combriccola di criminali si troverebbe in grandi guai. Ciò non toglie nulla all'indiscutibile capacità di Itachi di fare da leader, ma fu lui stesso a ribadire, nel momento in cui Pain lo assoldò, che non sarebbe mai diventato il loro capo, tranne per brevi periodi provvisori di sostituzione. Non spiegò mai il vero motivo di quel patto, ma ad oggi si può affermare che la sua vista, in condizioni sempre più gravi, gli impedisce di tenere perennemente il passo con nove pericolosi compagni e due nuove reclute altrettanto complicate, tra cui emerge il suo problematico fratellino.

Questi otto giorni rappresentano difatti un periodo provvisorio, più lungo però del solito e in cui Itachi dovrà mantenere l'ordine nella Caverna, insieme a Kisame, suo fedele compagno di squadra e amico.


Con anche Hidan e Kakuzu lontani, partiti per la loro rispettiva missione nel Villaggio del Bambù, la situazione nella casa Akatsuki è abbastanza tranquilla, ma questo venerdì mattina sarebbe ancora più pacifico se non toccasse a Deidara a preparare la colazione.

«Sono passati solo tre giorni. Quand'è stata l'ultima volta che Pain ci ha lasciato la gestione dell'Organizzazione? Non sono più abituato...» dice Kisame, dirigendosi verso la cucina insieme ad Itachi.

«Non vorrei sbagliarmi ma... circa cinque mesi fa. Quando si sono diretti a Konoha per... beh, per distruggerla... maledetti» replica Itachi, sbilanciandosi, in quanto non è da lui dare giudizi negativi a cuor leggero sui membri di quella casa e tantomeno su Pain.

«Ah, già... ci aveva detto che si trattava di una missione urgente e siamo dovuti rimanere qui senza sapere nulla per più di una settimana. Quel pazzo!» ribatte Kisame.

«Sì... per fortuna Naruto si è dimostrato un ottimo ninja, nonché un loquace nemico. Se non fosse stato per il suo grande cuore, beh... Pain avrebbe vinto e noi non vivremmo pacificamente in questa Caverna, ma saremmo in giro a farci pagare in cambio dei Cercoteri impiegati come armi... che orrenda visione» ribatte Itachi, entrando in cucina, e rimanendo bloccato sulla soglia della porta.

«Ma che diamine...» esclama Kisame, incominciando istintivamente a formare dei sigilli con le mani.

«Deidara senpaiiii non è capace di accendere il gas! Ha ha!» esclama Tobi, correndo attorno a Deidara. Quest'ultimo, con il grembiule bruciacchiato e con la chioma di capelli scompigliata, nel tentativo di ridurre il danno che ha appeno provocato, apre la portafinestra della veranda, e finisce col far propagare il fuoco all'esterno.

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