Parte 5: Sasori contro Sasuke

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Dopo la partenza improvvisa di Sasori, Deidara, che è quello che lo conosce meglio di tutti, rimane un po' insospettito: il suo caro maestro non partirebbe in fretta e furia senza lasciare detto nulla, almeno che non si tratti di qualcosa di personale che non vuole condividere con gli altri, nemmeno con lui. Ma non erano amici legati da un legame strettissimo di rispetto e fiducia? Deidara si sente ferito nell'orgoglio, così decide di mandare un piccolo insetto di argilla sulle orme di Sasori per scoprire cosa gli nasconde. Che Deidara fosse un ficcanaso, lo avevamo capito un po' tutti, no? Chi si fa gli affari suoi, campa cent'anni, infatti questo pazzo si è fatto esplodere a 19, il che dice tutto.

«Tobi, da bravo vieni qui» povero Tobi, sembra davvero un cane a volte, ma a lui piace così, lui vuole essere sempre utile al suo Deidara-senpai, anche se si tratta di rinunciare alla sua dignità e farsi trattare da barboncino bravo e ubbidiente.

«Deidara-senpai! È l'ora del dolce! Tobi vuole mangiare... i dango! Andiamo in città a prenderli? Deidara-senpai!»

«No, idiota! Ho bisogno del tuo aiuto. Da bravo, ascolta.»

«S...sì, Deidara-senpai... Tobi bravo, Tobi vuole aiutare.»

«Bene. Devo ritirarmi in giardino per controllare alcune cose strane che non vanno nella mia argilla (in realtà vuole controllare attentamente il percorso dell'insetto e quindi il percorso di Sasori) quindi ho bisogno di te per un cosa molto importante.»

Tobi non sta più nella pelle, vuole essere utile!

«Bene... nella mia assenza, visto che in questa casa siamo rimasti in due gatti, e domattina tocca a me fare la colazione, non possiamo lasciare per tutta la notte tutto questo casino di piatti sporchi nel lavandino. Bene. Tocca a te lavarli stasera, così il tuo maestro domani riesce a preparare tutto in una cucina bella pulita. D'accordo?»

«Abbiamo dei gatti? Che bello! Tobi luciderà ogni angolo di questa cucina! Tobi vuole essere utile!» ed eccolo lì, che incomincia a saltellare come un grillo con le braccia in aria.

"Ah, quanto è imbecille. Però gli voglio bene come a un figlio, anche se ha la mia età... o forse di meno? Mah... è indifferente. È solo scemo e fedele alla mia arte, e a me va bene così."

Deidara si dirige nel giardino, prepara una piccola ape di argilla e la fa volare verso il sentiero principale, dove Sasori si sarà sicuramente diretto. Non gli capita spesso di usare la sua tecnica al chiaro di luna. L'ultima volta che l'ha fatto è stata quando ha rapito Gaara. Ah che ricordi! Chissà come starà quella testa di rapa! Forse è il caso di fargli una telefonata uno di questi giorni? Per accertarsi che stia bene e chissà, magari prendersi un caffè insieme... certo che ha una certa predisposizione a fare conoscenza con persone dai capelli rossi. Forse anche Tobi ha i capelli rossi e quella che indossa è solo una parrucca? Indossa una maschera, perché non potrebbe indossare anche una parrucca?


Sasori non sta più nella pelle. A circa due ore di cammino sarà a Konoha e una volta lì, chiederà alle guardie di indicargli la casa di Sakura. Ma quale scusa dovrebbe usare per non sembrare sospetto? D'altronde nel villaggio non fanno entrare chiunque, quindi deve inventarsi una storia plausibile.

Il poveretto ci ha pensato per tutto il tragitto, non facendoci caso minimamente alla presenza di un chakra sospetto che lo sta seguendo (l'ape di Deidara) e dimenticandosi di irritarsi per il troppo verde che lo circonda (si sa, il maestro adora la sabbia e già avere una pianta vivente come Zetsu in casa lo irrita per l'eccessiva presenza di verde). A pochi metri dall'ingresso di Konoha, Sasori si toglie la mantella per non creare allarme, e finalmente sembra essersi fatto venire un'idea. Ormai sono quasi le undici di sera, spera solo che la sua dolce Sakura sia ancora sveglia.

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