Parte 16: Il Rosso della Sabbia

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Poco dopo il brindisi analcolico, anche Zetsu pensa di unirsi e di bersi un bicchiere di limonata, per rinfrescarsi. Ormai la fossa è stata ricoperta, e basterebbe solo non lanciarcisi altrimenti le foglie e il terriccio sprofonderebbero insieme alla persona che ci capita nelle vicinanze. "Forse è il caso di piantarci un altro albero, oppure di costruire un'altalena... qualsiasi cosa pur di non correre il rischio che qualcuno che non sia Tobi ci cada dentro nuovamente" pensa Zetsu mentre si avvicina alla veranda dove il gruppetto sta allegramente brindando all'amicizia. Ha proprio bisogno di un bicchiere di limonata fresca dopo tutto il lavoro fatto tra ieri e oggi: ieri aveva scavato la fossa per tutto il giorno mentre tutti gli altri stavano festeggiando al bar e mentre Kisame e Itachi erano preoccupati della sua assenza. Oggi gli ha toccato ricoprirla perché Kisame lo ha rimproverato. A Zetsu non piace deludere i suoi compagni, ma da quando lui e Tobi erano diventati una specie di soci pericolosi, Zetsu si sentiva in colpa e voleva rimediare e tornare ad essere una pianta decorativa e non recare problemi ai suoi amici. A lui andava bene essere ricordato solo quando c'era da indagare su qualcosa o quando c'era da sistemare il prato. Ora sentiva troppa pressione nonché gli occhi di tutti addosso, persino quelli di Orochimaru che se n'era andato, ma Zetsu sapeva che avrebbe continuato ad indagare su di lui, e quel biglietto trovato in seguito nella camera di Itachi ne era la prova. Ecco perché aveva deciso di scavare quella fossa: doveva dimostrare a tutti, soprattutto al fratellone Uchiha, di essere uno di cui ci si poteva fidare. Non poteva più commettere passi falsi e anche se avrebbe voluto intrappolare Tobi a tutti i costi proprio oggi, purtroppo Hidan ha rovinato tutto e Kisame lo ha sgridato, portandolo a vedere le cose in modo diverso. Si farà da parte per un po', osservando dall'ombra l'andamento delle cose, stando sempre all'erta e pronto a difendere gli altri. Il suo obiettivo resta quello di fermare Tobi, anche a costo di ucciderlo, se necessario per difendere gli altri e la caverna.

«Ehi, Zetsu! Cosa ci fai lì assorto nei tuoi pensieri? Vieni, unisciti a noi!» esclama Kisame, riempiendogli un bicchiere di limonata fresca.

«Sì, stavo giusto valutando se unirmi a voi o meno... non vorrei essere di troppo...» replica Zetsu in tono timido e insicuro.

«Ma cosa dici? Sei uno di noi, il membro che opera nell'ombra senza farsi mai scoprire! Sei un tassello fondamentale. Vieni, forza!» ribatte Itachi, facendogli cenno di avvicinarsi.

Kisame guarda Itachi facendogli intendere che di Zetsu ci si può fidare, dopodiché gli confessa rapidamente che dopo il pranzo deve aggiornarlo su qualcosa, ma che non si tratta di nulla di preoccupante.


«Tobi ha fatto un incubo! Tobi ha paura...»

«Che succede, amico?» domanda Deidara confuso, mentre assapora uno dei biscotti portati da Gaara.

«Sì, che succede? Che incubo hai fatto?» interviene Sasori.

«Tobi ci accennava prima di aver sognato che qualcuno voleva farlo cadere in una fossa e seppellirlo. È un incubo terribile, ma fortunatamente è appunto solo un incubo. Non devi avere paura, amico. Noi ci proteggiamo a vicenda» spiega Kisame con tono solenne guardando Itachi e Zetsu.

Itachi capisce che quel sogno di Tobi non è stato casuale e che probabilmente c'entra la pianta umana, e decide di intervenire guardando Zetsu dritto negli occhi. «Se qualcuno volesse farti del male Tobi, noi saremmo i primi a scoprirlo. Sei al sicuro qui.»

«Amico, dormi troppo tu. Russi come un trattore di notte e poi ti addormenti sul divano fino all'ora di pranzo... dovresti allenarti di più e vedrai come gli incubi spariranno» gli consiglia Deidara in tono scherzoso e amichevole.

«Quel divano è ormai rovinato a causa del tuo culo pesante. Se devi dormire tutto il giorno, almeno vai in giardino sotto l'albero, no?» interviene Kakuzu, scocciato e serio.

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