Parte 9: Il regalo di Tobi

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Sono circa le undici di sera. Gli invitati ballano, cantano, mangiano e bevono da ormai dodici ore. La band ha finito di suonare da un e po' il silenzio è calato. Le bottiglie stanno finendo, mentre il cibo è già finito da un po'. Rimane ancora un po' della gigantesca torta, ma ormai tutti stanno collassando per colpa dell'alcol e della stanchezza. Tobi non è ancora riuscito ad arrivare al regalo che Orochimaru ha fatto ad Itachi: il libro contenente i primi segreti del clan Uchiha, così quando si rende conto che sono tutti (o quasi tutti) esausti, decide di svignarsela e di dirigersi verso l'angolo dove sono stati depositati i regali ore fa.


Il festeggiato è seduto fuori, sul prato, insieme a Orochimaru e Kisame a guardare le stelle, quasi abbioccati e non curanti di quello che succede all'interno della chiesa. Pain e Konan hanno deciso di ritirarsi nel seminterrato insonorizzato per dare sfogo ai desideri repressi in tutte quelle ore. Deidara e Hidan con un grande mal di gola e di testa per aver urlato e bevuto più di tutti, persino più del festeggiato, se ne stanno in mezzo alla navata, per terra guardando i dipinti della chiesa.

«Lord Jashin non apprezzerebbe se sapesse che sto guardando degli angeli in un luogo sacro...»

«Lord Ja- qualcosa dev'essere davvero severo, heh?» domanda Deidara con la bocca impastata e gli occhi semichiusi.

«Sicuramente dovrò rimediare a questo atto irrispettoso nei suoi confro–» ma Hidan si addormenta di colpo e Deidara fa lo stesso dopo qualche secondo. Bene, anche loro sono fuori dai giochi.

Kakuzu si è già ritirato nella caverna da un pezzo. A 91 anni, nonostante cinque cuori ancora pimpanti ed ossigenati, non riesce a tenere il ritmo con questa gioventù scalmanata. Sasori sta per unirsi a Itachi e agli altri all'aperto quando vede che all'interno sono tutti ormai a capolinea. Tuttavia, nota che Sasuke, dopo che Naruto si è addormentato profondamente insieme a Hidan e Deidara, sta per uscire dalla porta sul retro, cercando di non fare troppo rumore.

«Non vorrai uscire fuori senza mantella. Le temperature sono un po' calate» afferma Sasori in tono calmo.

«E da quando ti interessa una mia eventuale bronchite? Credo che organizzeresti una festa ancora più grande di questa se mi capitasse qualcosa» ribatte Sasuke sullo stipite della porta.

«Non crederti così importante, fratellino Uchiha. Sei pur sempre uno di noi ora, no?»

«Il che ti permette molto facilmente di avvelenarmi il cibo e le bevande o persino i cuscini.»

«Ripeto, non crederti troppo importante. Sakura ha scelto te, è vero e non c'è nulla che io possa fare se non aspettare... per quanto odi aspettare in generale.»

«Aspetterai invano. Sakura ha scelto me e difficilmente riuscirà a guardare qualcun altro. Ha un'ossessione per me, e questo è un punto a mio favore.»

«Hah... se sapesse come stai parlando di lei... devi ancora crescere e imparare a rispettare una donna che ti ha riservato un posto speciale nel suo cuore. Prendi» e Sasori gli allunga la mantella. «Vai da lei e trattala con delicatezza. Rendi fiero tuo fratello che ripone molte speranze in te.»

Sasuke non riesce a replicare. Gli pare impossibile che quella marionetta umana di legno stia dando consigli sull'amore a lui. Ma cosa ne sa Sasori dell'amore se si è impagliato quando era ancora un adolescente? Ma decide che non gli importa. Prende la cappa e si dirigerà verso la casa di Sakura, dove era già diretto, ma lo farà con il cuore più leggero ora che il maestro gli ha dato dei consigli preziosi (per quanto Sasuke odi ammetterlo a se stesso).


Osservando la chiesa silenziosa con i suoi begli addormentati e gli altri fuori dal suo campo visivo, Tobi decide di prendersi ciò che gli spetta. Una volta giunto nell'angolo buio dove si trovano i regali incomincia a guardarsi intorno per identificare la scatola giusta. "Era nera o era blu? O forse era bianca...? O forse era grigia? No... dev'essere... verde. Sì, sono quasi certo che era verde, con qualcosa di..." e proprio in quel momento trova la scatola rettangolare, verde con motivi viola. "Viola. Eccolo" pensa Tobi nella sua testa avvicinandosi al pacchetto.

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