XXXIV - Madness (Anna)

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Ilyà mi guarda di sottecchi mentre cerco di mangiare. Sento il suo sguardo che mi trapassa il cranio dall'altra parte della stanza. Dopo avermi messo in mano una forchetta e indicato il piatto sul letto, mi ha imperativamente ordinato di mangiare qualcosa o l'avrebbe fatto lui personalmente. 

Tengo lo sguardo basso, con le gambe incrociate sul letto, per evitare di spostare la mia attenzione al muro insanguinato accanto a me. L'espressione di Ilyà fino a pochi istanti fa era terrificante, come se fosse pronto ad ammazzare a mani nude mio fratello, e ogni volta che sbatto le palpebre - per un istante - non faccio altro che rivivere quella scena. 

Sposto di qualche millimetro l'uovo nel piatto, totalmente riluttante nel mangiare qualcos'altro. Ho lo stomaco chiuso e mi sento come se potessi svenire da un momento all'altro. Il mio umore è sotto i piedi e sento un vuoto in testa, nemmeno un pensiero che passa. 

Non ho ancora realizzato se tutto ciò sia effettivamente successo. Una parte di me si rifiuta di crederci, che sia veramente mio fratello, ma una vocina nella mia testa mi dice che è tutto vero. Nessuno mi chiamava così. Solo mia madre e mio padre ne erano a conoscenza, e la prima è morta, mentre il secondo non cita più Jonah da anni, ormai morto per lui. E il solo pensiero che dopo anni potrei rivederlo, mi fa sentire male. 

Il solo pensiero che potrebbero verificarsi gli stessi eventi di anni e anni fa, mi terrorizza. Ma quello che mi spaventa ancora di più è che molto probabilmente Jordan si trova nelle mani di quello stronzo, che ha fatto di tutto pur di attirarmi qua. Sapeva che sarei venuta qua per avere risposte alle mie domande. La sua ossessione per me si spinge oltre i confini del mondo; mi verrebbe a prendere pure su Marte, Giove... Qualsiasi altra galassia purché io sia con lui.

"Peccato che il sentimento non sia ricambiato."

Lascio andare la forchetta che stavo stritolando inconsciamente. Devo mantenere la calma; se si tratta veramente di lui, dovremmo fare attenzione perché dubito che Jonah si faccia problemi a fare fuori sia Bian che Ilyà fuori pur di arrivare a me. 

Il solo pensiero mi fa rabbrividire. 

<< Cosa facciamo ora, dunque? >> domanda Brian, tornando dalla cucina a passo svelto e passandomi un bicchiere d'acqua che mando giù in un solo colpo. 

Mi stringo nelle mie spalle. Non ne ho la più pallida idea, però una cosa la so: << Se si tratta veramente di mio fratello... Non so se vi convenga rimanere qua. >> La faccia di Brian si fa meravigliata, mentre quella di Ilyà non cambia di una virgola. << Vi farà fuori. E purtroppo, di questo, ne sono sicura. >>

Preferirei omettere il dettaglio in cui vedevo Jonah da piccolo smembrare animali per divertimento. 

<< E non posso chiedervi di rimanere sapendo perfettamente in cosa andrete incontro. Avete entrambi persone che tengono a voi e che soffrirebbero immensamente se vi perdessero. >> Abbasso lo sguardo, scuotendo il capo. << E non me lo perdonerei mai se vi succedesse qualcosa. >>

Cala il silenzio. Nessuno osa fiatare, ma posso sentire i loro ingranaggi ruotare mentre valutano le loro opzioni. 

<< E dovremmo lasciare te, da sola, qui? >> Ilyà rompe il silenzio, facendomi alzare la testa. Un sussulto mi scuote quando i suoi occhi pieni di rabbia si abbattono nei miei. 

Alzo le spalle lentamente. << Tutta la mia vita sono stata da sola. Ho imparato a risolvere i miei problemi da sola. Per quanto io mi fidi di voi, non posso permettermi di fare affidamento su di voi in questa situazione. Perché fare affidamento su di voi significa mandarvi a morire. >>

Cala di nuovo il silenzio per qualche istante...prima che Ilyà si alzi, esca dalla camera e si vada a rinchiudere dentro il bagno, sbattendo così forte la porta da far tremare i muri. Sussulto.

Lo capirà. Capirà che lo sto facendo per il suo bene. 

Rivolgo un mezzo sorriso a Brian, che sembra che sta per avere una crisi isterica, e mi alzo, posizionandomi di fronte a lui. 

<< Vuole me. Se voi ve ne andrete senza fare storie, vi lascerà stare. >> quasi supplico, cercando di convincerlo. << Tu non hai idea fino a che punto si spingerebbe la sua ossessione per me. >> Sono quasi tentata di rivelargli ulteriori informazioni; informazioni che ho preferito omettere per il loro bene, perché so che altrimenti non se ne andrebbero. Però tengo la bocca chiusa. Ilyà deve prendersi cura della sua sorellina, non può abbandonarla. E per mio zio Brian è come un figlio; lo distruggerebbe sapere della sua morte quando ha ancora una vita davanti, una vita piena di opportunità.

A me non è rimasto molto. Manuel si trova in un letto di ospedale in condizioni critiche e non sappiamo nemmeno se mai si sveglierà, mia madre è morta, mio padre si è creato una nuova famiglia ed è felice. Mi dispiacerebbe abbandonare Alyssa, ma purché lei sia al sicuro, sono disposta a lasciarla andare.

Sebbene mio fratello sia instabile mentalmente, so che ha un modus operandi ben definito. Tutto ciò che fa è calcolato e ha sempre un obiettivo. Non so quale sia in questo caso, ma so che c'è. E ho intenzione di scoprirlo. Di scoprire il motivo per il qualche si è sentito in dovere di uccidere nostra madre, mandare Manuel in coma e rapire Jordan pur di farmi arrivare qua. 

La sua presenza è sempre sottile, ma so che è stato lui. Sta eliminando tutte le persone che sono per me care. E voglio sapere il perché. E una volta che lo scoprirò lo farò fuori. Se gli scheletri non vogliono stare dentro l'armadio, li metterò personalmente dentro una tomba. 

<< Non avevi idea che si trattasse di lui prima del bigliettino? >> domanda Brian, incuriosito.

Scuoto il capo. << Come potevo? Sono anni che non ho sue notizie. L'ultima volta che l'ho visto è stata la sera che è stato portato via dagli infermieri della clinica in cui è stato rinchiuso dai miei genitori. >>

Evidentemente avrà trovato il modo di scappare. E secondo me, orientativamente, nel periodo in cui è morta mia madre. Probabilmente in tutti questi anni che è stato rinchiuso non ha fatto altro che pensare a trovarmi, a scappare... E probabilmente a farla pagare a tutti coloro che gli hanno voltato le spalle.

Un'immagine scabrosa si forma nella mie mente, che non presagisce nulla di buono ma decido di ignorarla. Non sono sicura di poter dire che mio fratello non mi farebbe nulla, ma se mi ha fatto arrivare fin qui significa che vuole vedermi. Se mi voleva morta, lo sarei già da un po'.

<< Sarò sincero... >> comincia, sospirando. I suoi occhi azzurri sono colmi di tristezza. << Non me la sento di lasciarti qua da sola. So che la cosa più conveniente sarebbe andarmene, ma... Non perdonerei mai me stesso se venissi a sapere che ti è successo qualcosa. Tuo zio mi... ci ha mandato con te per proteggerti, per darti una mano con le ricerche e noi abbiamo accettato più che volentieri. >>

Faccio un passo indietro, scuotendo il capo. I miei capelli arruffati cadono intorno al mio volto come una tenda.

Non capiscono cosa stanno dicendo. Non si rendono conto di quanto sia pericolosa questa situazione.

<< Anna. >> richiama la mia attenzione la voce di Ilyà, dall'ingresso della stanza. La sua espressione severa. << Brian ti ha già detto chiaramente che non se ne andrà, e io senza Brian non me ne vado. Quindi, la situazione mi sembra abbastanza chiara. >>

Brian annuisce d'accordo con lui, dopo avergli lanciato una veloce occhiata. << Anche noi siamo grandi e grossi. Possiamo prendere a cazzotti la gente. >> scherza, cercando di alleggerire la tensione.

Rimango in silenzio. Purtroppo, so per esperienza che far cambiare idea ai due - soprattutto quando sono insieme - è impossibile. Ma so che se ne pentiranno presto. Si renderanno conto presto della gravità della situazione. La pazzia di mio fratello non ha limiti e farà la qualunque per arrivare al suo obiettivo.

L'Incantatrice - La Caduta del DiavoloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora