MATTIA
Ho ancora qualche capogiro, ma per fortuna stamattina niente crampi allo stomaco. Se mia sorella Dafne non mi avesse scaraventato giù dal letto, non sarei mai arrivato a scuola, infatti sono tremendamente in ritardo e credo mi beccherò una bella nota dal professore di italiano. Quel pignolo è di una pesantezza assurda. Tanto casino per mezz'ora di ritardo.
Quando arrivo nel cortile della scuola però non posso che rimanere perplesso, c'è una calca impressionante.
Non sono l'unico deficiente a non aver sentito la sveglia. Possibile che ieri si siano ubriacati tutti?
Intravedo Federico, ma subito sospiro spazientito, ormai passa un sacco di tempo con Diana, infatti anche adesso è accanto a lei. Il problema per me non è quella ragazzina, non me ne fotte un accidente se parlano tutto il giorno, ma accanto a loro c'è anche Resia e non posso avvicinarmi al mio amico perché non ho affatto intenzione di tollerarla dopo il suo appuntamento con Patrizio.
Mi fermo come un somaro in mezzo alla folla, senza rivolgere la parola a nessuno, attento però ad ascoltare il vociferare indistinto che mi circonda. Riesco anche a cogliere qualche brandello di conversazione. A quanto pare gli altri studenti vogliono semplicemente scioperare. Anche se non ho ben capito la ragione, sono contento.
Comunque cerco di ascoltare con maggior attenzione. Mosche? Ma sono seri? Vogliono saltare la scuola per gli insetti?
Devo aver compreso male.
«Mattia.»
È Fede'. Ho riconosciuto subito la sua voce, ma non mi volto, ignorandolo. Faccio per allontanarmi, con indifferenza, qualunque sia la ragione dell'interruzione scolastico me ne frego. Ho intenzione di tornare a casa e dormire. E neanche il mio amico riuscirà a trattenermi. Ho passato una nottataccia e ho un fottuto mal di testa.
Federico però mi richiama con insistenza e a meno che non voglia apparire sordo oltre che stupido, mi costringo a voltarmi, cercando di mantenere un'espressione non troppo corrucciata, ma a giudicare da ciò che dice non devo esserci riuscito.
«Diamine come puoi essere già così incazzato a quest'ora?»
Sbuffo, faccio fatica a mantenere lo sguardo fisso su di lui. Non voglio rischiare di incrociare gli occhi della strega, anche se sono dannatamente tentato di dare una sbirciata. «Che vuoi?»
Aggrotta la fronte e si dà un buffo da solo.
«Vuoi venire con noi?»
Gli ha dato di volta il cervello?
«No.»
Mi rigiro per andarmene, ma neanche riesco a fare un passo che sento di nuovo il mio nome e il suo tono è ancora più deciso e rimbombante. È proprio ostinato.
«Mattia Uliano, porta il tuo culo qui.»
Lo raggiungo con poche falcate e mi piazzo davanti a lui, accigliato.
Perché non mi lascia in pace? Lo sa che ho ancora una sbornia da smaltire e sono solo le otto e mezza?
«Allora, sputa il rospo. Che vuoi?» Prima lo ascolto, prima me lo levo dalle palle e torno a dormire.
«Te l'ho detto già.»
Sorrido, sarcastico. «Vuoi venire con noi?» lo scimmiotto, imitandone anche il tono allegro.
Ride, divertito dalla mia perfomance, mettendosi le mani sulla pancia, ma sento anche un altro risolino e attratto dal suono di quelle labbra, che subito riconosco, mi volto a guardarla. Ha le gote leggermente arrossate e la bocca piegata in una smorfia buffa, ma quando i nostri sguardi si incrociano il suo volto subito si indispettisce e quel sorriso sincero scompare.
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ChickLitDicono che nella vita esistano due grandi amori. Uno stravolgente, che cattura e ossessiona. Uno più maturo, dolce ed eterno. Io sono Resia e mi sono innamorata due volte. PAST