MATTIA
Non appena spalanca la porta del suo ufficio Veronica non mi da neanche il tempo di salutare.
«Partiamo male» mi guarda con scherno poi punta quegli occhi tondi e scuri sul polso e sbuffa infastidita. «Mezz'ora di ritardo.»
Beh, non ha tutti i torti, ma ho impiegato venti minuti solo per trovare un parcheggio. Non è colpa mia se questa dannata agenzia non ha neanche un posto macchina per i dipendenti.
«Non succederà più» mi limito a ribattere con sufficienza.
Sbuffa ancora e con un getto stizzito si butta i capelli che le incorniciavano il volto dietro la schiena.
Quando non li lega alla Pippi, facendo le due code ai lati, sono molto belli, ma preferisco comunque la lunga chioma di Resia. Mi piace un sacco accarezzare quei fili ramati. Oggi dopo l'intervallo l'ho beccata in corridoio e l'ho rivista anche all'uscita, in entrambe le occasioni abbiamo scambiato due parole con tranquillità. Pare che sta' cosa dell'amicizia stia filando.
Vorrei passare allo step successivo, ma non voglio spaventarla. Sono certo che se osassi di più, scapperebbe a gambe levate. Sono già partito del tutto sparato con lei e ne stavo ricavando solo guai, quindi meglio procedere per gradi.
«Puoi dirlo forte che non accadrà. Se non fosse che a quest'ora avrei difficoltà a trovare un animatore disponibile, ti avrei già sostituito con qualcuno. Non tollero ritardi a lavoro e la prossima volta non sarò così benevola, tienilo bene a mente: quando abbiamo un appuntamento esigo che lo rispetti.»
Detesto che qualcuno mi rimproveri e il modo in cui mi tratta da quando l'ho conosciuta mi fa sentire un bamboccio. So onorare un impegno e mi dispiace aver cominciato col piede sbagliato, ma le farò cambiare opinione su di me.
«Non succederà più» ribadisco di nuovo, stavolta più deciso e guardandola dritto in faccia. Ha un trucco leggero, niente buffe lentiggini, un po' di mascara le allunga le ciglia nere e già folte e un velo di rossetto le colora le labbra piene.
Sospira scocciata e alza gli occhi al cielo. «Seguimi» si limita a ribattere con arroganza.
Rimango qualche secondo immobile. Appena l'ho conosciuta l'ho giudicata strana e forse inadatta a gestire un'azienda vista la sua giovane età, però ha un modo di fare tutto suo che credo in realtà sia invece efficace. Mi tocca cominciare a darle retta se voglio conservare il posto di lavoro.
Si volta un attimo e quando mi ritrova nello stesso punto, grugnisce. «Ti muovi?»
Inizio a camminare frettolosamente per raggiungerla, che presuntuoso che sono, credevo di interessargli e che quindi lavorare con lei sarebbe stato un gioco da ragazzi, ma ogni minuto che passa mi accorgo che non è così, non mi pare per nulla comprensiva e accomodante, anzi. La osservo da dietro mentre ancheggia il culo in quel leggings aderente e cammina fiera con passo svelto, comincio a credere che quel fare provocatorio le appartenga per carattere e non sia studiato per eccitarmi, altrimenti non mi spiego il suo rancore verso di me e le sue continue minacce velate di licenziamento.
Raggiungiamo un salone abbastanza grosso dove sono stipati alti scaffali con bauli di diverse grandezze, cestini colorati, cerchi, palle rimbalzanti, motori e giostre gonfiabili ripiegate in bustoni blu. Su diversi Stand sono appesi vestiti di carnevale di ogni genere, riconosco anche Topolino e le maschere di diversi animali: un leone, una scimmia e addirittura un elefantino. Guardandomi intorno noto anche bersagli, canestri, birilli e palle per il bowling, pistole giocattolo, archi, insomma un po' di tutto.
Da piccolo avrei tanto desiderato ritrovarmi in una stanza di questo tipo, avrei incontrato il Paradiso per scambio invece adesso mi sento un pesce fuor d'acqua e non so che fare.
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Past
ChickLitDicono che nella vita esistano due grandi amori. Uno stravolgente, che cattura e ossessiona. Uno più maturo, dolce ed eterno. Io sono Resia e mi sono innamorata due volte. PAST