MATTIA
Continuiamo a passeggiare per il percorso pedonale che costeggia il Santuario di Pompei tra qualche battuta stupida di Federico, un po' di chiacchiere futili e commenti simpatici di Diana e Giulio. Di tanto in tanto entriamo in alcuni negozi, ma nessuno ha veramente voglia di fare delle compere, è giusto un modo per curiosare un po'.
Per tutto il tempo né io né Resia abbiamo interrotto il nostro contatto. Da quando le ho afferrato il braccio, non l'ho più lasciata e lei, a sua volta, non si è mai scollata da me.
Assurdo sì, ma troppo piacevole.
Pochi metri più avanti, avvisto un bar e senza avvisare gli altri, che camminano poco più avanti, trascino Resia con me all'interno. Mi guardo intorno impaziente e scorgo finalmente ciò che cercavo. Prendo con la mano libera una busta di patatine rustiche della San Carlo, ho notato che le mangia spesso, quindi sono certo di fare la scelta giusta.
«Uh, sono le mie preferite» esclama, regalandomi l'ennesimo sorriso della mattinata, che mi fa gongolare e ridere come uno stupido.
Purtroppo sono costretto a lasciarle il braccio, ci ho provato prima di demordere, ma non riuscivo a prendere il portafoglio nella tasca posteriore con la mano sinistra e stavo anche apparendo abbastanza ridicolo nel tentativo.
Pago di tutta fretta e le passo il pacchetto, ansioso di rimettere la mia mano dov'era, sperando che appaia di nuovo un gesto casuale.
«Ogni promessa è debito» affermo, esibendo l'ennesimo sorriso.
Di questo passo becco una paralisi facciale.
Resia arrossisce mentre afferra il suo premio, io sospiro.
«Grazie.»
Si accosta e mi scocca un bacio leggero sulla guancia.
I ringraziamenti mi mettono sempre un po' a disagio, quindi a dispetto delle mie precedenti intenzioni mi avvio fuori, lasciandola alle mie spalle, senza scortarla più con il mio braccio. Forse sembro un po' sgarbato, ma è più forte di me.
«Non potevate avvisare? Giulio e Diana volevano già creare un post sulla pagina di Chi l'ha visto» scherza, con toni un po' canzonatori, Federico.
«Non ci scanneremo a vicenda» gli rispondo, per tranquillizzarlo, forse temono che possa scoppiare una battaglia da un momento all'altro se ci lasciano soli.
Non faccio in tempo a parlare che Diana e Giulio, accorgendosi di noi, ci raggiungono; prendono a braccetto Resia, guardandomi in modo strano e si allontanano a passo svelto, tirandosela dietro.
«E ora che diamine gli prende?»
Mi passo una mano fra i capelli, sorpreso.
«Oh, lasciali perdere. Suppongo vorranno fargli il terzo grado per il vostro comportamento. A proposito, com'è che non vi scollavate più?» chiede, fingendo un tono indifferente, mentre dal suo sguardo trapela un malcelato interesse.
«Uh, non rompere le palle» minimizzo, dandogli una pacca sulle spalle.
«A te come va con l'amica?»
In realtà non me ne importa un accidente, ma preferisco sviare su di lui la conversazione piuttosto che parlare di me e Resia. Non saprei cosa dire.
Ci incamminiamo anche noi, quasi l'ho dovuto trascinare per smuoverlo. Si aspettava che rimanessi qui fuori come un imbecille mentre il terzetto si allontana a tutta velocità?
«Ti muovi?» lo incito pure, vedendo che mantiene un passo troppo lento.
Stavolta cammina più svelto mentre risponde. «Diana mi piace. È diversa dalle altre. Non so neanche io cos'abbia di speciale. Non cede alle mie manovre di seduzione, mi tiene testa. È una settimana che tento di abbindolarla, ma proprio non si smuove.»
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Past
ChickLitDicono che nella vita esistano due grandi amori. Uno stravolgente, che cattura e ossessiona. Uno più maturo, dolce ed eterno. Io sono Resia e mi sono innamorata due volte. PAST